Washington sostiene Zelensky, ma il Congresso è diviso

venerdì 22 settembre 2023


Joe Biden è fermo nella sua decisione di voler continuare ad inviare aiuti all’Ucraina. “Siamo con voi e restiamo con voi”, ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca, rinnovando il suo impegno nei confronti di Volodymyr Zelensky, quando i due leader si sono incontrati nella stanza ovale. Oltre alle belle parole, il presidente degli Stati Uniti ha incluso un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev per 325 milioni di dollari. “È esattamente ciò di cui i nostri soldati hanno bisogno”, ha replicato il presidente ucraino. Missili di difesa aerea, munizioni per lanciarazzi, armi anticarro e proiettili per l’artiglieria sono solo alcuni degli approvvigionamenti inviati dal Pentagono a Kiev. La prossima settimana, le forze armate ucraine vedranno arrivare i primi carri armati Abrams, di fattura a stelle e strisce.

Ma questo secondo viaggio di Zelensky a Washington non è andato bene come il primo. Nessuna accoglienza da eroe. Anzi, è stato ricevuto a porte chiuse al Congresso, mentre alcuni deputati repubblicani cominciano a essere stanchi del protrarsi delle operazioni di guerra tra Russia e Ucraina. Alcuni membri del Gop hanno minacciato di voler bloccare un nuovo pacchetto di aiuti proposto da Biden, nel quale figurano sostegni da 24 miliardi di dollari (quasi il 3 per cento della spesa annuale del Pentagono). Biden ha detto a Zelensky di contare “sul buon giudizio del Congresso degli Stati Uniti”, ma per ora ha già dovuto rispedire al mittente la richiesta dei missili Atacms a lungo raggio, considerata fuori luogo.

Il Congresso adesso non è più tanto sicuro di voler tenere aperto il rubinetto degli aiuti, che finora è costato alle tasche dello Stato 100 miliardi di dollari, compresi di 43 miliardi in armamenti. Secondo alcuni membri dell’Organo legislativo Usa, tutti questi soldi potrebbero essere spesi meglio per difendere i confini nazionali e non, con la moltitudine di basi che l’esercito americano deve mantenere in tutto il mondo. Inoltre, la corruzione in Ucraina (che non è mai stata nascosta neanche da Kiev) fa temere ai deputati che gli aiuti non vengano sfruttati a dovere.


di Zaccaria Trevi