Polonia: gas lacrimogeni contro i migranti

martedì 16 novembre 2021


Resta alta la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia, dove si trovano migliaia di migranti che hanno una richiesta: entrare in Europa. Come riferito dal ministero della Difesa, la polizia di Varsavia ha risposto con i gas lacrimogeni al lancio di sassi da parte dei migranti. In base a una prima ricostruzione dei fatti, resa nota dalla polizia polacca, un gruppo di migranti ha cercato di forzare la frontiera tra Bielorussia e Polonia, all’altezza del valico di Kuznice. Nell’occasione, sono state lanciate bottiglie e pietre. Non solo: fonti di Varsavia hanno sostenuto che i servizi bielorussi avrebbero fornito ai migranti gli oggetti da utilizzare negli scontri. “Inaccettabile”: così Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha definito l’uso di gas lacrimogeni contro i profughi.

Crisi migratoria e fondi

Nel frattempo “disco verde” – dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue – al bilancio comune per il 2022. Nell’occasione è stata approvata la proposta, presentata nei giorni passati dalla Commissione europea, di un aumento del Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf) con la destinazione di 25 milioni di euro alla crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia per un sostegno agli Stati membri.

Papa Francesco: costruire muri non è una soluzione

Intanto, il Governo di Varsavia ha annunciato che la Polonia, a dicembre, comincerà a costruire un muro al confine con la Bielorussia. Mariusz Kaminsky, ministro degli Interni polacco, ha spiegato che la struttura vedrà la luce entro la metà del 2022: “Sarà lunga 180 chilometri, alta 5,5 metri e verranno utilizzate le soluzioni più moderne”. Un investimento, l’ha definito Kaminsky, “assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini”. Il costo stimato per la barriera è di 353 milioni di euro.

Sull’argomento è intervenuto anche Papa Francesco: “La storia in questi ultimi decenni ha dato segni di un ritorno al passato: i conflitti si riaccendono in diverse parti del mondo, nazionalismi e populismi si riaffacciano a diverse latitudini, la costruzione di muri e il ritorno dei migranti in luoghi non sicuri appaiono come l’unica soluzione di cui i governi siano capaci per gestire la mobilità umana. In questi quaranta anni e in questo deserto, tuttavia, ci sono stati segni di speranza che ci permettono di poter sognare di camminare insieme come un popolo nuovo verso un noi sempre più grande”.

Colloquio Lukashenko-Merkel

Alexandr Lukashenko, presidente bielorusso, ha annunciato che avrà un altro colloquio telefonico con Angela Merkel: lo ha detto l’agenzia Belta. Lukashenko ha confessato di aver mostrato alla cancelliera tedesca le possibili soluzioni in grado di risolvere la situazione. Merkel, da par sua, avrebbe risposto che le sarebbe servito il tempo utile per poterne discutere con i partner europei.


di Redazione