Il Niger spaventa anche Bruxelles

mercoledì 9 agosto 2023


Il territorio del Sahel consiste prevalentemente in deserto e si estende dall’Oceano Atlantico fino al Corno d’Africa, passando dagli Stati dell’Africa Centro Settentrionale come la Mauritania, il Mali, il Burkina Faso, il Niger. La regione del Sahel viene considerata di fatto la frontiera meridionale dell’Europa ed assume valore strategico sotto il profilo della sicurezza, della gestione del fenomeno migratorio e del contrasto ai traffici illeciti favoriti dal fragile tessuto economico e istituzionale.

Il colpo di stato in Niger e la caduta del presidente Mohamed Barzoum, alleato dell’Occidente, rende tutto più complesso. In caso di scontro militare il Sahel potrebbe essere totalmente fuori controllo e questo apre ad una serie di scenari inquietanti.
Se il Niger dei golpisti passasse sotto l’influenza russa, o comunque della Wagner, aumenterebbe il rischio dell’uso dei migranti come strumento di una guerra ibrida, così come è accaduto con la Bielorussia prima dell’invasione di Mosca dell’Ucraina. Un intervento occidentale d’altronde evocherebbe scenari neocoloniali e getterebbe nel caos totale un paese che già viaggia sull’orlo del baratro.
Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del 67/o anniversario della tragedia di Marcinelle, è tornato a ribadire un concetto: “Roma vuole che la soluzione alla crisi sia diplomatica e intende scongiurare assolutamente un conflitto”.

Di fronte ad una nuova crisi pronta a lambire il vecchio continente l’Italia sottolinea anche la necessità di un’azione coordinata di tutta l’Europa. Sul dossier migranti, il governo guidato da Giorgia Meloni sin dal suo insediamento professa - e in questo senso ha portato a casa dei risultati, a cominciare dall’intesa tra Ue e Tunisia - la portata comunitaria della questione. L’obiettivo numero uno resta la lotta all’immigrazione irregolare.

“Dobbiamo impedire che chi cerca una vita diversa sia sfruttato dai trafficanti di essere umani, che sono gli stessi che trafficano droga e armi”, ha spiegato Tajani rimarcando come “la questione migratoria vada affrontata a livello europeo perché è talmente vasto il problema che non può pensare solo l’Italia di risolverlo. Guardiamo per esempio a cosa succede anche alla frontiera con la Francia con i respingimenti di migranti”. 

L’allarme non è scattato solo a Roma ma in tutte le cancellerie europee e nella stessa Bruxelles


di Redazione