Negoziare la pace e salvare la faccia

venerdì 14 ottobre 2022


Qualcosa sta cambiando nel rapporto tra l’Occidente e Volodymyr Zelensky. Gli Stati Uniti e le stesse cancellerie europee stanno constatando una crescente insofferenza dell’opinione pubblica nei confronti di una guerra che gli europei non vorrebbero e che sta pregiudicando il loro tenore di vita.

Il conflitto russo-ucraino è vissuto, nell’immaginario collettivo, come un braccio di ferro tra gli Usa, da una parte, e la Russia e la Cina dall’altra. L’Europa è schiacciata tra l’incudine della Russia e il martello degli Usa. Una lotta di potere che si sta perpetuando sulla testa dei cittadini. Un conflitto di potere considerato lontano dalle esigenze reali dei cittadini. Gli effetti devastanti della inflazione galoppante, della crisi energetica e della concreta prospettiva di una crisi sociale ha messo in allarme i politici.

Cresce il sentiment contrario all’invio di armi alla Ucraina in quanto si teme una escalation che possa coinvolgere direttamente gli stessi europei. I radar sensibili dei politici hanno captato che se non si trova una soluzione con una certa rapidità rischiano di compromettere il loro stesso consenso elettorale. Il banco di prova, dopo le elezioni in Svezia ed in Italia, sono le elezioni americane di midterm che si terranno il prossimo 8 novembre. I nordamericani rinnoveranno integralmente la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato. Le previsioni degli istituti di ricerca statunitensi danno il Partito repubblicano vincente alla camera dei rappresentanti e una tenuta al Senato del Partito democratico. La perdita della maggioranza anche in una sola camera del parlamento Usa rende il presidente una “anatra zoppa”.

Se il risultato delle elezioni di medio termine dovesse risultare favorevole alla formazione conservatrice e in danno del Partito democratico che esprime il presidente, anche la politica estera americana potrebbe mutare a breve termine.

Nella riunione virtuale del G7, alla quale ha partecipato anche il presidente Zelensky, tutti i capi di Stato e di governo hanno ribadito il sostegno alla Ucraina: “Difenderemo l’integrità territoriale dell’Ucraina”. In verità, si cominciano ad avvertire i primi scricchiolii nella compattezza dei Paesi occidentali. I primi indicatori arrivano dai media americani che stanno ridefinendo la figura del Zelensky e del suo entourage. Gli stessi media europei cominciano a promuovere l’esigenza di un negoziato con la Federazione Russa. Il problema, a mio avviso, non è negoziare con Vladimir Putin ma come salvare la faccia dei politici occidentali!


di Antonio Giuseppe Di Natale