venerdì 18 novembre 2022
La Russia intraprende le prime manovre militari con l’Algeria al confine con il Marocco. Unità di commando degli eserciti di Algeria e Russia hanno intrapreso mercoledì le prime manovre militari congiunte di entrambi i paesi, presso la regione di Bechar, situata al confine con il Marocco. L’operazione di addestramento Desert Shield, che durerà fino alla fine del mese, coincide con un’escalation del riarmo regionale. L’Algeria ha annunciato che aumenterà il suo budget militare del 130 per cento nel 2023 per raggiungere il 12 per cento del suo Prodotto interno lordo (Pil), secondo le stime della stampa algerina, grazie all’aumento dei prezzi del gas e del petrolio, sua principale esportazione.
La Russia, principale fornitore di armi delle Forze armate algerine, aveva già organizzato lo scorso anno esercitazioni congiunte di commando in Ossezia del Nord, in una zona di confine con la Georgia. Le forze algerine hanno anche partecipato due mesi fa a macro-manovre in cui sono stati schierati 50mila soldati a Vostok, nell’estremo oriente russo, nel Mar del Giappone. Sebbene il governo di Algeri non abbia ufficialmente comunicato l’inizio delle manovre di Desert Shield, l’agenzia russa Sputnik ne ha comunicato il lancio.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, María Zajárova, ha assicurato il mese scorso che l’attività militare di Mosca nel Maghreb, a cui partecipano forze del Caucaso settentrionale, “è un’esercitazione regolare che non è diretta contro Paesi terzi”. Lo schieramento russo in Algeria è stato preceduto tre settimane fa dalla presenza di due navi della sua Marina Militare nel porto di Algeri dopo aver partecipato ad esercitazioni navali con la Marina algerina e la visita di alti funzionari del Ministero della Difesa russo.
L’Algeria, uno dei migliori clienti dell’industria militare russa, cerca un riavvicinamento più stretto con Mosca. Il governo di Algeri si è astenuto dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina alle Nazioni Unite e una visita del presidente algerino Abdelmajid Tebún a Mosca dovrebbe suggellare un’alleanza strategica entro l’anno. La ricchezza di introiti derivanti dall’esportazione di idrocarburi le conferisce una posizione di forza sulla scena internazionale, dove è corteggiata dai paesi europei proprio come fonte alternativa all’approvvigionamento di gas naturale russo.
Preoccupazione del Parlamento europeo
Nel frattempo arriva la prima reazione europea. In una lettera gli eurodeputati si dicono “profondamente preoccupati per le recenti notizie sui legami sempre più stretti tra Russia e Algeria, una situazione che si riflette nel sostegno politico, logistico e finanziario dell’aggressione di Vladimir Putin contro l’Ucraina “sottolineando i “doppi standard algerini”. Viene tirato in ballo anche l’Accordo di associazione Ue-Algeria e secondo i politici a Bruxelles, “finanziando l’aggressione di Putin contro l’Ucraina, l’Algeria sta violando questo pilastro essenziale dell’accordo di associazione”. Mentre ad alimentare le tensioni nella regione si aggiunge anche l’Iran, alleato di Putin, che ha confermato ufficialmente la fornitura dei suoi droni all’esercito algerino e al gruppo separatista del Polisario, gli stessi usati dalla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina.
di Costantino Pistilli