Iran, non si fermano le proteste anti-governative

venerdì 13 gennaio 2023


Non si placano le proteste anti-governative Iran. Le ultime in ordine di tempo sono state registrate a Rasak, nella parte sud-est dell’Iran, nella provincia del Sistan e Baluchistan. Questo quanto reso noto dalla Bbc Persian, secondo cui nella dimostrazione si sono alzati slogan contro il governo guidato dal presidente Ebrahim Raisi.

Le manifestazioni, peraltro, sono andate avanti anche in altre città. In base al racconto di un testimone, citato dalla Bbc Persian, alla manifestazione di Zahedan hanno preso parte molte più persone di quante erano state registrate nelle settimane scorse. Le proteste, va ricordato, ormai durano dal 16 settembre, ovvero dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta mentre si trovava in custodia dalla polizia morale, perché non portava il velo in maniera corretto.

Infine, l’Iran sarà tra i temi fondamentali della plenaria del Parlamento europeo in programma per la settimana prossima a Strasburgo. Martedì pomeriggio l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, dovrà rispondere ai quesiti degli eurodeputati sulle repressioni in corso in Iran e sugli sforzi del Vecchio Continente per chiedere la fine delle esecuzioni. Nel novero del dibattito, è emersa una proposta di emendamento dell’eurodeputato svedese di Ecr, Charlie Wilmers, di aggiungere il corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane alla lista Ue dei terroristi.

Sull’argomento ha detto la sua anche Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia e componente della Commissione politiche per l’Europa: “Il livello di repressione del regime iraniano nei confronti delle istanze di libertà delle donne e dell’intero popolo è giunto a livelli intollerabili, come ha peraltro giustamente rimarcato ieri il capo dello Stato, Sergio Mattarella. In tutta Europa, dopo le barbare esecuzioni di manifestanti condannati in processi-farsa manipolari dal regime, vanno moltiplicandosi iniziative di protesta, e credo sia venuto il momento per ciascun Paese dell’Ue di dichiarare il Corpo dei guardiani della rivoluzione, che è il braccio armato della spietata repressione, per quel che è: ossia un’organizzazione terroristica. La settimana prossima il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi al riguardo: esprimo la mia assoluta adesione, nel nome della dignità, della libertà delle donne e di un intero popolo”.


di Alessandro Buchwald