Guerra e Pace o solo guerra?

lunedì 28 febbraio 2022


Quando si presenta un futuro ipotetico con degli accadimenti possibili, si formulano in campo sociologico, e non solo, degli scenari, costanti e non, insomma una molteplicità di variabili. Scenari che chiunque può formulare. Ad esempio, apparentemente in maniera improvvisa, esplode la vicenda Ucraina, un’iperbole che covava da anni, e più, di cui possiamo cogliere la costante e le varianti. La prima è il rapporto secolare tra la Russia e l’Ucraina: insieme, si dividono, parte dell’Ucraina è russa, l’altra parte di questa odia la Russia , hanno la religione comune, l’ortodossia, ma indipendente, lingua e storia intersecate, scrittori di comune atmosfera e vicendevole influenza e, come detto, rapporti spesso inviperiti. al tempo di Stalin, della Seconda guerra mondiale. Smembrata l’Unione Sovietica, della quale l’Ucraina faceva parte, questa ha ottenuto sovranità territoriale, che per anni ha favorito la Russia. La situazione cambia dal 2014, allorché sollevazioni popolari eliminarono la presidenza filo russa, che da allora considera il potere in Ucraina illegittimo. Il Cremlino ha quindi occupato la Crimea e aiuta i ribelli di talune zone popolate da russi. Ne sorge una guerriglia ferina e muta, migliaia di uccisi, insicurezza, distruzione. La vita in quelle zone, specie per i russi, diventa un mortorio, la Russia aiuta i connazionali ma non interviene e non riconosce l’autonomia delle repubbliche secessioniste. Questa situazione, ripeto, dura da ormai otto anni.

Improvvisamente, accade una doppia variabile inaspettata, almeno all’apparenza: il riconoscimento delle repubbliche secessioniste e l’attacco militare della Russia verso l’Ucraina (attacco che ad oggi dura da cinque giorni). Vi sono dei colloqui in corso per una eventuale pacificazione. Notizie ed immagini della guerra sono fruibili da tutti, migliaia di persone sono in fuga. Bambini ignari, soccorsi, insonnia, terrore, distruzione: quanto più disastroso è quel che potremmo vedere tanto maggiormente viene esposto. Si avvera la narrazione che i mass media vogliono raggiungere: la Russia è malvagia, il presidente di questa è un tiranno da aggiungere ai crudeli dittatori, la colpa è tutta sua, il pianeta deve dannarlo e punirlo. La gente protesta ovunque. Rarissimamente si discute sui motivi e su eventuali ragioni del “tiranno”. Questo il primo scenario, la colpevolizzazione della Russia e di Vladimir Putin, con la vista di un popolo, quello ucraino, esule, affamato, dissestato. Pochi discutono sul come mai non si è data risposta alla richiesta russa di neutralizzazione dell’Ucraina, su decisioni riguardanti le repubbliche secessioniste. La desolazione degli ucraini dissolve le ragioni di ogni analisi, vi è la sofferenza che grida da sé, c’è il colpevole e deve essere punito.

L’analisi politica non conta in presenza del dolore di un popolo. Tutto questo si poteva evitare dando soluzione alle richieste russe? Non ne discutiamo, guardiamo esclusivamente le sofferenze degli invasi. Lo spostamento dall’analisi politica alla compassione per la reale infelicità di un popolo è il primo scenario: si ottiene limitando l’informazione ad un aspetto della vicenda e coprendo, oscurando le altre presenze, gli altri motivi. Il secondo scenario è molto più grave, non si tratta di impedire l’analisi politica rispetto alla tragedia umana che grida da sé, si tratta di punire l’invasore. Entra in campo la variante: punizione del colpevole. La sofferenza visibile di un popolo mostra un colpevole visibile, la Russia e il suo presidente. Il secondo scenario non è umano e compassionevole come verso gli ucraini, è, vuole essere, devastante, proprio “rovinosissimo”, inferocito, contro la Russia. le sanzioni: toglierle sangue e denaro, rinchiuderla, renderla intoccabile, soffocarla con il proprio gas, avvelenarla con il petrolio di casa. Entriamo subito nel terzo scenario. Come reagirebbe Putin se la sua nazione viene messa in condizioni di dover difendere la sua esistenza? C’è qualche rapporto segreto con forze interne alla Russia che, se quest’ultima si impaludasse in una guerriglia lunga o fosse pugnalata dalle sanzioni, prenderebbero il potere in Russia?

Ma gli scenari proseguono, il quarto è quasi invisibile ma decisivo. La Russia in mani occidentali darebbe alla Cina l’impressione che il successivo attacco sarebbe nei suoi confronti, e questa non può consentire che l’ex centro dell’Unione Sovietica passi in pugno occidentale. Ciò che potrebbe accadere è intuitivo. Ma in ogni tragedia vi è il quinto atto (o scenario), e non è sul piano del possibile ma dell’effettualità: chi uscirà di sicuro malridotto da questo conflitto è l’Europa, la quale sembra assetata di autodistruzione, invocando sanzioni che la sanzioneranno. Perché attua questo omicidio di sé, meriterebbe valutazioni capillari. C’è una spiegazione al fatto che questa, pur sapendo di danneggiarsi, sceglie di farlo? Possibile che con la Russia non si trovi un accordo sulla neutralità dell’Ucraina? È una impresa oltrepassante le umane capacità? Le piccole zone “russofone” che vogliono indipendenza possono scegliere? Si sono smembrati tanti paesi! La Russia è una minaccia per l’Europa, per il mondo? Certo, se questa è una minaccia per l’Europa, in quanto vuole dare seguito al gasdotto con la Germania, causa non ultima del conflitto.

Non so, diventa un pericolo perché ci vende il gas, non so, dobbiamo impedire che la Russia commerci con noi, certo, impedire che invada altri paesi, ma, se questi paesi non assicurano di non esserle nemiche atomiche dentro casa, che faremmo noi se un paese ostile si armasse potentemente, persino di armi chimiche? Proprio sotto casa! Almeno discutere, se vogliamo trovare una soluzione. Se una soluzione la vogliamo trovare! Se non è disonorevole, la pace è immensamente da preferire ad una guerra che non sia davvero necessaria. Si discuta, e se si vuole la pace, se non si ha già deciso che bisogna ostracizzare la Russia, la quale non deve invadere, si arriverà a un equilibrio. E nessuno perderà l’onore, sacro quanto la vita.


di Antonio Saccà