Svizzera: priorità allo sminamento umanitario in Ucraina

lunedì 2 ottobre 2023


Il 29 settembre il Consiglio federale della Svizzera ha approvato un pacchetto di 100 milioni di franchi per lo sminamento di aree civili e agricole in Ucraina e per favorire la ripresa del Paese. Il finanziamento verrà erogato in parti uguali dal Dipartimento della Difesa, della Protezione della popolazione e dello Sport (Ddps) e dal Dipartimento federale degli Affari esteri (Dfae). La Svizzera offre così il proprio know-how per contribuire ad affrontare questa enorme sfida umanitaria.

Nei 18 mesi trascorsi dall’inizio della guerra, l’Ucraina è diventata uno dei Paesi più minati al mondo. Si stima che un terzo del suo territorio – un’area di 174mila chilometri quadrati più grande di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord messi insieme – sia disseminato di mine e altri ordigni esplosivi. La situazione rende impossibile per l’Ucraina – da tempo conosciuta come il “granaio d’Europa” – di riprendere la produzione agricola. I civili che sono stati costretti a fuggire dalle loro case in seguito all’invasione russa stanno ora tornando, correndo notevoli rischi per la loro sicurezza, nelle zone di combattimento e nei territori riconquistati dall’esercito ucraino, in particolare nel nord (Chernihiv, Sumy, Kharkiv) e nel sud (Kherson) dell’Ucraina.

Da mesi ormai si moltiplicano i tragici incidenti: contadini che arano i campi calpestano mine anticarro, e altri civili, compresi bambini, che perdono la vita o gli arti a causa di ordigni esplosivi o mine antiuomo mentre giocano nei loro giardini o ripuliscono le macerie dalle loro case. Lo sgombero dei terreni contaminati dalle mine è una questione della massima urgenza e una precondizione per la ripresa del Paese.

Per consentire all’Ucraina di affrontare questa sfida che minaccia tutta la sua popolazione, la Svizzera si è dichiarata uno dei principali sostenitori e ha inserito lo sminamento umanitario tra le priorità del suo attuale programma di cooperazione internazionale. Tra il 2024 e il 2027 saranno stanziati complessivamente 100 milioni di franchi per lo sminamento umanitario, finanziati in parti uguali dal Ddps e dal Dfae.

La Svizzera dispone di competenze all’avanguardia nella lotta contro le mine. Ginevra ospita il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (Gichd), che negli ultimi dieci anni ha fornito all’Ucraina formazione, supporto strategico e consulenza tecnica per rafforzare la capacità delle sue istituzioni governative. Solo poche organizzazioni di sminamento sono attualmente attive in Ucraina. Tra questi c’è la Fondation Suisse de Déminage (Fsd), che intensifica l’impegno avviato nella regione del Donbas, dove infuria la guerra dal 2014. In Svizzera sono presenti anche numerosi produttori di macchine per lo sminamento.

La Svizzera è già impegnata in un’azione umanitaria contro le mine in Ucraina. Per il 2022 e il 2023 sono stati stanziati complessivamente 15,2 milioni di franchi specificamente per il sostegno del Dfae alle operazioni Gichd e Fsd.

Il Dipartimento della Difesa, della Protezione della popolazione e dello Sport ha donato ai soccorritori ucraini una macchina per lo sminamento della Fondazione Digger, un’organizzazione con sede nel Canton Giura, e finanzia la formazione del Gichd sullo sminamento umanitario per gli specialisti ucraini di questa specifica bonifica. Con tale pacchetto aggiuntivo di 100 milioni di franchi, la Svizzera potrà intensificare l’attività portata avanti dalla Fsd e da altri operatori di sminamento, fornire attrezzature e formazione agli sminatori ucraini, sostenere il Governo nei suoi sforzi volti a coordinare questa impresa titanica ed esplorare innovative soluzioni.

La decisione del Consiglio federale svizzero di sostenere a lungo termine l’Ucraina, un Paese devastato dalle mine e da altri ordigni esplosivi, conferma l’impegno a favore del Paese sancito nel Piano d’azione contro le mine 2023-2026 lanciato il 4 aprile. Il ministro degli Affari esteri, Dmytro Kuleba, ha ringraziato la Svizzera per il suo sostegno, definendolo “un aiuto sostanziale per ripulire il territorio ucraino dalle mine russe”.

(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative sulla Sicurezza


di Renato Caputo (*)