Guerre, Unetchac: attestate le violazioni di diritti umani sui bambini

mercoledì 18 ottobre 2023


Dall’Africa all’Ucraina al conflitto israelo-palestinese, il quadro allarmante dei ricercatori del network universitario internazionale Unetchac si concentra sulle principali vittime delle guerre: i bambini. Alla luce dei dati dei ricercatori della Unetchac sollecita la loro protezione. Nel Sud del Sudan 5 milioni di bambini necessitano disperatamente di aiuti a causa del perpetrarsi dei conflitti armati. In Mozambico, (solo nella provincia di Capo Delgado), risultano 147 i bambini mutilati e uccisi a causa dei conflitti (2020/2022); 105 gli episodi segnalazioni di violenza sessuale nei confronti dei bambini (2023), dove le bambine sono i soggetti colpiti in modo sproporzionato e che, di conseguenza, possono subire gravi traumi psicologici e fisici. Anche in Somalia, le bambine risultano maggiormente esposte alle violenze sessuali, con 219 casi di violenze inflitte (2023).

Nonostante numerosi siano stati i passi in avanti compiuti dai diversi Governi per incorporare nella loro legislazione nazionale la risoluzioni 1.325 delle Nazioni Unite su Donne, pace e sicurezza e gli strumenti giuridici internazionali che agiscono sulla protezione dei bambini, la violazione dei loro diritti non è diminuita. Questo, è quanto risulta dai dati elaborati e segnalazioni in Italia dai ricercatori della Universities Network for Children in Armed Conflict – Unetchac. Il network universitario internazionale continua ad effettuare un’analisi sugli abusi e sulle gravi violazioni dei diritti umani subite dai bambini in situazioni di conflitto e post-conflitto armato nel mondo nell’ambito di “I Piani di azione nazionale sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1.325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine”, il progetto realizzato da Unetchac in collaborazione con l’Istituto di Studi politici internazionali “S. Pio V” e con il supporto del Ministero degli Esteri.

Attraverso questo progetto, il network lavora come un moltiplicatore di forze: i ricercatori di Unetchac sviluppano sul campo i dati che sono suddivisi per aree geografiche su quattro continenti, (Africa, Medio Oriente, Asia, Sud America e Europa), validati dalle fonti locali. Nel condurre questa attività di ricerca, Unetchac opera in linea con gli obiettivi perseguiti dall’Ufficio del rappresentante speciale del segretario generale Onuper i bambini ei conflitti armati. Nello specifico, le analisi che confrontano i dati riferiti a 5 Paesi africani, (Repubblica Democratica del Congo; Repubblica Centrafricana; Sudan; Mozambico; Somalia), sui quali si concentra la più recente ricerca di Unetchac, vengono divulgati nel corso della conferenza internazionale che si svolge oggi in Kenya, presso l’Università Tangaza di Nairobi. Tra gli invitati all’evento figura Roberto Natali, ambasciatore d’Italia in Kenya. La conferenza vede la partecipazione, tra gli altri, di: Jonas Yawovi Dzinekou, direttore di Studi sociali Istituto di trasformazione sociale – Università di Tangaza; Muhindo Nzangi, ministro dell’Istruzione superiore e universitaria.

“Il progetto – dichiara Laura Guercio, segretaria di Unetchac – intende sviluppare una ricerca qualitativa e quantitativa sulla situazione dei bambini in conflitto armato in Africa, Asia, Africa, Sud America, Europa (Kosovo e Ucraina). L’Italia – prosegue – è sempre stata in prima linea per l’attuazione della Risoluzione, come dimostra l’adozione stessa dei quattro Piani d’azione nazionali. Il nostro progetto, in questo modo, intende contribuire all’azione e all’impegno italiano. concorrere alla attuazione di questo strumento per garantire la protezione effettiva dei bambini che subiscono i conflitti armati, perseguendo il principio dell'universalità dei diritti umani. Alla luce dei drammi che stiamo vivendo, dal Medio Oriente, all'Africa e all'Europa, urgente rafforzare tale azione. Durante la Conferenza in Kenya, il quarto Piano di azione italiano viene confrontato con i Piani di azione dei suddetti Paesi africani, in cui la situazione dei bambini è aggravata, oltre che dalla complessità della dimensione dei conflitti, anche da fattori di natura sociale che rischiano di ostacolare il percorso di reintegrazione sociale dei bambini coinvolti dai conflitti armati. Questo è un ulteriore aspetto su cui il Network intende lavorare”.

Mentre è in corso la Conferenza a Nairobi , gli esperti del network inaugurano la Autumn School 2023 dedicata a “Aspetti giudiziari e sociali della violenza contro i bambini, in particolare le ragazze, nei conflitti armati”. La Autumn School di Unetchac punta a offrire un titolo gratuito una formazione accademica e professionale in materia di diritto internazionale, diritto umanitario e diritto penale internazionale con particolare riguardo alla protezione dei minori in conflitto armato e con un focus specifico sulle questioni di genere. I protagonisti della scuola sono, infatti, gli studenti provenienti da 19 Paesi, incluse le zone di guerra: Albania, Bangladesh, Finlandia, Ghana, Gambia, Iran, Iraq, Italia, Kosovo, Libano, Lussemburgo, Nigeria, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo, Romania, Somalia, Stati Uniti, Thailandia e Turchia. È soprattutto a loro, ai giovani del mondo, che il network intende indirizzare il proprio lavoro di ricerca, a loro affidare le chiavi del peacekeeping.


di Redazione