La scuola palestinese del terrorismo

martedì 11 gennaio 2022


Un insegnante palestinese e tre scolari sono stati direttamente coinvolti nella recente ondata di attacchi terroristici sferrati contro gli israeliani, a Gerusalemme e in Cisgiordania. Questa non è una sorpresa per chi è a conoscenza dell’odio e dell’incitamento in corso contro Israele nelle scuole e nei libri di testo palestinesi, così come nei media, nelle moschee e nei campus universitari.

Il 21 novembre, Fadi Abu Shkhaydam, un insegnante liceale di 42 anni del campo profughi di Shuafat, a Gerusalemme, ha colpito a morte Eli Kay, un immigrato sudafricano 26enne. La sparatoria è avvenuta nella Città Vecchia di Gerusalemme. Altre quattro persone sono rimaste ferite prima che il terrorista venisse ucciso dalla polizia.

Abu Shkhaydam era un insegnante di Studi islamici presso il liceo pubblico maschile al-Rashidiyeh di Gerusalemme Est. Il fatto che la scuola sia gestita dal Comune (israeliano) di Gerusalemme non ha infastidito il terrorista, che in seguito è stato definito un membro di Hamas.

Abu Shkhaydam non ha avuto problemi a ricevere uno stipendio da un’amministrazione comunale israeliana mentre continuava a vomitare odio contro Israele in veste di “predicatore” e “studioso” in varie moschee di Gerusalemme.

L’anno scorso, Abu Shkhaydam aveva detto durante un sermone di preghiera del venerdì che “i maestri di eresia ebrei e cristiani” fanno parte dello sforzo finalizzato a combattere la legge islamica della shari’a e a diffondere l’ingiustizia. Ha anche detto che ebrei, cristiani e altri oppositori della shari’a sono guidati dal diavolo e finanziati dai “soldi sporchi” di “quei beduini” degli Emirati Arabi Uniti.

In un testamento che pare sia stato lasciato da Abu Shkhaydam, quest’ultimo rivela di aver pianificato l’attacco terroristico da molto tempo: “Scrivo queste parole con grande gioia: concludo anni di duro lavoro con un incontro con Dio”. Il terrorista ha detto di aver scelto questa strada per compiacere Dio e raggiungere il paradiso. Ha anche affermato che l’attacco terroristico è stato progettato per difendere la moschea di al-Aqsa.

Quando terroristi come Abu Shkhaydam parlano della necessità di difendere la moschea di Gerusalemme, si riferiscono alle visite pacifiche e di routine degli ebrei al Monte del Tempio, il luogo più sacro dell’Ebraismo.

Contrariamente a quanto affermato dall’Autorità palestinese, da Hamas e da altri gruppi palestinesi, gli ebrei che visitano il sito non mettono piede nella moschea di al-Aqsa. I visitatori ebrei sono costretti a visitare il complesso del Monte del Tempio sotto la protezione della polizia a causa delle minacce dei palestinesi, che continuano a negare la storia ebraica o i legami con Gerusalemme.

Leader palestinesi e jihadisti come Abu Shkhaydam da tempo definiscono i tour ebraici come violente incursioni nella moschea di al-Aqsa, che, inutile dirlo, è una totale menzogna e un’accusa del sangue.

Abu Shkhaydam e i leader palestinesi non hanno perso un’occasione né alcuna piattaforma per diffondere diffamazioni. Il terrorista ha utilizzato ogni podio disponibile nelle moschee per incitare alla violenza contro i non musulmani, in particolare ebrei e cristiani.

Da insegnante e predicatore di moschee, l’uomo ha indubbiamente trasmesso il suo veleno a molti palestinesi, in particolare ai suoi alunni e a coloro che frequentavano i suoi sermoni del venerdì.

Non c’è da meravigliarsi, quindi, che adolescenti palestinesi afferrino coltelli o pistole con l’intenzione di uccidere gli ebrei a Gerusalemme e in Cisgiordania.

I giovani terroristi sono stati sottoposti al lavaggio del cervello da parte di leader palestinesi e “studiosi” che vomitano quotidianamente odio contro Israele e gli ebrei.

Ai giovani terroristi viene detto dai loro leader che gli ebrei stanno profanando i luoghi santi islamici e che è loro dovere difendere la moschea di al-Aqsa.

Inoltre, viene loro assicurato che chiunque muoia mentre compie un attacco terroristico contro gli ebrei è un “martire” il cui posto in paradiso è garantito.

All’inizio di questo mese, una studentessa palestinese di 14 anni ha accoltellato e ferito una donna ebrea che stava accompagnando i figli a scuola. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est. La ragazza è fuggita nella sua scuola, situata a poche centinaia di metri di distanza. È stata arrestata dalla polizia israeliana poco dopo.

I libri di testo basati sul programma del ministero dell’Istruzione dell’Autorità palestinese e trovati nella borsa della ragazza hanno dimostrato la quantità di folle incitamento contro le Forze di Difesa israeliane e i coloni ebrei, così come la glorificazione dei “martiri”. I libri di testo palestinesi si basano sul curriculum offerto dal ministero dell’Istruzione dell’Autorità palestinese.

Ad esempio, a pagina 61 del Libro di studio della lingua araba c’è un esercizio di comprensione della lettura che contiene una storia che descrive l’incendio con bottiglie molotov di un autobus israeliano appartenente all’insediamento di Psagot, vicino a Ramallah.

Il presunto tentativo di bruciare vivi i passeggeri ebrei è descritto con orgoglio nel libro come una “festa barbecue”.

Il libro di Scienze sociali trovato nella borsa della ragazza afferma che “la resistenza armata è un diritto naturale e legittimo destinato a opporsi all’occupazione”. Il libro presenta le foto dei massacri commessi dagli arabi contro gli ebrei nella città di Hebron nel 1929.

Secondo l’Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education (Impact-se), i libri di testo palestinesi “rimangono apertamente antisemiti e continuano a incoraggiare la violenza, il jihad (guerra santa) e il martirio mentre la pace non è ancora insegnata come preferibile o addirittura possibile”.

Lo studio di Impact-se ha scoperto che i leader palestinesi non sono riusciti a mantenere la promessa fatta ai donatori occidentali di cambiare i libri di testo. Lo studio ha mostrato, infatti, che i libri di testo appena pubblicati sono ancora più radicali di quelli precedenti.

“C’è un inserimento sistematico di violenza, martirio e jihad in tutti cicli d’istruzione e in tutte le materie”, conclude lo studio.

“Il nazionalismo estremo e le ideologie islamiste sono diffusi in tutto il curriculum, compresi i libri di testo di scienza e matematica. La possibilità di pace con Israele è respinta. Qualsiasi presenza storica ebraica nei territori odierni di Israele e dell’Autorità Palestinese è completamente omessa dai libri di testo. La storia e il patrimonio ebraici sono rappresentati come falsificati; i luoghi santi ebraici sono rappresentati come aree musulmane usurpate dai sionisti”.

Un libro di testo di storia palestinese della terza superiore dice che gli ebrei controllano il mondo. In altri libri di testo, gli ebrei vengono descritti come bugiardi peccatori e truffatori considerati come i “nemici dell’Islam in tutti i tempi e luoghi”. Un capitolo sull’educazione islamica insegna chiaramente che gli ebrei sono corrotti e condannati alla distruzione poiché la loro “corruzione della terra è stata e sarà la causa del loro annientamento”.

Lo studio constata inoltre che gli ebrei e Israele sono diffamati in misura maggiore rispetto ai precedenti curricula e che l’antisemitismo è più diffuso ovunque. Israele è per lo più definito come “l’occupazione sionista”. I libri di testo demonizzano Israele e gli ebrei vengono diffamati e presentati come rivali del profeta dell’Islam. “In breve,” secondo lo studio, “non c’è incoraggiamento alla convivenza nell’intero curriculum”.

Questa è proprio la retorica che incoraggia gli scolari a compiere attacchi terroristici contro gli ebrei. Coloro che chiudono un occhio su questo sanguinoso incitamento e antisemitismo stanno in realtà dando il via libera ai terroristi per continuare il loro jihad omicida contro gli ebrei.

Questo è il veleno che viene iniettato nei cuori e nelle menti dei palestinesi proprio nel momento in cui l’amministrazione Biden continua a parlare di finanziamenti all’Autorità palestinese e della necessità di rilanciare il processo di pace tra Israele e i palestinesi.

L’amministrazione Biden blatera di pace e di una “soluzione a due Stati” mentre i leader palestinesi fanno del loro meglio per preparare la prossima generazione a continuare ad accoltellare gli ebrei.

(*) Tratto dal Gatestone Institute - Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Bassam Tawil (*)