Tensioni Kosovo-Serbia: è allerta massima

martedì 27 dicembre 2022


Massima allerta. Stando alle dichiarazioni del ministro della Difesa serbo, Miloš Vučević, le forze armate del Paese operano sotto il più alto livello di vigilanza. A dare la notizia, i media di Belgrado, riferendo che la decisione presa è necessaria per la difesa della popolazione serba di fronte alle crescenti provocazioni e minacce che sarebbero arrivate da parte delle autorità kosovare. I timori dell’esercito serbo derivano dall’eventuale tentativo di Pristina di rimuovere – con l’intervento della polizia e delle forze di sicurezza – i blocchi stradali e le barricate serbe, presenti da ormai 17 giorni nel nord del Kosovo. Questi derivano dalla protesta della popolazione serba locale, per via dell’arresto ritenuto ingiustificato di tre concittadini, e per via della presenza di polizia e forze speciali kosovare nell’area.

“Noi siamo per la pace e il dialogo, ma se si arrivasse ad attacchi fisici e all’uccisione di serbi, e se la Kfor non dovesse intervenire, la Serbia sarà costretta a farlo”, ha detto Ivica Dacic, il vicepremier e ministro degli Esteri ai media. Il politico ha poi ricordato alla stampa le tre “linee rosse” ritenute invalicabili da Belgrado, ovvero: creazione della comunità delle municipalità serbe in Kosovo; fermo no all’indipendenza del Kosovo e alla sua eventuale ammissione all’Onu e ad altre importanti organizzazioni internazionali; difesa della sicurezza e dell’incolumità fisica dei serbi del Kosovo.

I timori per il ritorno alla violenza sono aumentati da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. All’inizio del conflitto, gli Stati Uniti e la maggior parte dell’Unione europea hanno riconosciuto formalmente l’indipendenza del Kosovo, perciò la Serbia si è appoggiata a Russia e Cina nel tentativo di veder protette le sue rivendicazioni territoriali. Dopo la richiesta di Pristina per un intervento della Nato atto a rimuovere i blocchi serbi, il primo ministro e comandate della Kfor Albin Kurti, il generale Angelo Michele Ristuccia e il politico Lars-Gunnar Wigemark si sono incontrati ieri per discutere la situazione. A gettare benzina sul fuoco delle tensioni, ieri, il patriarca serbo Porfirije si è visto negato l’ingresso nel Kosovo, e quindi non ha potuto consegnare il suo messaggio di pace in vista del Natale serbo-ortodosso, che si celebra il 7 gennaio.


di Redazione