Cile: cittadini bocciano la nuova Costituzione

lunedì 5 settembre 2022


Il Cile ha detto no. Il testo della nuova Costituzione, che avrebbe mandato in pensione la Carta del 1980, è stato bocciato dalla vox populi. Poco meno del 62 per cento dei votanti – circa sette milioni di persone – ha respinto la proposta dell’Assemblea costituente, mandando in fumo il voto del restante 38 (circa quattro milioni). La vittoria del Rechazo manda in fumo il lavoro della Costituente, al lavoro dal referendum del 2020. Il plebiscito, passato con l’80 per cento di voti favorevoli, è causa e effetto dell’Estallido social, la rivolta popolare di Santiago del 2019 contro carovita, corruzione e per l’ottenimento di più giustizia sociale.

Il testo formato da 388 articoli, defunto ancor prima di nascere, dichiara il Cile “uno Stato sociale e democratico di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico”, introduce nuovi diritti sociali e stabilisce che “la sua democrazia è paritaria e inclusiva”. Hanno votato a favore della Carta mancata la maggioranza dei 100mila cileni residenti all’estero, che si sono registrati per questa consultazione. Gabriel Boric, eletto l’11 marzo scorso, deve già rimboccarsi le maniche. Il presidente di sinistra (sostenuto dal Fronte ampio) ha convocato al Palacio de La Moneda i leader politici del Paese. Ha già fatto sapere di voler chiedere al parlamento una nuova costituente, per ripartire da zero e redigere una carta più vicina alla volontà del popolo.

Il capo di Stato prende atto della situazione, avvertendo il bisogno di “ascoltare la voce della gente”. Boric non avrebbe comunque potuto fare più di tanto, essendosi insediato alla presidenza già a lavori in corso. Javier Macaya, presidente di Unión Demócrata Independiente (Udi), ha avvertito la bocciatura della Costituzione come una “sconfitta per il tentativo di rifondazione del Cile”, dichiarando che “per tutti coloro che hanno messo in dubbio l’impegno del centrodestra per la continuità del processo costituzionale, oggi vogliamo dirvi con forza che rispettiamo i nostri impegni”.

I sondaggi di alcune settimane fa avevano già suonato un campanello d’allarme per il fronte del “Si”. La vittoria del “No” è stata celebrata dai detrattori della nuova Costituzione come un “gesto di saggezza da parte dei cileni” e come “una sonora lezione per l’ala più radicale di sinistra” che ha sostenuto la nuova Costituzione.


di Edoardo Falzon