Crisi climatica, la Cina “sfida” i leader riuniti a Glasgow

martedì 2 novembre 2021


La Cina ha aumentato la produzione di carbone di una tonnellata al giorno. È una “sfida” ai leader mondiali riuniti a Glasgow per evitare la catastrofe del riscaldamento globale. Il più grande importatore di carbone al mondo ha combattuto con interruzioni di corrente diffuse che hanno interrotto le catene di approvvigionamento, a causa di rigorosi obiettivi di emissioni e prezzi record per il combustibile fossile. Ma la crisi è ora agli sgoccioli grazie a un aumento della produzione interna di carbone, secondo una dichiarazione della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, che ha affermato che la produzione media giornaliera di carbone è salita a oltre 11,5 milioni di tonnellate da metà ottobre, con un aumento di 1,1 milioni di tonnellate rispetto alla fine di settembre.

Negli ultimi mesi, numerose fabbriche cinesi sono state costrette a interrompere le operazioni a causa di interruzioni di corrente, sollevando preoccupazione per le catene di approvvigionamento globali. Intanto, i leader mondiali riuniti alla Cop26 si impegneranno martedì a fermare la deforestazione entro il 2030 grazie a 16,5 miliardi di euro di finanziamenti pubblici e privati. Lo ha annunciato il governo britannico, che ospita il vertice. Ma secondo gli ambientalisti non è una misura sufficiente. La dichiarazione comune sarà adottata da oltre 100 Paesi che hanno l’85 per cento delle foreste mondiali, fra cui il Brasile e il Congo. Secondo il premier britannico Boris Johnson l’iniziativa fondamentale per limitare il riscaldamento climatico a +1,5 gradi.

Tra le nazioni aderenti all’intesa anche Canada, Russia, Colombia e Indonesia, tutte con importanti tratti di foresta.

Anche Stati Uniti e Cina saranno parte dell’accordo, il primo vero risultato concreto della Cop26 a Glasgow, al termine di una prima giornata interlocutoria. Il documento comune sarà annunciato oggi, durante una sessione dedicata alle foreste: sono previsti 12 miliardi di dollari di investimenti pubblici e 7 di investimenti privati. Anche i Ceo di diverse istituzioni finanziarie, tra cui Aviva, Schroders e Axa, si stanno impegnando a porre fine agli investimenti in attività che portano alla deforestazione.

Rainforest Foundation Norway ha accolto con favore l’accordo, ma ha affermato che i finanziamenti dovrebbero essere concessi solo ai paesi che mostreranno risultati concreti. “Questo è il più grande finanziamento mai promesso per salvare le foreste, e arriva in un momento cruciale per le foreste pluviali del mondo. I nuovi impegni hanno il potenziale per accelerare l’azione necessaria da parte sia dei governi che delle aziende. Speriamo che questo finanziamento stimolerà i cambiamenti politici necessari”, ha dichiarato il segretario generale della Rainforest Foundation Norvegia Toerris Jaeger in una nota. Un fondo da 2,6 miliardi di euro, finanziato da istituzioni finanziarie e aziende agroalimentari, per investire in programmi di coltivazione di soia che evitino la deforestazione in Sud America, è invece una delle iniziative che sarà presentata alla Cop26.


di Edoardo Falzon