Perché Putin rafforza la Guardia russa

giovedì 3 agosto 2023


Alla fine di luglio, il Consiglio della Federazione russa ha approvato un disegno di legge precedentemente adottato dalla Duma di Stato, che concede alla Guardia nazionale della Federazione russa, detta anche Guardia russa, il diritto di disporre di attrezzature militari pesanti.

A metà luglio, le Forze speciali del Ministero degli Affari interni sono passate sotto la Guardia russa. Il ruolo del generale Viktor Zolotov, che ne è il direttore, viene rafforzato dopo la ribellione wagneriana ed in considerazione di un possibile aggravamento della situazione interna del Paese.

Con questo provvedimento, viene legalizzato l’utilizzo dei carri armati da parte della Guardia russa, che potrà impiegarli per liberare ostaggi, proteggere cittadini, funzionari e personale militare, garantire la sicurezza durante i disordini ed in situazioni di emergenza, fermare i veicoli, sopprimere le attività di gruppi armati illegali, neutralizzare la resistenza di persone armate e distruggere droni.

Il disegno di legge è stato presentato dai deputati del partito di Vladimir Putin, Russia Unita: Alexander Khinshtein (considerato un lobbista per gli interessi della Guardia russa alla Duma di Stato); Vasily Piskarev, presidente del Comitato di sicurezza e Andrey Kartapolov, presidente del Comitato di difesa.

La nota esplicativa al disegno di legge afferma che, poiché la Guardia russa svolge i compiti di “lotta al terrorismo e all’estremismo”, garantendo la legge marziale e le operazioni antiterrorismo, partecipando alla difesa del territorio, dispone già ora di aerei da trasporto ed elicotteri multiuso, veicoli da combattimento di fanteria, portaerei e altri veicoli corazzati da combattimento, artiglieria, sistemi di comunicazione, barche e attrezzature elettroniche.

“In effetti, il disegno di legge propone [...] di adeguare alla realtà il testo delle attuali norme della legge federale, il che chiarirà le lacune giuridiche esistenti e darà certezza formale alle norme modificate”, afferma sempre la nota esplicativa.

La presenza della Guardia russa al fronte in Ucraina sta diminuendo. A questo proposito, l’esperto militare ucraino Yigal Levin ha dichiarato: “Quando l’invasione su vasta scala è iniziata il 24 febbraio 2022, le unità militari sono entrate (nel territorio ucraino, ndr) come in parata e la Guardia nazionale ha ‘sfilato’ proprio dietro di loro. Poiché non ci si aspettava alcuna resistenza dall’Ucraina, la Guardia russa si era predisposta per svolgere le proprie funzioni repressive dirette. Scudi e manganelli vennero trovati nelle colonne di automezzi bruciati. Successivamente, i russi iniziarono ad utilizzare queste unità per la linea del fronte. In particolare, quando ci sono stati i combattimenti per liberare Izyum, Balakleya e altri insediamenti, mezzi della Guardia russa sono stati trovati e distrutti dalle forze ucraine”.

Ora la Guardia russa è raramente impiegata in prima linea. Dopo la ribellione del Gruppo Wagner, il direttore della Guardia russa, Viktor Zolotov, ha affermato che durante la ribellione è rimasto sempre in contatto con il presidente russo.

La Guardia russa dovrebbe garantire il mantenimento dell’ordine all’interno del Paese. Da quanto risulta, il giorno della ribellione è rimasta inerte, perché non ha ricevuto alcun ordine da parte di Putin.

Alcuni osservatori fanno notare che, tuttora, non è noto cosa abbia fatto quel giorno il ministro della Difesa, Sergei Shoigu.

“A seguito della fallita ribellione, tutti chiedono qualcosa a Putin per aver dimostrato la propria lealtà. L’Fsb otterrà qualcosa, la Guardia russa otterrà qualcos’altro”, ha osservato Alexander Morozov, professore all’Univerzita Karlova di Praga, esperto del Free Russia Institute, un think tank politico con sede a Vilnius che rappresenta la più grande piattaforma dell’opposizione russa.

Il braccio di ferro tra il Ministero degli Interni e la Guardia russa

Sempre a metà luglio si è concluso il confronto tra il Ministero dell’Interno e la Guardia nazionale sul Distaccamento delle Forze speciali Grom. Seimila poliziotti delle forze speciali passeranno da essere subordinati al ministro degli Interni, Vladimir Kolokoltsev, alle dirette dipendenze del direttore della Guardia nazionale, Viktor Zolotov.

A quanto pare, Putin ha più fiducia in Zolotov che in Kolokoltsev.

Il fatto che questi intrighi di palazzo creino uno squilibrio all’interno del blocco di potere non sembra preoccupare nessuno.

Per la Guardia nazionale, l’aggiunta delle Forze speciali Grom non rappresenterà solo un incremento numerico dei propri organici. Il Ministero dell’Interno, ultimamente, non ha quasi mai coinvolto la Guardia nazionale nelle proprie attività, quando era in grado di cavarsela utilizzando le Forze speciali Grom.

Questo porta a sollevare una domanda, pensando al futuro della Russia: perché è così importante portare tutte le Forze speciali sotto la Guardia nazionale? Il personale in servizio presso l’Omon (Unità mobile per scopi speciali), il Sobr (Squadra speciale di reazione rapida) e Grom, essendo alle dipendenze della Guardia nazionale ha lo status di personale militare, accedendo ai connessi benefit, come – per citare solo un esempio – i mutui militari agevolati. Anche per quanto riguarda i gradi, questo cambiamento implica un enorme vantaggio. Se fosse stato mobilitato un colonnello del Ministero degli Affari interni, secondo la normativa previgente, sarebbe andato a prestare servizio nel grado di soldato semplice o sergente nell’esercito, mentre ora, rivestendo già un grado militare, lo mantiene anche in caso di mobilitazione.

Le autorità si aspettano un aumento delle tensioni interne in Russia e stanno cercando di fidelizzare al massimo gli appartenenti della Guardia russa, così da poter fare maggiore affidamento su di loro.

La legge amplia inoltre le possibilità per la Guardia russa di fare uso della forza, anche all’interno del Paese. È probabile che la Russia debba affrontare la mobilitazione generale e la legge marziale, il che comporterà, senza dubbio, alcuni rischi. “Saranno necessarie basi legali (sic!) – afferma il testo del provvedimento – per sopprimere ogni resistenza armata”.

La Guardia russa, prima di questa riforma, non sarebbe stata in grado di resistere a mercenari ben armati, perché è stata creata per disperdere i manifestanti, mentre dopo questa modifica legislativa, dovrebbe – almeno nelle intenzioni del Cremlino – poter affrontare le nuove realtà della guerra.

Oleg Kashintsev, un ex maggiore della polizia costretto a lasciare la Russia per aver partecipato a delle manifestazioni in difesa dell’opposizione politica russa, sostiene che: “Le autorità si stanno preparando per possibili ribellioni e rivolte. Il Cremlino concentra l’armamento nelle mani di coloro di cui si fida e che ritiene lo proteggeranno in caso di un’altra campagna contro Mosca. La leadership della Guardia russa è assolutamente fedele al Cremlino. Come è possibile constatare guardando al caso del generale Zolotov, i criteri di selezione del Cremlino danno priorità alla lealtà rispetto alle capacità. Questo accade a tutti i livelli, anche per i dipendenti inferiori, non solo per i dirigenti. Le lezioni di informazione politica si tengono sistematicamente da tempo nelle unità della Guardia russa, dove ai dipendenti viene costantemente spiegato cosa è ‘buono’ e cosa è ‘cattivo’, chi è un ‘nemico’ e chi è un ‘amico’. 

 (*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative sulla sicurezza


di Renato Caputo (*)