Musk rivela l’insabbiamento dello scandalo Biden Junior

lunedì 5 dicembre 2022


Elon Musk, il nuovo proprietario di Twitter, non fa sconti a nessuno, soprattutto riguardo alla libertà d’informazione. Il 3 dicembre scorso, il patron di Tesla ha condiviso l’articolo di Matt Taibbi, il giornalista statunitense che è tornato a parlare dello scandalo di Hunter Biden, figlio del presidente in carica. Secondo il reporter, Twitter avrebbe adottato una serie di misure straordinarie per “insabbiare” la storia del computer di Biden Junior, pubblicata dal New York Post poche settimane prima delle elezioni del 2020.

Secondo l’articolo, il computer abbandonato dal figlio del presidente in un laboratorio di riparazioni di Wilmington (nel Delaware) conteneva diversi file ed e-mail potenzialmente incriminanti. Sotto i riflettori, in particolar modo, i rapporti lavorativi di Hunter con Paesi e individui stranieri. La guerra e la censura contro l’articolo del New York Post che esponeva Biden è stata imperativa: circa 50 ex membri di varie agenzie dintelligence hanno definito “false” le informazioni sul pc e, secondo loro, erano state create dai russi per interferire nelle elezioni presidenziali. Nel marzo scorso, il Nyt avrebbe confermato che il computer e le informazioni che esso conteneva erano autentici e, a onor del vero, sono state ammesse come prove di un’inchiesta del dipartimento di Giustizia su Hunter Biden sui suoi affari.

Anche Twitter, quando fu, ha partecipato all’insabbiamento. Taibbi sostiene che il social “ha adottato misure straordinarie per sopprimere la storia, rimuovendo collegamenti e pubblicando avvisi sulla loro possibile non sicurezza. Ne ha persino bloccato la trasmissione tramite messaggio diretto, uno strumento finora riservato a casi estremi, come la pornografia infantile”. La Federal Boureau of Investigation (Fbi) nel 2020 aveva già raccolto abbastanza prove per incriminare Hunter Biden, oggetto di un’indagine federale per la seconda volta – la prima, nel 2018, per riciclaggio di denaro – ma il partito democratico avrebbe usato tutto il suo potere per “nascondere” la notizia.

“Nel 2020 – scrive Taibbi – le richieste di eliminare determinati tweet erano routine. Celebrità e sconosciuti allo stesso modo potevano essere rimossi per volere di un partito politico. Entrambe le parti avevano accesso a questi strumenti. Ad esempio, nel 2020, sono state accolte e onorate le richieste sia della Casa Bianca di Trump che della campagna di Biden”. Tuttavia, questo sistema collaudato non era bilanciato, in quanto basato su simpatie politiche e ideali condivisi. “Poiché Twitter – continua il giornalista, di concerto con Elon Musk – era ed è composto in modo schiacciante da persone con un determinato orientamento politico, cerano più canali, più modi per lamentarsi, aperti a sinistra che a destra”.


di Edoardo Falzon