Nagorno-Karabakh, fiume di profughi verso l’Armenia

martedì 26 settembre 2023


La fuga degli abitanti del Nagorno-Karabakh è diventata un esodo. I profughi in viaggio verso l’Armenia hanno assunto la dimensione di un fiume di persone, che vuole abbandonare velocemente la piccola Regione azera gestita dalle forze separatiste che hanno firmato, nei giorni scorsi, un cessate il fuoco. Sarebbero circa 13.350 i cittadini dell’Azerbaigian di etnia armena in marcia verso il Paese confinante. Questo è un numero altamente provvisorio, con i profughi che nei prossimi giorni aumenteranno sicuramente. L’esodo è iniziato con la sconfitta del Nagorno dopo un’offensiva lampo di Baku, che in 24 ore avrebbe causato più di 200 vittime tra le forze separatiste e i civili. Secondo alcune fonti, sarebbero rimasti uccisi anche sei osservatori russi.

I dati sullo sciame di persone in fuga dall’Azerbaigian sono forniti direttamente dal governo di Erevan, che ha specificato come per 11mila profughi siano “già stati compilati i dati di registrazione, mentre per 2.550 persone si devono ancora identificare i bisogni. Tutte le persone che non hanno un luogo di residenza in Armenia ricevono dal governo un alloggio adeguato”, ha affermato l’esecutivo armeno. Il conflitto in Nagorno tra separatisti ed esercito azero sta spaventando i civili, che temono per la loro incolumità – o peggio – nella messa in pratica di una pulizia etnica.

Mentre il governo armeno si prepara all’accoglienza di decine di migliaia di profughi, i separatisti fanno sapere di aver ritrovato 13 corpi (il conto delle vittime salirebbe a 20) dopo l’esplosione di una stazione di servizio, avvenuta ieri. Sarebbero più di 300 i profughi rimasti feriti dalla detonazione, alcuni dei quali sono attualmente in viaggio verso l’Armenia, in cerca di sicurezza e stabilità. Intanto, la viabilità del Paese – già fragile di per sé – è andata in tilt.


di Edoardo Falzon