venerdì 8 settembre 2023
Nei mesi di luglio e agosto di quest’anno la Moldova ha espulso 45 diplomatici russi e il personale dell’ambasciata, motivando la decisione con la preoccupazione per i tentativi di Mosca di “destabilizzare” la situazione nel Paese. L’espulsione è stata l’epilogo di un’indagine, secondo la quale sul tetto dell’ambasciata russa a Chişinău c’erano antenne in grado di ascoltare le conversazioni telefoniche. L’inchiesta aveva anche svelato che spesso su quel tetto erano presenti alcuni membri dell’Svr e dei servizi segreti militari russi, strettamente collegati a gruppi di hacker. Nonostante l’espulsione di massa dei diplomatici, tra il personale dell’ambasciata russa a Chişinău rimangono alcuni dipendenti legati ai servizi speciali russi. Secondo i database trapelati, almeno due di questi diplomatici hanno legami con il Servizio di sicurezza federale della Federazione Russa (Fsb) e altri due con l’intelligence militare russa (Gru).
La Russia continua a dotare le sue ambasciate europee di personale legato all’intelligence nonostante gli sforzi dei Paesi dell’Ue per ridurre il numero di spie russe che lavorano sotto copertura diplomatica in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina, da parte del presidente Vladimir Putin, avvenuta nel febbraio del 2022. A marzo, un’indagine aveva rivelato che almeno tre diplomatici russi che erano stati espulsi o inseriti nella lista nera degli Stati membri dell’Ue per le loro attività di spionaggio erano stati trasferiti all’ambasciata russa in Serbia.
Dalle liste diplomatiche gestite dal Ministero degli Esteri della Repubblica di Moldova emerge che, dopo le espulsioni di agosto, presso l’ambasciata russa nella capitale Chişinău sono rimasti solo dieci diplomatici accreditati. Tra loro ci sono i due primi segretari, Boris Suchilin e Konstantin Zyablikov, entrambi con precedenti indirizzi associati all’Fsb russo a Mosca, secondo i database trapelati su Internet. Nei documenti di immatricolazione del veicolo di Suchilin, nel 2019, è indicato come indirizzo Dobrolyubova proezd, 3a, a nord-est di Mosca. Questo edificio, che era in precedenza la sede dell’unità militare dell’Fsb numero 93544, è ora il centro di addestramento dell’Fsb.
Altri documenti ufficiali indicano, quale indirizzo a Mosca del suo collega Zyablikov per il periodo dal 2010 al 2015, Bol’šaja Lubjanka numero 2. Questo indirizzo, indicato come il luogo di lavoro di Zyablikov, è collegato in numerosi documenti trapelati in rete come l’Unità militare numero 14057, il Dipartimento di controspionaggio militare dell’Fsb nel distretto militare di Mosca.
Per quanto riguarda la registrazione del luogo di residenza degli agenti dell’Fsb presso le strutture dei servizi speciali, questa è una pratica comune. Lo stesso Zyablikov era tra le centinaia di persone identificate nel marzo 2022 dalla Direzione principale dell’intelligence delle forze armate ucraine come agenti dell’Fsb registrati nell’edificio di piazza Lubjanka e presumibilmente coinvolti in attività illegali in Europa per conto della Russia.
Nei database della polizia stradale, trapelati in rete, si trova anche l’indirizzo di registrazione dell’assistente addetto militare presso l’ambasciata russa in Moldova, Dmitry Kelov: via Marshal Biryuzova, numero 4, a nord-ovest di Mosca. Questo edificio viene utilizzato per ospitare il personale del Gru. Solo per citare un personaggio noto ai più, in questo stesso edificio era domiciliato Anatoly Chepiga, l’agente del Gru accusato di aver avvelenato Sergei Skripal e sua figlia nel Regno Unito nel 2018 con il Novichok, e sospettato di essere il responsabile del sabotaggio a un deposito di armi in Repubblica Ceca del 2014.
Secondo un’indagine di Bellingcat del settembre 2018, Anatoly Chepiga si era diplomato alla vicina Accademia militare del Ministero della Difesa, nota come Conservatorio Gru. Di fronte a lui, nella casa 48, edificio 2, lungo via Narodnogo Opolcheniya, a metà degli anni 2000 era registrato un altro “diplomatico” russo rimasto a lavorare nella capitale moldava, l’addetto dell’Aeronautica Andrey Lobov. Come risulta da fonti aperte, inclusi i contratti di servizio pubblico, database di persone giuridiche e decisioni dei tribunali, questo edificio è la casa dipartimentale del “Conservatorio”.
Esaminando alcuni materiali storici sul “Conservatorio” si può trovare una menzione del fatto che questa struttura era incaricata dell’addestramento sia degli agenti del Gru, che venivano mandati all’estero come addetti d’ambasciata, sia degli addetti militari. I due programmi di addestramento hanno programmi simili e queste due tipologie di dipendenti spesso “si scambiano di posto”.
È un dato di fatto che, negli ultimi anni, tra coloro che sono stati più volte espulsi dai Paesi europei per accuse di spionaggio tra il personale “diplomatico”, i russi siano i più numerosi. Solo per citare l’ultimo in ordine di tempo, lo scorso primo settembre, in Danimarca, è stata pubblicata un’inchiesta che ha rivelato che il nuovo addetto militare presso l’ambasciata russa a Copenaghen, Vladimir Grekov, è in effetti un ufficiale di alto rango dell’intelligence militare russa. Ma la lista di casi analoghi nel continente europeo è davvero lunga.
Vi è poi un altro diplomatico russo, anche lui tuttora impiegato presso l’Ambasciata russa in Repubblica di Moldova, che ha forti legami con il Ministero della Difesa russo, pur non essendo un addetto militare. Il suo nome è Vladislav Darvai, ufficialmente un “addetto commerciale”. I database trapelati mostrano che Darvai, in Russia, dal 2011 al 2012 era registrato in un alloggio in via Sadovnicheskaya 53, dove si trovano diverse organizzazioni controllate dall’esercito russo. Questo indirizzo è anche elencato sul sito web del dipartimento militare russo come indirizzo dell’Agenzia statale russa per gli appalti della difesa “Garrison”.
Uno dei diplomatici russi menzionati nell’inchiesta di luglio sulle antenne paraboliche presenti sul tetto dell’ambasciata, pubblicata dalla testata Moldovan Jurnal Tv, era Vladimir Gorokhov, un addetto che, secondo le liste diplomatiche del Ministero degli Affari esteri della Moldova, è stato accreditato dall’Agenzia “Garrison” nel luglio 2021. Gorokhov non è stato incluso tra le decine di diplomatici e del personale dell’ambasciata che hanno lasciato la Moldova ad agosto, dopo che Chişinău aveva ordinato all’ambasciata di ridurre la propria presenza diplomatica nel Paese. Resta al suo posto nella capitale della Moldova.
Il fatto che ben sei dei dieci “diplomatici” russi rimasti in Moldova siano membri di Servizi di intelligence di Mosca o risultino legati ad essi a vario titolo è un dato sconcertante; soprattutto se si considera che quelli rimasti sono i superstiti del repulisti attuato appena in agosto. In una nota del Ministero degli Affari esteri di Chişinău, si legge che sono stati compiuti “diversi passi decisivi per contrastare le azioni destabilizzanti della Federazione Russa dirette contro il nostro Paese”, tra cui la riduzione della presenza diplomatica di Mosca in risposta ad “azioni ostili, anche nel contesto di sospetti su possibili attività di spionaggio”.
Alla luce dei nuovi elementi emersi, non resta che continuare a investigare, anche nelle altre capitali europee, sui trascorsi del personale russo che viene accreditato con lo status diplomatico, onde evitare gli stessi spiacevoli inconvenienti.
(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative sulla Sicurezza
di Renato Caputo (*)