Ucraina, i bombardamenti e l’incoscienza di nome Biden

lunedì 28 marzo 2022


Da una parte Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, che ha detto di essere pronto ad accettare lo status di neutralità del proprio Paese nell’ambito di un accordo di pace con la Russia. Dall’altra i colloqui tra Kiev e Mosca, che ripartiranno martedì 29 marzo a Istanbul. Nel mezzo il conflitto che non vuol cessare, con Mariupol sempre più a ferro e fuoco: stando alle parole dello stesso Zelensky, 160mila civili risulterebbero intrappolati in città, senza energia elettrica. Tra l’altro, circa trenta autobus stanno aspettando un segnale per far evacuare i civili ma dai russi nessun ok, al momento, per garantire un passaggio sicuro.

Il conflitto russo-ucraino

Dure le accuse di Zelensky che, in una intervista all’Economist, ha detto: “Stanno rapendo i sindaci delle nostre città. Ne hanno uccisi alcuni. Alcuni di loro non li troviamo. Alcuni li abbiamo già trovati e sono morti”. Yaroslav Melnyk, ambasciatore ucraino a Roma, ha commentato: “Il nostro presidente ha lanciato l’iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione. Secondo il nostro presidente, di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l’Italia. Sono contento di vedere l’Italia in questo elenco”. Venendo alla cronaca dei fatti, nelle ultime 24 ore le truppe russe hanno bombardato la regione di Kharkiv. Inoltre, la Russia avrebbe ritirato le truppe che circondavano Kiev dopo aver subito perdite significative. Il ministero della Difesa russo, da par sua, ha replicato con un video che ha mostrato veicoli blindati delle Forze aviotrasportate in movimento nella regione di Kiev. Oleksandr Pavliuk, capo dell’Amministrazione militare regionale di Kiev, nel frattempo ha rivelato: “I distretti di Bucha (comunità di Irpin, Bucha, Makariv, Borodyan, Dmytriv), Brovarsky (comunità di Velikodimersk), Vyshgorod (comunità di Dymersk, Ivankiv) hanno subito i danni maggiori a causa dei bombardamenti”.

“Putin” è un macellaio: Biden nella morsa delle critiche (anche da sinistra)

“Vladimir Putin è un macellaio”: questo quanto detto da Joe Biden, presidente degli Usa, nel corso del suo incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia. In più ha continuato, sostenendo che Putin è un dittatore che “cerca di ricostruire un impero” e un “dittatore non può restare al potere”. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha replicato (in riferimento alle parole del presidente americano, che ha indicato la necessità di un cambio di regime in Russia): “Certamente questa dichiarazione ci allarma. Noi continueremo a monitorare da vicino le affermazioni del presidente Usa”. Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia, ha evidenziato: “Non ho parole di plauso per il modo in cui Biden e lo stesso Draghi hanno esagerato nell’indicare Putin non solo come nemico, e ci sta, non solo come aggressore, e si deve indicarlo come tale, ma come mostro da mettere all’angolo. Questo è molto pericoloso, perché può costringere il nemico a gesti inconsulti. E quindi fargli temere che vi sia un obiettivo diverso da quello di avere un’Ucraina libera. I russi devono al loro interno decidere che cosa fare di Putin. Non tocca a noi decidere il futuro della Russia, a noi tocca decidere il futuro dell’Europa, dell’Ucraina, dell’Italia e del resto dei Paesi europei”. Le parole di Joe Biden hanno scatenato reazioni anche non da destra. Carlo Calenda (Azione) è sbottato: “Mi pare che anche i più filo-atlantici (come me) debbano ammettere che il modo in cui Biden parla della Russia è pericoloso e irresponsabile. Passa da una gaffe all’altra senza soluzione di continuità da prima dell’inizio del conflitto in Ucraina. Dire che Putin non può rimanere e dunque sottintendere che deve essere rovesciato, non lascia spazio ad alcuna mediazione per fermare la guerra e gli fornisce un’arma di propaganda. E infatti il Dipartimento di Stato ha corretto il tiro. La politica estera non si fa con affermazioni apodittiche a cui non si possono far seguire i fatti. Se dici che Putin “non può restare lì” e sei il presidente degli Stati Uniti, poi devi provare a rimuoverlo da lì. Altrimenti perdi credibilità”. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, su Twitter ha pubblicato un pensiero alla camomilla: “Il discorso di Biden a Varsavia era forse quel che ci si aspettava lì in Polonia, ma fuori di lì ha aperto dubbi e interrogativi che è bene siano rapidamente chiariti”. Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, fondatore e presidente del movimento politico Dema, è andato giù duro: “Ogni volta che Biden apre bocca è un passo in avanti verso la Terza guerra mondiale. L’Europa batta un colpo e la smetta di essere subalterna e sottomessa agli Usa. Non si può essere sempre adolescenti”.


di Alessandro Buchwald