Iran, allarme della ong: “Altri rischiano la pena capitale”

venerdì 9 dicembre 2022


Sarebbero undici le persone condannate a morte in Iran, dopo essere state arrestate a seguito delle proteste che stanno andando avanti da circa tre mesi. L’allarme è stato lanciato dalla ong “Iran human rights”, che ha sede a Oslo. La denuncia è stata chiara: “Altre decine di persone rischiano attualmente la pena capitale”. Oltre ad aggiungere che “la Repubblica Islamica ha intenzionalmente nascosto i nomi dei manifestanti con condanne a morte confermate”. Per la ong, gli imputati non avrebbero accesso ai loro avvocati e, allo stesso tempo, non avrebbero contatti con i propri familiari.

Intanto, nel Paese è stata eseguita la prima condanna a morte di un manifestante. La magistratura della Repubblica islamica ha fatto sapere che Mohsen Shekari, 23 anni, arrestato nel corso delle proteste, è stato giustiziato: era accusato di aver bloccato una strada, di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere, di aver ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio.

“Altre decine di persone rischiano attualmente la pena di morte, con molti casi non confermati che circolano sui social media” ha sottolineato Iran Human Rights, facendo sapere che alcune delle condanne alla pena capitale emesse riguarderebbero luccisione di un ufficiale delle Guardie della rivoluzione nel corso dei disordini avvenuti a Karaj, il 3 novembre, quando i manifestanti stavano commemorando un altro dimostrante ucciso e sono stati attaccati dalle forze di sicurezza.

Intanto, Mir-hosein Mousavi – ex primo ministro iraniano – ha detto: “Impiccagioni e spari non fermeranno il movimento del popolo per la libertà. Questo Governo tirannico finirà soltanto con il massacro e la distruzione, il popolo sicuramente resisterà”. Ulteriori critiche all’esecuzione della pena capitale per Shekari sono giunte pure da personalità del mondo dello spettacolo, come l’attrice Taraneh Alidoosti, che aveva pubblicato sui social la fotografia del 23enne giustiziato, sostenendo che ci saranno “conseguenze” per il Governo, definito “assetato di sangue”.

Peraltro, secondo quanto riportato dal Guardian è emerso che le forze di sicurezza iraniane sparano da distanza ravvicinata alle donne, durante le manifestazioni contro il regime, colpendole al volto, agli occhi, al petto e ai genitali. Questo è quanto avrebbero detto medici e sanitari intervistati dal quotidiano. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intanto ha commentato: “Il Governo italiano è indignato di fronte alla condanna a morte di Mohsen Shekari, giovane che si era unito alle manifestazioni per la libertà in Iran. Questa inaccettabile repressione da parte delle autorità iraniane non può lasciare indifferente la Comunità internazionale. E non potrà fermare la richiesta di vita e libertà che viene dalle donne e dai giovani iraniani”.


di Alessandro Buchwald