La Grecia svolta a destra

lunedì 22 maggio 2023


Il bicchiere è quasi pieno. Ed è quello sollevato da Kyriakos Mitsotakis. Il premier uscente, a capo di Nea Dimokratia, dopo il risultato delle elezioni porta a casa un 40,79 per cento, staccando di 20 punti Alexis Tsipras, il rivale di sinistra (Syriza). Per i conservatori è la miglior prestazione registrata dal 2007. Per poco Nea Dimokratia (146 seggi in un Parlamento composto da 300 elementi) non ottiene la maggioranza assoluta. Pasok, terza forza politica, agguanta un 11,46 per cento ed esulta (visto l’8 per cento del 2019). Dal 5,30 per cento al 7,21 per cento passa il Partito Comunista greco (Kke), incremento pure (da 3,30 al 4,45 per cento) per la compagine nazionalista Soluzione greca (Elliniki lisi). Male Diem25 di Yannis Varoufakis, ex ministro delle Finanze, che si ferma al 2,62 per cento e non supera la soglia di sbarramento. L’affluenza alle urne è del 60 per cento.

E adesso che succede? Mitsotakis parla di “terremoto politico” – anche perché le percentuali messe in cascina vanno oltre quanto previsto dai sondaggi – e allo stesso tempo, secondo i rumors, potrebbe rinunciare al mandato esplorativo. Ciò significa ripresentarsi al voto il 25 giugno. Le recenti elezioni, infatti, vanno in scena con un nuovo sistema elettorale proporzionale, che in sostanza elimina l’assegnazione dei 50 seggi al partito più votato. Quando si tornerà alle urne, però, il premio di maggioranza sarà reintrodotto. Il che vuole dire che al Governo di destra basterà il 37 per cento dei voti per governare con la maggioranza assoluta dei seggi.

Ora Katerina Sakellaropoulou, presidente della Repubblica, riceverà il presidente del Parlamento, Konstantinos Tasoulas. Nell’occasione, secondo quanto previsto dalla Costituzione, inizierà il valzer delle trattative, dove sarà assegnato un mandato esplorativo, di massimo tre giorni, a ciascun segretario dei primi tre partiti. Mitsotakis, dal canto suo, ha una chiara posizione: non intende costruire alleanze. Proprio perché punta al ritorno al voto. Consolidando così una vittoria che per il momento è schiacciante. E intanto commenta: “Correremo più velocemente, per migliori stipendi, posti di lavoro, un migliore sistema sanitario, una Grecia più forte. Sono fiero e sento il peso della responsabilità per un risultato così importante”.


di Alessandro Buchwald