Marocco, gestione idrica e un “esempio internazionale”

venerdì 28 luglio 2023


L’area del Maghreb vive, ormai da tempo, una crisi idrica e alimentare sempre più pronunciata, per via del clima particolare e della guerra tra Russia e Ucraina, che ha reso sempre più difficile l’approvvigionamento di cereali. Sullo sfondo, il Marocco si è prodigato come guida per gli altri Paesi della zona, per via della sua efficiente gestione dell’acqua. Per l’ambasciatore marocchino Youssef Balla, intervistato da Agricolae, il suo Paese può e deve essere il faro che condurrà, nel futuro prossimo, le altre Nazioni del Maghreb a una gestione moderna ed efficace dell’acqua, condividendo “la sua esperienza e le sue conoscenze in materia”, ha dichiarato il diplomatico.

Il Governo di Rabat ha costruito un modello di gestione idrica efficiente e unico nel suo genere, tanto da essere considerato un esempio per le zone aride e, in genere, a livello internazionale. Balla fa riferimento, nell’intervista, alla cosiddetta “autostrada dell’acqua”, l’ultimo progetto del Paese che è ancora in via di realizzazione. L’opera magna dell’ingegneria civile marocchina porterà 400 milioni di metri cubi (15 metri cubi al secondo) di acqua a percorrere 66 chilometri, dall’Oued Sebou alla diga di Sidi Mohammed Ben Abdellah, vicino alla capitale. Questa particolare “autostrada” condurrà alla metropoli di Casablanca e alla sua intera regione – che conta sei milioni di abitanti – l’acqua potabile.

Inoltre, questo progetto – finanziato dal Governo stesso e a carico del ministero dei Lavori pubblici e delle Acque – consentirà di irrigare oltre 176mila ettari di terreni agricoli. Per l’ambasciatore Balla, questa politica “proattiva e ambiziosa a lungo termine”, attraverso la “costruzione di dighe per immagazzinare e conservare le risorse idriche durante gli anni di forti precipitazioni”, ha come obbiettivo di fondo di non farsi trovare impreparati nei periodi di siccità, sempre più frequenti.

Ma la sfida più importante, per il diplomatico, è “ancora da vincere”, ovvero quella della “gestione partecipativa dell’acqua”. Ad oggi, il Marocco ha una rete idrica invidiabile, con un gran numero di strutture idrauliche in funzione, tra cui: 145 grandi dighe, 130 piccole dighe e altre 20 al momento in costruzione. “Nonostante ciò – conclude così Youssef Balla – le sfide restano colossali”.


di Domiziana Fabbri