Voto Onu sulla Russia, conseguenze per l’Italia e gas algerino

domenica 10 aprile 2022


L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astenuti la richiesta degli Usa di sospendere la Russia dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra. La mozione è stata sostenuta anche da altre nazioni, inclusa l’Italia, con la motivazione di una “grave preoccupazione per la crisi in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca”. I riferimenti sono le situazioni in cui, come a Bucha o Mariupol, è insostenibile e vergognosa la replica – da parte del Cremlino e dei suoi corifei italiani – che gli oltre 300 ucraini massacrati siano stati una “montatura” o siano stati uccisi e torturati dagli stessi ucraini. Qualcosa di simile fu detta da molti ipocriti e dai falsificatori della realtà a proposito dell’attacco alle Torri Gemelle di New York del 2001, quando politicanti e giornalisti sostennero un nuovo e insostenibile negazionismo: che fossero stati gli ebrei e il Governo americano a uccidere consapevolmente i propri figli e nipoti (nelle Torri Gemelle morirono i figli della upper class statunitense). È evidente che il voto in sede Onu ha una valenza geopolitica importante, soprattutto se si analizzano i perché di chi ha votato contro l’esclusione della Russia. Vediamo quindi le implicazioni geopolitiche di chi considera Vladimir Putin come un seguace del Montesquieu de Lo Spirito delle Leggi o del Trattato teologico-politico di Baruch Spinoza, o del John Locke dei Due trattati sul governo.

Cina

Il voto della Cina era scontato. Dal 2007 si conoscono i termini dell’alleanza russo-sino-iraniana. L’invasione dell’Ucraina rende concrete le minacce cinesi contro Taiwan e ci ricorda la durissima repressione demografica della popolazione han nello Xinjang musulmano e nel Tibet buddista. Le modalità del soffocamento della rivolta di Hong Kong ci fanno inoltre capire quanto sia impossibile rovesciare una dittatura dall’interno. L’ambasciatore cinese all’Onu Zhang Jun ha dichiarato francescanamente che “il dialogo e il negoziato sono l’unica via per uscire dalla crisi in Ucraina… ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani”. Quindi per il diplomatico pechinese la politicizzazione dei diritti umani deve restare un affare su cui solo i regimi possono occuparsi, nei modi tristemente noti? Per Zhan Jun l’esclusione della Russia “aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace”. Abbiamo visto cosa siano i “colloqui di pace” per Mosca e ci rendiamo conto che a gettare benzina sul fuoco sono le dittature contro cui non c’è Alessandro Orsini che tenga. Anche il Laos, Vietnam e il Nord Corea – regimi comunisti – hanno votato a favore della Russia.

Algeria

Il voto contrario dell’Algeria è per l’Italia estremamente importante. Già gli osservatori più avveduti avevano sottolineato che la Russia ha esteso il suo controllo sugli idrocarburi anche in Africa, con l’intento di salvaguardare il proprio monopolio mondiale sul gas. Il problema è che l’Algeria ha rinforzato di molto i legami militari con Putin, allontanandosi dai legami economici con Spagna e Francia, ma mantenendo quelli energetici con l’Italia, basati sulle buone relazioni tra Eni e Sonatrach. Mercenari russi del gruppo Wagner hanno sostituito la missione euro-francese nel Mali, nel tentativo di contrastare quel jihadismo dilagante nel Sahara, che preoccupa anche Algeri. Attualmente l’Algeria è il nostro secondo fornitore di gas dopo la Russia. Ma il gasdotto Transmed è vecchio e inadatto a un incremento significativo del transito di metano. Su 90 miliardi di metri cubi annui di produzione, 30 vanno all’Italia (ne consumiamo circa 80 miliardi annui). Intanto Sonatrach ed Eni hanno firmato un accordo per velocizzare l’avvio dell’estrazione da un nuovo giacimento di oil & gas a Berkine. Due giorni dopo la missione del premier iberico nel Regno nordafricano, e dopo quella compiuta il 3 aprile dall’Ad di Eni, Claudio Descalzi, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si recherà lunedì 11 aprile in Algeria per verificare la quantità di gas che potremmo ottenere. È possibile che Algeri ci venda tutto il metano che tecnicamente le sarà possibile, ma sulle forniture in futuro peseranno molto la presenza e i ricatti della Russia in Africa. L’accordo italo-algerino è anche legato alla crisi diplomatica che Algeri ha con la Spagna riguardo al Sahara occidentale abitato dal popolo saharawi. L’accordo tra Madrid e Rabat potrebbe provocare uno stop delle vendite di gas algerino alla Spagna, ma si dice anche che dietro a ciò ci sia una mano italiana.

Repubbliche ex sovietiche

Nell’Asia centrale hanno votato contro l’esclusione della Russia dal Consiglio Onu sui Diritti umani il Kazakistan, il Kirghizistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Può darsi che questo voto in alcuni casi sia stato simile a quello di molte nazioni africane, invase geopoliticamente ed economicamente e quindi intimidite dalla neo-colonizzazione di Iran (svoltasi negli anni zero), Cina e Russia. Ma il voto può anche marcare il segno dell’avanzamento territoriale russo nell’ex Sovietistan già zarista (quell’impero che secondo Aleksandr Dugin e altri ideologi russi dovrebbe estendersi da Vladivostok e dallo Stretto di Bering fino a Lisbona).

India

Quanto all’astensione dell’India, dirò che – rispetto ai decenni della lunga Entente Cordiale tra Urss e India – l’astensione del Governo indiano è una buona notizia. Continuo però a ripetere questa sollecitazione: l’ago della bilancia degli equilibri mondiali si chiama India. E con l’India che l’Occidente dovrebbe trattare, presto e bene.


di Paolo Della Sala