Ucraina, Intesa Biden-Scholz: “Via libera ai Leopard e agli Abrams”

mercoledì 25 gennaio 2023


È arrivata la svolta sui tank per l’Ucraina. Washington è pronta a inviare gli Abrams M1 e Berlino a fornire i Leopard. Sono i carri armati a lungo invocati da Kiev per cambiare le sorti di un conflitto giunto all’undicesimo mese. Le indiscrezioni sono arrivate dal Wall Street Journal. Dopo il “sì” statunitense, come sostiene lo Spiegel, è arrivato quello tedesco. Olaf Scholz e Joe Biden avrebbero trovato l’accordo e il cancelliere, sotto pressione da giorni per aver rifiutato di far andare la Germania avanti da sola, nonostante il pressing degli americani, ottiene un importante risultato diplomatico. Mosca per ora tace, al di là di un commento preventivo del Cremlino, secondo cui “con i tank non è in arrivo nulla di buono”. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Serghei Lavrov aveva però usato toni molto più forti, minacciando la “catastrofe”. I russi continuano a terrorizzare il globo mettendo in guardia da passi che potrebbero scatenare una Terza guerra mondiale. E Berlino, che ascolta, finora aveva indugiato anche per questo, prendendo tempo per “ponderare bene” la mossa.

La vera svolta, a stretto giro, si vedrà però sul terreno, dove gli ucraini potranno contare sulle “armi più forti” invocate stamani anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla sua prima bilaterale ufficiale con il neo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. In ballo ci sono per ora “un numero consistente” di Abrams statunitensi e 14 Leopard 2A6 provenienti dalla Bundeswehr. Ma la Germania, alle prese con un inventario, sta valutando le possibilità dell’industria, e Rheinmetall ha già fatto sapere di poter inviare 139 Leopard. L’Abc News ha poi reso noto che con il via libera di Berlino altri 12 Paesi europei (Polonia in testa) sarebbero pronti a inviare almeno altri 100 superpanzer tedeschi. Secondo le stime di Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa, ne servirebbero 5-600 all’esercito di Kiev per lanciare una vera controffensiva e recuperare i territori persi.

La progressiva apertura della Germania dopo la divisione registrata a Ramstein – dove il segretario della Difesa americano Lloyd Austin ha dovuto chiudere il vertice del gruppo di contatto sull’Ucraina con un nulla di fatto, il 20 gennaio scorso – si era già avvertita nelle parole di Pistorius: i partner potranno iniziare ad addestrare gli ucraini all’uso dei Leopard, aveva detto di prima mattina a Berlino. Inoltre, Varsavia ha già inviato alla Repubblica federale la richiesta di autorizzare l’invio dei Leopard a sua disposizione, e dalla cancelleria è trapelata la volontà di dare l’ok già domani. È l’intesa con Washington, però, che ha accelerato la comunicazione della decisione berlinese. Scholz aveva infatti chiarito a Joe Biden nei giorni scorsi al telefono – lo ha raccontato la Bild – che la Germania sui superpanzer sarebbe andata avanti soltanto “insieme”. Il cancelliere ne ha fatto un principio inderogabile, affiancato alla condizione – pure ripetuta quotidianamente – che “la Nato non diventi parte del conflitto”.

Dopo aver già concesso i blindati Marder agli ucraini, a fronte della decisione di Washington di inviare i carri leggeri del tipo Bradley, il leader socialdemocratico ha rifiutato di andare avanti da solo sui Leopard, negando quell’autorizzazione chiesta a gran voce (perfino dai suoi alleati di governo e dall’opposizione) alla consegna dei superpanzer tedeschi. Il Kanzler aveva messo un paletto: per il suo sì, Washintgon avrebbe dovuto garantire gli Abrams, ma l’amministrazione Biden aveva respinto la richiesta. Troppo costosi e troppo complicati da usare e troppo difficile la logistica, aveva argomentato.


di Redazione