Iran: il coraggio del popolo contro il regime

venerdì 30 dicembre 2022


Continuano gli atti di protesta contro il regime iraniano. Oltre a Sara Khadim al-Sharia, la campionessa di scacchi iraniana che ha partecipato al campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio, anche un’altra giocatrice – Atousa Pourkashiyan – ha gareggiato a capo scoperto. Lo riferisce il sito web di informazione antiregime IranWire, che ha ripreso le foto delle due ragazze senza velo pubblicate sul feed Flickr della Federazione Internazionale di Scacchi.

Mentre non conosciamo il destino di Atousa, sappiamo che Sara intende trasferirsi in Spagna: lo hanno confermato al quotidiano spagnolo El Pais due fonti vicine alla campionessa, senza precisare in che località dovrebbe andare, ma spiegando che Sara Khadim, sposata e con una figlia, già possiede un appartamento in Spagna. Non si sa ancora, però, se la campionessa abbia già ottenuto un permesso di soggiorno spagnolo grazie alla sua proprietà, o se abbia chiesto o intenda chiedere asilo politico.

Nella conferenza di fine anno il nostro Presidente del Consiglio ha dichiarato che quello che sta accadendo in Iran “per noi è inaccettabile e non intendiamo tollerarlo oltre. Abbiamo sempre avuto un approccio dialogante ma, se queste repressioni non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro l’atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare, con quale provvedimento dovrà essere oggetto di una interlocuzione a livello internazionale”. Poi, parlando della campionessa di scacchi, la premier ha dichiarato: “Mi ha fatto riflettere. Siamo abituati a gesti simbolici ma, di solito, i nostri non hanno conseguenze potenzialmente così gravi come quelle che potrebbe avere questo. Questo riguarda lei e altri che in Iran stanno facendo gesti simbolici, sapendo che possono pagare prezzi altissimi. Questo deve farci riflettere sul valore della libertà, che noi diamo per scontata”.

Proprio mentre Giorgia Meloni pronunciava queste parole – dopo che il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto al diplomatico iraniano di trasmettere al suo governo la richiesta italiana di sospensione delle esecuzioni capitali, la fine della repressione violenta delle proteste e di aprire un dialogo con i manifestanti – usciva la notizia della richiesta del capo della magistratura iraniana. Gholamhossein Mohseni Ajeei ha chiesto nel corso della riunione del Consiglio supremo di punire il prima possibile i manifestanti arrestanti durante le proteste, dichiarando: “I colleghi magistrati dovrebbero agire quanto prima per cercare di punire gli elementi che causano disordini”. E ha aggiunto: “Ho ordinato al primo deputato della magistratura e al procuratore generale del Paese di seguire quotidianamente il processo di completamento dei casi dei principali indagati per le rivolte”.

Questa mattina, infine, l’agenzia di stampa Irna ha riportato la notizia che il ministero degli Esteri iraniano ha convocato a sua volta l’ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone. Il ministero degli Esteri iraniano ha definito ‘‘inaccettabili’’ le politiche “selettive e doppie rispetto ai diritti umani” messe in atto dall’Italia e come tali vengono “respinte dalla Repubblica islamica dell’Iran”. Teheran sostiene che è stata l’Italia ad aver “danneggiato gli interessi della nazione iraniana e violato i suoi diritti con l’imposizione di sanzioni illegali”.


di Claudia Diaconale