Ucraina: coprifuoco a Kiev

lunedì 21 marzo 2022


A Kiev – e nel resto della regione – nuovo coprifuoco di 35 ore, da oggi fino a mercoledì. Il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, su Telegram ha detto: “Chiedo a tutti di rimanere a casa o nei rifugi”. Potrà spostarsi solo chi risulterà in possesso di permessi speciali.

I bombardamenti

Gli attacchi dei russi intanto vanno avanti. Bombardamenti ancora su Mariupol, mentre una cittadina su Facebook avrebbe scritto “sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa”: la testimonianza è stata ripresa da Anastasiia Lapatina, giornalista del Kyiv Independent. Allo stesso tempo, Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, citato da Interfax, ha notato: “Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione. Sfortunatamente no, la città è grande”.

Gli scontri

Un paio di navi russe, secondo quanto rilevato dal portavoce del quartier generale operativo dell’Amministrazione militare regionale di Odessa, sono apparse in una incursione a distanza nel porto di Odessa e sono state respinte dalle forze armate ucraine. Corridoi umanitari, inoltre, sono stati concordati per oggi, però nessuno da Mariupol. E poi risulterebbero cadute bombe su Kiev e nella regione nord-orientale di Sumy. In più, nella capitale ucraina gli attacchi hanno interessato abitazioni e un centro commerciale, dove è divampato un incendio: il procuratore generale dell’Ucraina, citato dall’Unian, ha parlato di otto vittime. Sempre a Sumy è stata registrata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità avevano dato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito. Poi è stato avvertito che non c’era alcuna minaccia per la popolazione.

“La resa non è una opzione”

Da Kiev è arrivato il secco no alla richiesta di consegnare Mariupol. Iryna Vereshchuk, vicepremier, ha spiegato che “la resa non è una opzione” e che l’Ucraina “chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro” per consentire l’evacuazione dei civili. Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, ha sentenziato: “Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta. Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin merita la più netta condanna del mondo civilizzato”.

I colloqui

Un’ora e mezzo sono durati i negoziati tra ucraini e russi. Un membro della delegazione ucraina e capo della fazione Sn, David Arahamiya, citato dall’agenzia Unian, ha evidenziato: “L’incontro è durato dalle 10,30 alle 12 con le delegazioni ufficiali, poi sono arrivati di nuovo i gruppi di lavoro. Oggi lavoriamo tutto il giorno”. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha sottolineato: “Organizzare un incontro tra i presidenti della Russia e dell’Ucraina richiede un accordo sui possibili risultati dei colloqui, ma le parti attualmente non hanno nulla da mettere sul tavolo a questo proposito. In primo luogo, c’è la necessità di fare i compiti a casa, cioè tenere i colloqui e concordare i loro risultati, prima di parlare di un incontro tra i due presidenti. Finora non ci sono stati progressi significativi”.


di Alessandro Buchwald