Il golpe in Niger che preoccupa l’Ue

venerdì 28 luglio 2023


Il colpo di Stato in Niger ha, di fatto, sancito la caduta dell’ultimo baluardo di democrazia nell’area del Sahel. I golpisti stanno tenendo in ostaggio nel suo palazzo il presidente Mohamed Bazoum e tutto il suo entourage, compresa la famiglia del capo di Stato, da mercoledì scorso. La conferma dell’avvenuto – arrivata in una video notizia trasmessa dalla tivù nazionale – ha disorientato l’opinione pubblica: il Sahel non è affatto nuovo a rovesciamenti di potere coatti, ma si dà il caso che il Niger fosse un Paese strategicamente importante per l’Europa, nonché alleato dell’Occidente.

Il colonnello dell’Esercito nigerino Maj Amadou ha dichiarato che le “forze di sicurezza e difesa”, riunite nel Consiglio nazionale per la salvaguardia della Patria, hanno sancito la fine del “regime che conoscete”. Secondo i media di Niamey, il generale Abdourahamane Tchiani, da otto anni a capo della Guardia presidenziale, sarebbe il nuovo leader. Le condanne al coup d’Etat da parte del resto del mondo non si sono fatte attendere: l’Onu, l’Unione africana l’Unione europea, la Francia, gli Stati Uniti, la Russia e anche l’Italia hanno chiesto il rilascio immediato del presidente Bazoum e della sua famiglia.

Finora i golpisti hanno comunicato poco o niente con il “mondo esterno”, l’unica garanzia ricevuta dai militari riguarda l’incolumità fisica della famiglia presidenziale, che “sarà rispettata”. Tuttavia, gli esperti credono che, dopo la chiusura dei confini, la sospensione della Costituzione e del normale funzionamento delle istituzioni, molto difficilmente i negoziati per una normale transizione tra Bazoum e Tchiani – il nuovo uomo forte del Niger – potranno avvenire con successo.

Secondo la portavoce dell’Ue per la politica estera, Nabila Massrali, “la destabilizzazione (di questo Paese, ndr) non servirebbe l’interesse di nessuno, nella regione o fuori”. Bruxelles, infatti, che considera il Paese del Sahel “un partner essenziale” per le sue politiche migratorie, per via della posizione strategica sulle rotte dei migranti, ha repentinamente chiesto “l’immediato rilascio del presidente nigerino Mohamed Bazoum, della sua famiglia e del suo entourage”.


di Redazione