Indagine su un cittadino (tibetano) al di sopra di ogni sospetto

domenica 3 luglio 2022


Una dittatura se la ride della libera opinione: la reprime con ogni mezzo. Ed è quest’arte infame il segreto del “successo” dei despoti. Attorno a ogni cittadino costretto a una vita coatta (questa è la loro condizione di esistenza) c’è una rete di sospetti e delazioni. Il controllo è totale e il sistema giudiziario è totalmente asservito al potere.

Si può dire che la Nato abbia fatto bene a smussare i contorni dello stato di “competizione conflittuale” con la Cina da parte dell’Occidente e delle nazioni del Pacifico che si sono unite nell’Aukus, altrimenti definito Quad. I membri dell’Aukus sono però stati invitati non a caso alla conferenza Nato di Madrid.

Solo ai finti pacifisti sfugge infatti la consapevolezza che Russia, Cina, con Iran e Nord Corea, sono parte di un Patto che se pure non sarà d’acciaio agisce con efficacia da almeno quindici anni. L’idea lanciata a Madrid è che, se la Russia è una “minaccia diretta”, la Cina è soltanto “un competitore”, “una sfida”. In questo momento infatti la priorità è fermare Vladimir Putin. Per questo motivo parliamo di alzare il numero di militari coinvolti in un possibile processo di “intervento rapido” in Europa, portandoli da 40mila a 300mila. L’Italia avrà un incremento della aviazione militare Nato, presumibilmente in Toscana, Veneto e Sicilia.

Nell’area Asia-Pacifico, gli Stati Uniti con Giappone, India e Australia e altri partner cominciano a fare ciò che non si è fatto negli ultimi 20 anni, cioè contenere la penetrazione geopolitica cinese, esercitata per mezzo di prodotti, infrastrutture e prestiti nei confronti delle nazioni deboli africane, asiatiche e dell’America latina.

In queste ore Aukus sta intervenendo per evitare un default economico dello Sri Lanka (ex Ceylon ed ex “Isola del Paradiso terrestre”). Oltre ai problemi internazionali, la crisi dello Sri Lanka è dovuta anche al presidente Gotabaya Rajapaksa, membro di una potente famiglia singalese che ha già ottenuto un’altra presidenza col fratello Mahinda, il quale ha ottenuto due mandati. Nonostante la famiglia abbia studiato negli Stati Uniti, Gotabaya Rajapaksa è considerato succube di Pechino.

Detto questo, il problema è che, al di là delle parole machiavelliche dette a Madrid e ripetute dai media, non c’è differenza tra la Russia che ha invaso l’Ucraina e la Cina, che minaccerebbe soltanto Taiwan. In realtà il regime comunista non solo ha schiacciato la promessa di mantenere una parvenza di libertà a Hong Kong, ma occupa tutto il Tibet che fino al 1950 (l’invasione fu completata nel 1959) era una nazione libera e indipendente. La Cina occupa illegalmente l’equivalente – come superficie – di un quarto dell’Unione europea.

Diciamo questo per ricordare i troppi misfatti quotidiani dimenticati dalla stampa che si dovrebbe definire in parte come “socialcomunista e fascista” più che “libera e democratica”, per quanto è sempre pronta a puntare il dito contro gli “americani” mentre invece tace vergognosamente le scelleratezze commesse in Iran (dove la pena di morte è così tanto praticata che se ne è perso il conto, anche per le difficoltà di reperire notizie). Per non parlare dei silenzi sui misfatti cinesi, segnatamente nello Xinjiang musulmano (dove sono spariti i difensores fidei coranichae di 10-20 anni fa?) e nel Tibet buddista.

Ed ecco il caso di un altro piccolo grande eroe, uno studente, colpevole di aver parlato coi turisti e contattato degli esuli tibetani. L’ultimo martire di una infinita serie di arresti arbitrari di intellettuali, artisti, politici, religiosi, che finiscono nei 1422 lager (laogai) cinesi (potrebbero essere almeno 5mila), che racchiudono una silloge spaventosa di torture, stupri, rieducazione forzata, lavori forzati etc. (vedi questo documentario della BBC) con una popolazione incarcerata di circa 8 milioni di persone, mentre il numero dei decessi nei campi di lavoro cinesi viene indicato tra i 20 e i 27 milioni nel solo periodo maoista (1959-1989).

L’universitario tibetano è stato condannato a tre anni di prigione. Immaginiamo che la sua vita sia già rovinata, a meno che non riesca a fuggire come esule, al termine della condanna. L’imputazione contro il giovane Nyima (nella foto), della città di Kardze, è stata quella di spionaggio. Nyima studiava cultura tibetana alla Sichuan’s Gehoe National University. Parlava un inglese fluente, e a molti turisti spiegava la cultura tradizionale. Ciò è bastato perché il tribunale sancisse che il giovane in realtà divulgava “segreti di Stato”.

Radio Free Asia cita i dati di Pema Gyal, ricercatore presso il londinese Tibet Watch advocacy group, secondo il quale il numero di arresti e torture è in costante crescita.


di Paolo Della Sala