Ucraina, ancora un attacco su Odessa

martedì 26 luglio 2022


Ancora un raid delle forze russe contro la città portuale di Odessa, nella zona meridionale dell’Ucraina. Lo ha fatto sapere Serhiy Bratchuk, capo dell’Amministrazione militare della regione, secondo quanto riferito dal Guardian. Bratchuk ha detto anche che l’attacco risulterebbe avvenuto per mezzo di “velivoli strategici”.

Inoltre, sempre i russi starebbero allestendo un’offensiva che avrebbe messo nel mirino Siversk e Soledar, nel Donetsk. Allo stesso tempo, le forze armate bielorusse avrebbero condotto una ricognizione di addestramento sui collegamenti con il centro di comando a partire dalle 6 di questa mattina, in direzione di Volyn e Polissia.

Non solo: truppe russe, secondo lo Stato maggiore ucraino, hanno colpito nella regione di Chernihiv e di Sumy con cannoni e artiglieria pesante. All’altezza del confine con la Russia, nel frattempo, si sta combattendo per il mantenimento dei territori conquistati e impedire alle forze ucraine di avanzare. Tra gli obiettivi colpiti, anche il Parco naturale nazionale delle montagne sacre della Santa dormizione.

Ancora attacchi a Kharkiv. Il sindaco Ihor Terekhov su Telegram, secondo indicato da un corrispondente di Ukrinform, segnala: “Di nuovo, i bombardamenti notturni della città hanno colpito la zona di Kharkiv più vicina al centro cittadino. Come altre volte, le bombe sono cadute accanto a un edificio che non aveva nulla a che fare con le infrastrutture militari”. Non ci sarebbero vittime.

GAS: L’ACCORDO

“I ministri hanno raggiunto un accordo politico sulla riduzione della domanda di gas in vista del prossimo inverno”: così, in un tweet, la presidenza ceca del semestre dell’Unione europea. Josef Sikela, vicepremier e ministro dell’Industria ceco, rimarca: “La deroga al target del 15 per cento interviene quando vi è un rischio che potrebbe portare ad una crisi di elettricità. Le esenzioni sono per le isole – Irlanda, Malta e Cipro ma i primi due hanno già confermato che faranno il possibile – o per gli Stati che non sono interconnessi, come Spagna, Portogallo e Irlanda. Una seconda deroga interviene sugli Stati baltici: se la Russia dovesse desincronizzare il suo sistema elettrico da quello di questi Paesi, gli stessi dovrebbero allora usare il gas per dover stabilizzare la loro elettricità… quegli Stati che hanno problemi sull’elettricità per vari motivi possono ridurre il target di riduzione obbligatoria di gas”. Ancora Sikela: “Oggi mandiamo un messaggio forte non solo a Vladimir Putin, che ha fallito nel dividere l’Ue, ma anche ai nostri cittadini”.

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, commentando l’intesa raggiunta sul piano Ue d’emergenza per il gas, nota: “Quando abbiamo fatto il piano di differenziazione del gas spostando i 30 miliardi di metri cubi russi su altri fornitori, abbiamo già previsto un risparmio che è uguale o superiore a questo numero. Le nostre azioni sono già compatibili con questo piano, per cui ci riteniamo soddisfatti”.


di Alessandro Buchwald