Golpe in Niger, Parigi evacua i cittadini francesi

martedì 1 agosto 2023


Qualcosa è cambiato al Quai d’Orsay, nel palazzo degli Esteri parigino. Per via del golpe che ha destituito il governo in Niger il 26 luglio scorso, inizierà oggi l’operazione di evacuazione dei cittadini francesi dal Paese. Lo ha annunciato Catherine Colonna, il ministro degli Esteri transalpino, che fino a ieri non riteneva necessario l’esodo dei suoi concittadini. Inoltre “anche i cittadini europei che desiderano lasciare” il Niger saranno aiutati, ha precisato la titolare del Ministero. I cittadini francesi lasceranno Niamey “molto presto e in pochissimo tempo”, come aveva preventivato il sito di Le Figaro, citando l’ambasciata transalpina, secondo la quale “si sta preparando un’operazione di evacuazione per via aerea” dopo il colpo di Stato della scorsa settimana. Malgrado il golpe e l’arresto di quattro ministri del governo precedente, la situazione nella capitale nigerina è “molto calma” da domenica pomeriggio, secondo il racconto di Amaury Hauchard, il corrispondente dell’emittente parigino Bfmtv. Infatti, dopo l’attacco all’ambasciata francese non sono più state registrate sommosse. “Qui si parla poco di questo sentimento antifrancese di cui si parla invece tanto all’estero”, ha proseguito il giornalista. “Ci sono molte persone che ci hanno detto: non siete voi i bersagli, è la Francia e il sistema francese. Per voi cittadini nessun problema”, ha aggiunto l’inviato.

Intanto Mali e Burkina Faso, due dei Paesi confinanti con il Niger, hanno messo in guardia la Comunità economica dei Paesi dell'Africa occidentale (Ecowas) ma anche l’Occidente: “Un intervento militare sarebbe una dichiarazione di guerra contro di noi”. Lo hanno annunciato Abdoulaye Maïga e Jean Emmanuel Ouédraogo, i portavoce dei due governi, in un comunicato congiunto rivolto ai leader dell’Ecowas. Nel testo si legge: “Avvertiamo che qualsiasi intervento militare contro il Niger equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro Burkina Faso e Mali”. I due governi, qualora si arrivasse a questo punto, farebbero un passo indietro dalla Comunità e adotterebbero misure di “autodifesa in appoggio alle forze armate e al popolo del Niger”.


di Redazione