Come fermare Putin e perché l’Ucraina è stata invasa

venerdì 25 febbraio 2022


Immagino che le notizie gravi di queste ore abbiano già saturato le menti e i cuori di tutti. Ma è anche il momento di farsi due domande. La prima è: perché Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina? Per un vantaggio immediato e per dimostrare la sua forza al mondo? Ci sono motivi seri e immediati, invece. La seconda questione è: come fermare Putin?

I veri motivi dell’invasione russa in Ucraina

Viktoriya Prokopovych è presidente del Forum Ucraina in Italia, ha studiato Economia aziendale in Ucraina e ha frequentato l’Università per stranieri di Siena. Ha scritto una nota sulle risorse minerarie dell’Ucraina, un elenco di dati molto utile a capire i perché della scellerata impresa di Putin, e per uscire dalla sequela di parole per concentrarsi sui fatti e i motivi. Di seguito i dati riportati da Viktoriya Prokopovych:

Risorse minerarie

– Prima in Europa per comprovati giacimenti di minerali di uranio;

– seconda in Europa e decimo posto nel mondo per la presenza di minerale di titanio;

– seconda al mondo in termini di riserve esplorate di minerali di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, ovvero il 12 per cento delle riserve mondiali);

– seconda al mondo per il minerale di ferro (30 miliardi di tonnellate);

– secondo posto in Europa per riserve di minerale di mercurio;

– terzo posto in Europa (tredicesimo posto nel mondo) per riserve di shale gas (22 trilioni di metri cubi);

– quarto posto in Europa per estrazione di gas e petrolio;

– quarta al mondo per le risorse naturali;

– settimo posto al mondo per riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate).

L’Ucraina ha inoltre ingenti risorse di caolino, argille plastiche ed argille refrattarie, che costituivano circa il 70 per cento delle riserve dell’ex Unione Sovietica. In Ucraina esiste anche l’unico deposito europeo di sabbie minerali, da cui si estrae zircone per 35mila tpa (antigene polipeptidico tessutale, sesto produttore mondiale).

 Risorse agricole

– Prima in Europa per superficie a seminativo;

– terzo posto al mondo per superficie di Černozëm, il “suolo nero” (25 per cento del volume mondiale);

– primo posto al mondo per esportazione di girasole e olio di girasole;

– secondo posto al mondo nella produzione di orzo e quarto posto nelle esportazioni di orzo;

– terzo produttore e quarto esportatore di mais al mondo;

– quarto produttore mondiale di patate;

– quinto produttore di segale al mondo;

– quinto posto al mondo per produzione di miele d’api (75mila tonnellate);

– ottavo posto nel mondo nelle esportazioni di grano;

– nono posto al mondo nella produzione di uova di gallina;

– sedicesimo posto nel mondo nelle esportazioni di formaggi.

L’Ucraina può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone.

Industria Ucraina

– Prima in Europa nella produzione di ammoniaca;

– seconda rete di gasdotti d’Europa e quarta al mondo (142,5 miliardi di metri cubi di capacità di flusso di gas nell’Unione europea);

– terza in Europa e ottava al mondo per capacità di produzione di energia con centrali nucleari;

– terzo posto in Europa e undicesima nel mondo per lunghezza della rete ferroviaria (21.700 chilometri);

– terzo posto al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) nella produzione di localizzatori e apparecchiature di localizzazione;

– terzo posto al mondo come Paese esportatore di ferro;

– quarto esportatore mondiale di turbine per centrali nucleari;

– quarto produttore mondiale di lanciarazzi;

– quarto posto al mondo nelle esportazioni di argilla;

– quarto posto al mondo nelle esportazioni di titanio;

– ottavo posto nel mondo nelle esportazioni di minerali e concentrati;

– nono posto nel mondo nelle esportazioni di prodotti dell’industria della difesa;

– nono produttore di acciaio al mondo (32,4 milioni di tonnellate).

Si capisce meglio perché Vladimir Putin abbia avviato l’invasione: per fermare la Ue, che avrebbe ottenuto autonomia energetica e alimentare da Kiev e per trasferire queste ricchezze a Mosca.

Come fermare Putin?

Non c’è risposta, anche perché noi – giustamente – ripudiamo la guerra. Il problema è che i dittatori se ne fregano dell’etica e provocano conflitti bellici per rubare terra e ricchezze. Il pacifismo ideologico, anche quello onesto e non, dal 2001 in avanti è diventato l’altra faccia di chi ama menare le mani. Ma oltre alle armi e al pacifismo vi sono altre soluzioni, al di là delle sanzioni economiche. Urge ricercare nuovi metodi per il contenimento dei soprusi internazionali. È anche su questa ricerca che le strategie politiche, diplomatiche, economiche e militari dovrebbero concentrarsi.

Il primo obiettivo è evitare che l’alleanza di convenienza tra Cina e Russia diventi militare. È possibile, in questo caso, che la Cina si tenga alla larga dall’avventurismo russo, perché le sanzioni sarebbero un colpo mortale al suo export. Il secondo obiettivo sarebbe stato sostenere l’opposizione a Putin, che è potenzialmente forte. Si tratta di un progetto irrealizzabile, perché conosciamo i metodi e l’efficienza della repressione del dissenso nella Russia degli ultimi cento anni. Il terzo obiettivo è estendere la forza della Nato al di fuori dell’Atlantico, integrando nazioni africane, latinoamericane e asiatiche (l’India). Ciò non può avvenire in forma ufficiale, perché aumenterebbe il desiderio di Putin di emulare il Napoleone di Austerlitz e l’Adolf Hitler di Dunkerque (i dittatori, come i ladri, ignorano che alla fine di ogni vittoria ci siano una Waterloo e uno sbarco in Normandia, il problema sono i disastri che si succedono nel frattempo). Non ci sono soluzioni al momento, se non sperare che Putin si fermi all’Ucraina.


di Paolo Della Sala