Il Regno Unito sta addestrando le forze speciali ucraine

lunedì 31 luglio 2023


Obiettivo: riconquistare la Crimea entro Natale

Il Sunday Express, un tabloid britannico che simpatizza con il partito conservatore al governo con una tiratura di circa 150mila copie, ha riferito che le forze britanniche stanno addestrando una Brigata ucraina d’élite di forze speciali per aiutare l’Ucraina a riconquistare la Crimea entro Natale. Secondo le sue fonti, più di 2mila soldati ucraini sono giunti nel Regno Unito per partecipare ad esercitazioni speciali.

Le fonti della pubblicazione affermano che queste truppe saranno la punta di diamante dell’operazione per riconquistare la Crimea, mentre altri due reparti effettueranno attacchi paralleli. Le operazioni avverranno con il supporto di nuovi stock di missili a lungo raggio, che verranno forniti da Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania. L’operazione includerà attacchi aerei, terrestri e marittimi e le forze speciali ucraine avranno il compito di indebolire e paralizzare le truppe russe. In altri luoghi, le unità corazzate sfonderanno le difese. L’addestramento si sta svolgendo nella contea di Devon presso il Centro di Okehampton, che è stato interdetto a tutte le altre unità militari e al pubblico.

Sabato sera, un’importante fonte militare britannica ha affermato che l’enfasi dell’addestramento – supervisionato dal “42 Commando” dei Royal Marines – punta ad aiutare le truppe ucraine a “modellare lo spazio di battaglia” prima di colpire al cuore il nemico.

“L’operazione per riconquistare la Crimea comporterà molteplici assalti alle forze russe”, ha detto la fonte, aggiungendo: “Possiamo addestrarli nelle nostre tattiche di combattimento e mostrare come utilizzare i sistemi d’arma forniti, ma il successo verrà dalla capacità degli ucraini di adattarsi rapidamente e superare le sfide”.

Sabato sera, anche il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov ha confermato che le forze sarebbero entrate in Crimea “presto”.

Keir Giles, Senior consulting fellow del Royal Institute of International Affairs ed autore del libro “Russia’s War on Everybody”, ha affermato che la riconquista della Crimea è parte dell’obiettivo dichiarato dal presidente Volodymyr Zelensky di rimuovere tutti gli occupanti dal suolo ucraino. Keir Giles ha dichiarato: “È improbabile che ciò si possa ottenere attraverso una guerra lampo a meno che le forze russe non siano completamente collassate. Se, però, gli attacchi al ponte di Kerch dovessero continuare, interdicendo la linea ferroviaria e ciò dovesse coincidere con un’offensiva che minacci le altre direttrici, alla fine ciò avrebbe un impatto effettivo sulla capacità di tenuta della Russia in Crimea”.

Vladimir Putin nella tarda serata di venerdì, dopo la conclusione del programma principale del vertice Russia-Africa, aveva incontrato diversi leader africani che avevano precedentemente avanzato proposte per un accordo di pace in Ucraina. Giles ha bollato come infondate le affermazioni che indicavano che Putin stesse “studiando attentamente” il piano di pace proposto dai leader africani.

Durante il vertice di San Pietroburgo Putin ha usato il fervore anticoloniale per ottenere il sostegno delle nazioni africane, che rappresentano il più grande blocco elettorale delle Nazioni Unite, ma ci sono stati segnali importanti che la sua popolarità stia diminuendo in Africa, anche a causa del blocco del grano attuato dalla Russia nel Mar Nero.

Il presidente della Repubblica del Sudafrica Cyril Ramaphosa, tra gli intervenuti al vertice, ha invitato Putin a tornare al cosiddetto “accordo sul grano”, chiarendo che la proposta russa di fornire grano all’Africa, anche gratuitamente, non può sostituire la Black Sea Grain Initiative (questo il nome ufficiale dell’accordo). “Non siamo venuti qui per chiedere dei ‘regali’. Certo, capiamo che tu hai deciso di donare del grano ad alcuni Paesi africani che stanno affrontando alcune difficoltà... ma questo non è il nostro obiettivo principale qui; non è il nostro compito principale raggiungere alcune forniture di questa natura”, ha detto Ramaphosa.

Putin in precedenza aveva promesso di fornire gratuitamente 25-50mila tonnellate di grano a sei Stati: Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea. Tuttavia, gli analisti di settore sostengono che si tratti solo di una piccola frazione del grano necessario a questi Paesi.

Il presidente russo ha anche affermato che Mosca è pronta a sostituire commercialmente il grano ucraino nel mercato africano. Subito dopo l’annuncio di Putin sulle forniture gratuite di grano, Azali Assoumani, presidente delle Comore e dell’Unione africana, ha parlato alla sessione plenaria del forum. Ha ricordato che l’Africa sta affrontando l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e ha chiesto di “facilitare la consegna di grano ucraino e russo ai nostri Paesi”.

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha parlato in plenaria della necessità di “raggiungere un consenso sulla questione dell’accordo sui cereali”. Il ministro degli Esteri del Ciad e presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki ha osservato che i Paesi africani sono preoccupati per l’approvvigionamento di grano: “L’iniziativa sul grano dovrebbe funzionare a beneficio di tutti i Paesi del mondo, e in particolare dei Paesi africani”.

Il vertice Russia-Africa è risultato un fiasco per Putin. Dei 54 Paesi africani, solo 17 capi di Stato erano presenti al vertice di due giorni, rispetto ai 43 del primo vertice del 2019. Giles ha dichiarato: “Quel piano è irrealizzabile perché le nazioni africane riconoscono che la causa principale del conflitto è l’invasione della Russia – e la linea di base è il ritiro della Russia – non qualcosa che Putin è disposto a fare”.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e Normative sulla sicurezza


di Renato Caputo (*)