Ebadi: “In Iran cittadini uccisi nella piena impunità”

mercoledì 15 marzo 2023


“L’Iran è un Paese dove il Governo ha la possibilità di uccidere i propri cittadini nella piena impunità”. Lo ha detto il premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi, nel corso del suo intervento alla plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo.

“I cittadini iraniani continuano a manifestare, per chiedere di cambiare la Costituzione e vogliono che il regime cada. Noi iraniani – insiste – volgiamo un Governo democratico, in cui Stato e religione siano finalmente separati. Gli europei sappiano che, se ci sarà un Iran democratico, ci saranno anche meno profughi alle vostre porte. Almeno 20mila manifestanti sono finiti in manette. La libertà di espressione è talmente limitata che, solo dal settembre 2022, 18 avvocati sono stati arrestati, semplicemente perché hanno deciso di prendere le difese dei manifestanti”.

Intanto, almeno undici persone sarebbero morte (oltre 3500 quelle ferite) in varie città iraniane per le proteste nel corso della festività del Chaharshanbe Suri, la celebrazione tradizionale che avviene nel corso della notte alla vigilia dell’ultimo mercoledì dell’anno. Lo ha rivelato Jafar Miadfar, capo dell’Organizzazione nazionale per le emergenze mediche, parlando – durante un discorso alla tv di Stato – di incidenti accaduti nel corso delle celebrazioni, dove in pratica i partecipanti saltano sopra un fuoco, per scacciare spiriti maligni.

La festività, va ricordato, è considerata pagana dalla maggioranza del clero sciita. Il capo della polizia, a quanto pare, aveva fatto sapere di considerare l’evento “pericoloso”. Non sono state date informazioni circa eventuali arresti. Tra le altre cose, molte persone hanno protestato contro il Governo in più punti del Paese: Teheran, Isfahan, Rasht e Saqqez. In occasione Chaharshanbe Suri gli attivisti hanno convocato tre giorni di proteste, per continuare le dimostrazioni antigovernative divampate a settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale, perché non avrebbe indossato il velo in modo corretto.

C’è dell’altro. Almeno 118 persone sarebbero state arrestate in merito alle intossicazioni di almeno 5mila studentesse registrate da fine novembre in centinaia di scuole di 25 province dell’Iran. Questo quanto detto dal portavoce della polizia Saeed Montazeralmahdi.


di Alessandro Buchwald