“In carcere senza nessuna colpa”: parla il figlio di Aung San Suu Kyi

venerdì 6 ottobre 2023


“Da due anni e mezzo non ho notizie dirette di mia madre”. A parlare, in un’intervista al Corriere della Sera, è Kim Aris, figlio di Aung San Suu Kyi, 78 anni, premio Nobel per la pace, leader birmana in carcere dal colpo di Stato militare del febbraio 2021. È in isolamento, non può vedere gli avvocati, non è possibile inviarle una lettera, “figuriamoci parlarle”. “Sta molto male – racconta Kim Aris, 46 anni – è debole e spesso non riesce nemmeno a stare in piedi. Quello che sappiamo è trapelato perché i dottori della prigione hanno sollecitato un intervento esterno. Che senso ha trattarla in questo modo?”. “Mia madre ha dedicato la sua vita alla Birmania. Ora siamo tornati indietro di tre decenni”, prosegue il 46enne, che puntualizza: “Io so solo che una donna, premio Nobel per la pace, soffre in un carcere senza nessuna colpa. Penso che qualcuno dovrebbe alzare la voce e chiedere che sia liberata. E con lei i prigionieri di coscienza”.

“Le rimangono 27 anni di prigione, nonostante la giunta militare le abbia concesso un insignificante sconto di pena, per compiacere la Comunità internazionale. Se dovesse scontare l’intera pena, sarebbe libera a 105 anni. È chiaro che esiste il rischio che muoia in carcere”. Queste le parole di Kim Aris nei giorni scorsi al Gr3 Rai. Infine, annuncia: “Sono venuto in Italia per lanciare una raccolta fondi che partirà a fine mese, e per smentire in modo definitivo la falsa narrativa di mia madre sul massacro dei Rohingya. La stessa presenza di mia madre, al Tribunale dell’Aia nel 2019, dimostra la volontà di volersene occupare. Voglio ricordare che mia madre ha dovuto lavorare con i militari, perché questo prevedeva la Costituzione della Birmania, ma non ha mai lavorato per i militari”.


di Redazione