Elezioni in Turchia, Erdoğan: “Se perdo le elezioni lascerò il potere”

sabato 13 maggio 2023


Domani si vota in Turchia. Sono chiamati alle urne 64 milioni di cittadini per le elezioni presidenziali e politiche. Kemal Kiliçdaroglu, leader dell’opposizione, è in vantaggio nei sondaggi. E Recep Tayyip Erdoğan ritiene “legittimo qualsiasi risultato esca dalle urne”. Ma per i commentatori internazionali l’eventuale cambio di guardia non appare così scontato. Nonostante l’apparente Fair play di Erdoğan. Durante un’intervista trasmessa in diretta dalla stragrande maggioranza dei canali televisivi turchi, rispondendo a una giornalista che gli chiedeva cosa avrebbe fatto in caso di sconfitta alle urne, il presidente è parso sereno. “Siamo arrivati al potere in modo democratico. Se la mia nazione decide in modo diverso – afferma – faremo ciò che la democrazia ci chiede”. Il presidente turco chiuderà la campagna elettorale partecipando alla preghiera del tramonto (maghrib) a Santa Sofia, il monumentale edificio di Istanbul che il leader turco ha voluto riconvertire in moschea nel 2020. Lo rende noto il quotidiano turco Sabah. Costruita dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo, Santa Sofia è stata per 916 anni una chiesa cristiana per poi essere convertita in moschea nel 1453, in seguito alla conquista ottomana di Costantinopoli.

Nel 1931, dopo la fondazione della Repubblica laica di Turchia da parte di Mustafa Kemal Atatürk, l’edificio divenne un museo, ma nel 2020 Erdoğan decise di riconvertirla in moschea, riaprendola alla preghiera islamica. Intanto, a conferma di un clima di grande tensione, è stato arrestato il sondaggista che prevede la sconfitta di Erdoğan. Kemal Ozkiraz, fondatore dell’istituto di sondaggi Avrasya che ha previsto la disfatta di Erdoğan, è stato messo in custodia ad Ankara. Lo ha annunciato su Twitter lo stesso Ozkiraz. L’ultimo sondaggio pubblicato dalla sua compagnia Avrasya mostra l’attuale capo di Stato turco fermo al 44,2 per cento e prevede una vittoria al primo turno del leader delle opposizioni Kemal Kilicdaroglu, con il 51,3 per cento dei consensi.

“Ho speranza che ci sia il grande cambiamento e paura che non accada. In questi anni ho imparato a non pensare più al futuro”. Lo dice, in un’intervista a Repubblica, la scienziata sociale turca Ayse Bugra, moglie di Osman Kavala, l’intellettuale diventato simbolo della Turchia che si oppone al presidente Erdoğan, arrestato nel 2017, in merito alle elezioni che si svolgeranno in Turchia domani. “Più di tutto, abbiamo bisogno di pace. Anni di divisioni hanno avvelenato l’atmosfera”, sottolinea parlando del Paese. “L’atmosfera è molto tesa, l’approccio del governo durante la campagna elettorale è stato molto polarizzante, ci sono stati attacchi contro l’opposizione”, risponde. Crede che il governo potrebbe non accettare una eventuale sconfitta? “Non so, potrebbe succedere e sarebbe molto triste. Ma se il margine di vittoria è ampio questo scenario sarà evitato, eviteremo l’instabilità. I turchi prendono le elezioni molto seriamente, è difficile non accettare i risultati”, spiega. “Quello che sta succedendo qui è importante anche per l’Europa”, sottolinea Bugra. “Un fronte democratico unito contro un governo populista. Se riesce, sarà un risultato senza precedenti”.


di Ugo Elfer