“Ho attraversato l’inferno”: parla una delle donne liberate

martedì 24 ottobre 2023


“Ho attraversato l’inferno. Non avremmo mai pensato che sarebbe successo”. Le parole, strazianti, sono quelle di Yocheved Lifshitz, 85 anni, la donna liberata nella serata di ieri da Hamas. “Mi hanno messo su una motocicletta, hanno fatto saltare in aria la recinzione elettronica che è costata 2,5 miliardi di dollari ma non è servita a nulla. Sono stata presa in ostaggio, non c’era distinzione tra vecchi e giovani. È stato molto doloroso. Mi hanno colpito le costole e mi hanno reso difficile respirare. Abbiamo raggiunto un tunnel – prosegue – poi abbiamo camminato per chilometri sulla terra bagnata, c’è un gigantesco sistema di tunnel, come ragnatele”.

Intanto, l’esercito è pronto per l’invasione di terra di Gaza e prenderà la decisione “con il potere politico”. Lo ha riferito il capo di Stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi, citato dai media. Mentre Benjamin Netanyahu, citato dai media israeliani, al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, a Tel Aviv, racconta che nell’attacco di Hamas del 7 ottobre, i bambini ebrei sono stati costretti a “nascondersi nelle soffitte”. Proprio “come Anna Frank” dai nazisti. Il primo ministro, in più, paragona il mitragliamento dei civili israeliani alla strage di Babyn Yar a Kiev, dove nel 1941 vengono fucilati quasi 34mila ebrei. Macron, da par sua, esprime la volontà di “proporre ai nostri partner della coalizione anti-Isis in Iraq e Siria” la costituzione di “una coalizione internazionale e regionale per combattere Hamas e i gruppi terroristici che ci minacciano tutti”.

Israele, peraltro, distribuisce nella zona di Khan Yunes (zona sud di Gaza) dei volantini con i quali chiede alla popolazione locale di aiutare nelle ricerche degli israeliani tenuti in ostaggio nella Striscia. “Se volete un futuro migliore per voi e i vostri figli – così è scritto – inviateci informazioni credibili e utili circa gli ostaggi nella vostra zona. Vi assicuriamo la massima discrezione, protezione e anche un premio pecuniario”. Il portavoce militare Daniel Hagari, infine, rimarca che l’Egitto sta svolgendo “un ruolo chiave” in relazione agli israeliani che si trovano in ostaggio a Gaza e ai dispersi. “Gli sforzi dell’Egitto sono efficienti e ben accolti. Noi lavoriamo in cooperazione con l’Egitto e con la Croce Rossa, e li ringraziamo. La liberazione di tutti gli ostaggi ha per noi la massima priorità”. E poi: “Gli Stati Uniti, che sono nostri alleati strategici, hanno un insieme di considerazioni strategiche e di interessi nella Regione che noi valutiamo. Ma una cosa va tenuta a mente: la guerra avviene sul nostro confine e non a migliaia di miglia da qua. Dopo la guerra saremo noi a dover vivere lungo un confine da cui non ci sarà più una minaccia come quella del 7 ottobre. Dunque, questa è una decisione che noi dobbiamo prendere da soli”.


di Alessandro Buchwald