Usa: i giovani si allontanano dai Democratici

lunedì 7 agosto 2023


I giovani, che finora hanno rappresentato lo zoccolo duro dei Democratici negli Stati Uniti, si stanno allontanando dal partito. L’allarme elettorale è stato lanciato da alcuni recenti sondaggi che – secondo il sito d’informazione The Hill – hanno svelato un leggero calo tra coloro che si definiscono democratici. A valorizzare quest’informazione è stata l’analisi del direttore dei sondaggi all’Istituto di politica Kennedy di Harvard, il professor John Della Volpe, che ha sottolineato come il partito progressista sia destinato – in vista delle Presidenziali del 2024 – ad incontrare delle difficoltà tra gli elettori della fascia di età tra i 18 e i 29 anni. “Quasi tutti i segnali che in passato mi avevano reso fiducioso sull'affluenza dei giovani adesso mostrano indicazioni allarmanti”, ha ammesso l’esperto.

La Generazione Z (anche conosciuta come GenZ), ovvero quella fetta di popolazione mondiale nata tra la fine degli anni ’90 e i primi anni dieci del duemila, è considerata essere la generazione più politicamente attiva nella storia degli Usa. Sono gli stessi che si sono riversati alle urne nelle ultime elezioni, da quelle del 2020 al voto di midterm nel novembre dell’anno scorso. Secondo gli analisti il rischio che stanno correndo i democratici consiste nella fuga di giovani elettori.

Infatti, quella fascia di americani che era considerata dal partito progressista una “cassaforte” di voti, potrebbe pian piano scomparire. La GenZ, per gli esperti, non si riverserebbe però sugli avversari, ma sceglierebbe di non votare affatto. Stando al sondaggio Harvard youth poll del 2019, il 39 per cento degli intervistati si definiva democratico. Ora, la percentuale è scesa al 35 per cento, mentre i giovani elettori che si identificano come “indipendenti” o “non legati a un partito” sono passati dal 36 per cento di 4 anni fa al 40 per cento di adesso. Questo baratto di punti percentuali tra le due fazioni indica che i progressisti non si sentono più rappresentati dai progressisti stessi, e quindi potrebbero scegliere nel futuro prossimo di votare (qualora decidessero di recarsi alle urne) più per il personaggio politico che per il partito che rappresenta.


di Redazione