venerdì 15 settembre 2023
Mentre Pechino intensifica quelle che Taipei considera molestie da “zona grigia” nel tentativo di sfidare la sovranità di Taiwan, l’esercito dell’isola ha affermato nel suo ultimo rapporto sulla difesa nazionale che sta apprendendo importanti lezioni, nei suoi sforzi per contrastare la Cina, dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Pubblicato martedì, il rapporto biennale indica che il Ministero della Difesa nazionale di Taiwan sta imparando dalla strategia difensiva di Kyiv, compresa l’efficacia delle operazioni asimmetriche e la necessità di migliorare le capacità di comando decentralizzato. Il rapporto, inoltre, sottolinea la continua spinta da parte di Taiwan ad aumentare la resilienza e l’autosufficienza; a dare priorità all’industria della difesa nazionale e a rafforzare le sue capacità di “difesa totale”, promuovendo un approccio di difesa dell’intera società.
“Abbiamo utilizzato una mentalità innovativa e asimmetrica per costruire una potenza di combattimento complessivamente credibile e sfruttare le vulnerabilità” di una potenziale invasione militare cinese, ha detto il ministro della Difesa taiwanese, Chiu Kuo-cheng. E ha aggiunto: “Non cederemo un centimetro dei nostri territori sovrani e saremo irremovibili nel sostenere la democrazia e la libertà”.
Nel suo rapporto, il Ministero ha accusato la Cina – che vede la democratica Taiwan come una provincia separatista che deve essere riunita alla terraferma – di alterare lo status quo negli ultimi anni, cercando di stabilire una “nuova normalità” attraverso dannose tattiche da “zona grigia”, appena al di sotto della soglia di una vera e propria guerra. Ciò include attività come il dispiegamento di droni, aerei civili e navi da ricognizione vicino a Taiwan; lanciare attacchi informatici contro le principali agenzie e infrastrutture governative; e aumentare “la portata, la frequenza e l’intensità delle esercitazioni” per accelerare i preparativi per un’invasione.
Più specificamente, l’Esercito popolare di liberazione cinese (Epl) ha intensificato il numero di esercitazioni di atterraggio multiservizio, operazioni di ricognizione e incursioni nella zona di identificazione della difesa aerea autodichiarata (Adiz) dell’isola. Nell’ultimo incidente di questo tipo, Taipei ha dichiarato giovedì che 68 aerei dell’Epl sono stati visti volare vicino all’isola in un periodo di 24 ore, 40 dei quali sono entrati nell’Adiz sud-occidentale di Taiwan.
Il rapporto afferma anche che la Cina sta rafforzando la sua potenza aerea lungo la costa di fronte a Taiwan, completando la costruzione di aeroporti e stazionando permanentemente nuovi caccia e droni, lì per formare “una potenza aerea superiore, esercitare pressione sulla difesa aerea e conquistare la superiorità aerea”.
“La Cina sta progressivamente migliorando le sue capacità di invadere Taiwan, come l’A2/AD (anti-accesso/diniego d’area), il blocco marittimo e le rapide operazioni trifibie (che coinvolgono le tre Forze armate, ndr)”, ha avvertito il Ministero della Difesa, sottolineando al contempo la necessità di contrastare ciò, traendo insegnamento da quanto sta accadendo in Ucraina.
Prima del conflitto, l’esercito di Taiwan aveva già iniziato ad attuare concetti di difesa asimmetrica, poiché la rapida modernizzazione militare della Cina ha annullato molti dei vantaggi difensivi che un tempo l’isola aveva. Tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina ha accentuato il senso di urgenza, facendo emergere la necessità di essere preparati per qualsiasi evenienza. Sia Taiwan che l’Ucraina si trovano a fronteggiare potenze militari molto più grandi. Ciò ha dimostrato che la sicurezza di una nazione non può basarsi esclusivamente su garanzie di salvaguardia o promesse di pace.
Sebbene le isole in genere offrano al difensore un vantaggio costringendo l’attaccante a intraprendere uno sbarco anfibio, la mancanza di un confine terrestre rende difficile per i vicini fornire a Taiwan armi e altre risorse critiche, a differenza dell’Ucraina. Taiwan sta quindi seguendo un approccio sempre più autosufficiente e su più fronti che, tra le altre cose, trae vantaggio dalle caratteristiche geografiche dell’isola e sfrutta al meglio le sue limitate risorse.
Ciò significa basarsi sulle capacità di difesa litoranee e costiere consolidate e utilizzare le aree urbane e montuose di Taiwan per rafforzare le linee di difesa multidominio, ricorrendo al camuffamento, alla ridondanza, alla mobilità e all’occultamento per rendere difficile per l’Epl individuare e attaccare le forze taiwanesi. Ci sono solo pochi luoghi adatti per le operazioni di sbarco anfibio a Taiwan; quindi, l’idea è quella di perseguire una “strategia di negazione” in aree strategiche per cercare di controllare l’accesso all’aria e alle acque intorno a Taiwan, tenendo così a bada le forze cinesi. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, Taiwan sta rapidamente acquisendo armi mobili, di precisione e a lungo raggio, nonché sistemi senza pilota e abilitati all’intelligenza artificiale, compresi i droni, come indica il rapporto.
Taiwan non solo ha acquistato questi sistemi dagli Stati Uniti, ma li ha anche sviluppati in patria, con la principale Unità di ricerca militare dell’isola che ha presentato a marzo una serie di droni di attacco e sorveglianza nazionali, tra cui una munizione vagante simile nell’aspetto al drone AeroVironment Switchblade 300 di fabbricazione statunitense schierato dall’Ucraina.
Un’altra lezione che Taipei sta traendo è la necessità di migliorare la resilienza operativa decentralizzando il comando e il controllo. Ciò, dicono gli esperti, sarà fondamentale per consentire alle unità schierate sul campo di battaglia di completare le missioni assegnate nel caso in cui le comunicazioni con il comando centrale venissero interrotte. Allo stesso tempo, Taiwan prevede di estendere il proprio spazio di difesa verso le aree costiere e di monitorare gli indicatori “evidenti” di invasione, ha affermato il Ministero. Inoltre, l’isola ha affinato le sue capacità di guerra elettronica e informatica come parte degli sforzi per migliorare le operazioni congiunte. Questa strategia, ha sottolineato il Ministero, si basa sul principio di “utilizzare la tecnologia per rafforzare le capacità umane e applicare la potenza di fuoco prima di schierare le truppe”. L’obiettivo generale di questi approcci a lungo raggio e multidominio è quello di “imporre rischi e costi inaccettabili a qualsiasi invasione nemica”, ha continuato il Ministero. Ma forse l’insegnamento più grande che Taiwan sta traendo da quanto accade in Ucraina è la necessità di promuovere corsi di difesa civile e approfondire la comunicazione con la società civile, nel tentativo di costruire un approccio globale per rendere l’isola più resiliente.
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha mostrato al mondo, inclusa Taiwan, l’importanza della difesa nazionale”, ha rivelato James Char, esperto di difesa presso la Nanyang Technological University di Singapore. Taipei comprende anche che avere una popolazione civile mentalmente resiliente è un “complemento necessario a un esercito capace a livello operativo”, ha rimarcato.
(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative per la Sicurezza
di Renato Caputo (*)