Notte di paura tra Armenia e Azerbaijan: ora la tregua

martedì 13 settembre 2022


Si sono riaccese le ostilità tra Armenia e Azerbaijan nella notte tra il 12 e il 13 settembre. I due Paesi sembrerebbero ancora alle prese con la storica disputa per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh. I due governi si lanciano accuse a vicenda su chi avrebbe dato il via ai nuovi scontri armati, nei quali almeno 49 soldati armeni sarebbero rimasti uccisi. Il ministro degli Esteri azero ha accusato l’Armenia di voler interrompere il processo di pace, mente la capitale Yerevan ha denunciato il “tentativo di avanzare” sul territorio armeno. Stando ai media azeri, i due paesi avrebbero concordato una tregua già stamattina, manca per ora la conferma del governo Armeno.

L’Armenia, come prevede il Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza stipulato con il Cremlino, ha già chiesto sostegno a Mosca, alle prese con la battuta d’arresto delle sue operazioni militari in Ucraina. Yerevan ha esposto il caso, ufficialmente, anche all’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto) e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Nikol Pashinyan, il premier armeno, ha anche effettuato un giro di telefonate con Vladimir Putin, Emmanuel Macron e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

Tutti e tre i leader hanno definito “inaccettabile” la nuova escalation. Le tensioni effettivamente sono sempre state “quiescenti”, soprattutto lungo la frontiera tra i due Stati. La scorsa settimana, l’Armenia ha accusato Baku della morte di uno dei suoi soldati, caduto in uno scambio di colpi di artiglieria nell’est del Paese. Accuse respinte dal Governo azero, che le ha definite “una menzogna”.

I conflitti tra i due Stati sono iniziati nel 1991 – con il crollo dell’Unione Sovietica – quando l’enclave armena che vive la regione del Nagorno-Karabakh ha deciso di separarsi dall’Azerbaijan. La prima guerra per questo territorio ha causato circa 30mila vittime. Il conflitto si è riacceso intensamente nell’autunno 2020, facendo oltre 6.500 morti. La tregua è stata raggiunta grazie alla mediazione della Russia.

Con questo cessate il fuoco l’Armenia ha dovuto cedere parti di territorio che ormai controllava da decenni, e Mosca ha schierato al confine circa 2mila militari peacekeeper per monitorare la situazione. Per definire i nuovi confini e regolare le relazioni tra i due Stati ex sovietici, i rappresentanti dei due Paesi hanno lavorato con dei mediatori russi. Inoltre, l’Esecutivo dell’Unione europea ha tenuto quattro round di colloqui trilaterali, per promuovere il dialogo e la pace, e per liberare i prigionieri di guerra. Durante gli incontri di Bruxelles, il presidente dell’Azerbaijan e Pashinyan hanno deciso di “promuovere le discussioni” su un futuro trattato di pace.


di Edoardo Falzon