Iran, la petizione: “Stop condanne a morte”

giovedì 12 gennaio 2023


Attivisti, giornalisti, accademici, politici: sono oltre 500 i personaggi iraniani che hanno firmato la petizione con cui è richiesto lo stop immediato delle esecuzioni delle condanne a morte, emesse nei confronti dei manifestanti arrestati nel corso delle dimostrazioni antigovernative divampate nel Paese da quasi quattro mesi.

“Chiediamo fermamente che venga posta fine alla violenza sistematica e che venga fermata l’esecuzione delle condanne a morte: questo è quanto sottolineato nel testo, come riportato dalla Bbc Persian.

Nel frattempo, la Corte d’appello dell’Iran ha confermato la condanna preliminare a sei anni di reclusione e due anni di esilio per Reza Shahabi e Hassan Saeedi, lavoratori attivi nel sindacato della compagnia di autobus di Teheran. Lo ha fatto sapere la Bbc Persian, citando un comunicato del sindacato, secondo il quale i due sono stati condannati per “attività di propaganda contro il sistema e la società e collusione con l’intenzione di commettere un crimine contro la sicurezza del Paese”. Il sindacato, da par sua, ha criticato la condanna e allo stesso tempo ha chiesto l’immediato rilascio di Shahabi e Saeedi.

Intanto, i cronisti delle principali testate nazionali hanno preso parte alla conferenza stampa del neo-ambasciatore dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Sabouri. L’appuntamento si è svolto a Roma. Nell’occasione, il diretto interessato – mentre in Iran le proteste vanno avanti – ha raccontato la sua versione: “Quando si è diffusa la notizia di violenza sessuale sulle manifestanti arrestate, il procuratore generale ha disposto indagini. Tuttavia, le detenute si trovano in prigioni dove gli uomini non hanno accesso”. E ancora: “In base alla legge iraniana, la pena capitale è prevista per i reati più gravi. In relazione alle persone che sono state giustiziate, hanno avuto un processo equo e con tutte le garanzie. In Iran sono ammesse le manifestazioni pacifiche, ma non disordini violenti che sono accettabili”. In più, ha aggiunto: “Anche noi commettiamo errori ma non accettiamo letture politiche, ingerenze. Non scambieremo la nostra indipendenza e sicurezza con niente. Per quanto riguarda i nostri rapporti bilaterali sono stati sempre positivi, anche se le sanzioni di altri attori hanno provocato alti e bassi”.

Nelle scorse ore, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale, per la presentazione delle Lettere Credenziali, l’ambasciatore Mohammad Reza Sabouri. Nel breve colloquio, come precisato in una nota, “Mattarella ha espresso la ferma condanna della Repubblica italiana e la sua personale indignazione per la brutale repressione delle manifestazioni e per le condanne a morte e l’esecuzione di molti dimostranti. Al tempo stesso, ha sollecitato l’ambasciatore a rappresentare presso le autorità della Repubblica islamica dell’Iran l’urgenza di porre immediatamente fine alle violenze rivolte contro la popolazione. Il rispetto con cui l’Italia guarda ai partner internazionali e ai loro ordinamenti trova un limite invalicabile nei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo”.

Nel novero della discussione, peraltro, non è passato inosservato il commento di Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia: “Il livello di repressione del regime iraniano nei confronti delle istanze di libertà delle donne e dell’intero popolo è giunto a livelli intollerabili, come ha peraltro giustamente rimarcato il Capo dello Stato. In tutta Europa, dopo le barbare esecuzioni di manifestanti condannati in processi-farsa manipolari dal regime, vanno moltiplicandosi iniziative di protesta, e credo sia venuto il momento per ciascun Paese dell’Ue di dichiarare il Corpo dei Guardiani della rivoluzione, che è il braccio armato della spietata repressione, per quel che è: ossia un’organizzazione terroristica. La settimana prossima – ha ricordato – il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi al riguardo: esprimo la mia assoluta adesione, nel nome della dignità, della libertà delle donne e di un intero popolo”.

Infine, si è costituito in Senato il “Comitato interparlamentare per un Iran libero” su iniziativa dei senatori Bazoli, Maiorino, Malan, Parrini, Scurria, Speranzon, Terzi e i deputati Gardini, Girelli, Gribaudo, Manzi, Polidori, Pozzolo. Il gruppo, secondo quanto riferito, ha l’intenzione di promuovere iniziative parlamentari per l’affermazione della democrazia e della libertà in Iran a sostegno degli iraniani che, al momento, stanno facendo vivere al Paese un momento storico dopo oltre quarant’anni di tragedie causate dalla dittatura sanguinaria dei mullah.

Il Comitato, tra le altre cose, ha l’obiettivo di portare avanti un campo d’azione più ampio rispetto ai tradizionali canali diplomatici da attuare, in primis, con atti di impulso legislativo, per attirare l’attenzione sugli abusi commessi dal regime iraniano e per sollecitare una presa di responsabilità da parte degli organi internazionali a partire dalle competenti sedi onusiane ed europee.


di Alessandro Buchwald