Il vortice africano inghiotte il Sahel ed i Wagner

giovedì 3 agosto 2023


Evgenij Prigožin, oligarca russo in rovina, e capo in declino dei mercenari Wagner, la settimana scorsa dalla Bielorussia, dove è stato mandato in esilio, in un video ha esortato i suoi combattenti a recarsi in Africa, dato che sul fronte ucraino per ora non è previsto il loro utilizzo.

Ma la parabola dei Wagner, nel suo complesso, è in caduta libera. L’assoluta inaffidabilità di questi soldati prezzolati e del suo capo, scaturita dopo la fallita marcia su Mosca di fine giugno, ha sancito, prima il congelamento ed ora sembra l’annichilimento di questa organizzazione paramilitare; nonostante la presenza di un migliaio di Wagner in Bielorussia a cinque chilometri dal confine polacco, ora sotto il controllo dei militari regolari.

Il colpo di Stato in Niger, unito agli altri golpe del Burkina Faso, Mali, Guinea e dalla situazione di guerra civile in Sudan, tutti Stati dove la presenza dei Wagner è radicata e dove la Russia ha una influenza crescente, stanno favorendo la cronica e strutturale destabilizzazione socio-politica dell’area del Sahel. Ma soprattutto si sta allentando la pressione contro il devastante jihadismo che imperversa in questa regione.

Perché i Wagner sono in Africa? La motivazione principale è semplice, a scopo di lucro; anche se un ruolo importante era stato dato dal Cremlino per sostenere gli interessi diplomatici ed economici della Russia.

Ma l’aspetto economico è stato determinate per l’impegno di Prigožin: diamanti, oro, petrolio e uranio. Nella Repubblica Centrafricana il presidente Faustin-Archange Touadéra ha persino utilizzato i mercenari come sue guardie del corpo, scrollandosi del peso del “potere coloniale francese”. Tuttavia la congiuntura attuale che vede la Francia perdere la sua storica ascendenza su questi Stati – Mali in testa – che si stanno gettando sempre con maggiore convinzione tra le braccia di Mosca subentrata a Parigi dal 2021, anche come supporto armato contro i militanti islamisti, è il vero vantaggio della Russia; come si nota anche dai video girati a Niamey, in Niger, in questi giorni.

Ricordo che il coinvolgimento ufficiale in Africa dei Wagner è iniziato nel 2018 quando istruttori militari furono inviati in Sudan e nella Repubblica Centrafricana per poi trasferirsi in Libia nel 2019. Così Prigožin ha tessuto una rete di società a lui associate che conducono affari nei Paesi in cui opera il gruppo mercenario; nella Repubblica Centrafricana, queste società commerciavano in minerali e armi ma producevano anche vodka e birra. Ricordo che la presenza dei Wagner in Sudan ha permesso alla compagnia mineraria russa M Invest, che secondo gli Stati Uniti è/era di proprietà o controllata da Prigožin, di allungare i suoi tentacoli nel Paese. La sua filiale, Meroe Gold, è uno dei maggiori produttori di oro dell’Africa.

Ma la parabola di Prigožin è ormai in discesa e la sua estromissione dalla attività bellica in Ucraina è solo la punta dell’iceberg di questo sistema. Infatti dietro all’ex capo dei mercenari c’è un dedalo di affari dove la corruzione, la politica, il traffico di materiali preziosi, armi ed ogni genere di business, dovranno essere condotti su binari diversi da quelli da lui utilizzati. È proprio alzando il coperchio di questo sistema che emergono anche altri aspetti della tentacolare vita del leader dei Wagner. Così si scopre che Prigožin avrebbe avuto, prima del suo esilio in Bielorussia, un vero e proprio harem di giovani donne, sembra appena maggiorenni, che lo allietavano dopo le funeste battaglie. Il Solo Sokos Hotel di San Pietroburgo era uno dei luoghi dove teneva le giovani amanti, che a rotazione abitavano queste stanze. Quindi un aspetto maniacale del 62enne Prigožin, che non è dissonante con le sue modalità comportamentali tendenzialmente compulsive e con un egocentrismo morboso. Pertanto leggendo The Insider di alcuni giorni fa si scopre la sua vita sessuale, dove “fioriscono” testimonianze di donne che hanno venduto la propria verginità per 40mila rubli, circa 400 euro, all’ex leder dei Wagner. Inoltre, senza scendere in dettagli morbosi ben esplicitati nell’articolo, secondo una testimone Prigožin era convinto che avere rapporti con donne vergini prolungasse la sua giovinezza; come se ricevesse da loro una carica di vitalità. Infine affermazioni di operatrici del sesso russe attestano che il capo dei Wagner, “tendenzialmente penalizzato dalla natura”, utilizzasse artifizi per aumentare la sua virilità.

Insomma, un uomo dalla personalità complessa ed inquinata da perversioni non solo sessuali ma anche dal comportamento, come sempre dimostrato in ogni sua esternazione. Un uomo al tramonto ma che lascia dietro di sé un “sistema complesso” e da riorganizzare, soprattutto in Africa.

Intanto la Nigeria, lo Stato colosso del blocco dell’Africa occidentale, si sta impegnando per abbattere i militari autori di un putsch in Niger. Così il 30 luglio, l’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, presieduta dal Bola Tinubu, capo di Stato della Nigeria, ha intimato ai golpisti una settimana per restaurare l’ex presidente Mohamed Bazoum, rovesciato a Niamey. Ma Burkina Faso, Mali e Guinea hanno già riconosciuto i colleghi golpisti del Niger.


di Fabio Marco Fabbri