giovedì 20 maggio 2021
Durante un’operazione lanciata a Gaza la scorsa settimana, le Forze di Difesa Israeliane hanno attaccato un complesso di tunnel di Hamas con 12 squadroni di 160 aerei da combattimento che hanno colpito oltre 150 obiettivi con centinaia di Jdam (Joint Direct Attack Munitions, bombe guidate con precisione dal Gps) distruggendo i bunker sotterranei in meno di un’ora. Sebbene la valutazione dei danni in battaglia sia ancora in corso, il raid ha distrutto forse l’elemento chiave delle infrastrutture di Hamas, spazzando via riserve massicce di munizioni e probabilmente uccidendo dozzine, se non centinaia di combattenti. Questa è stata una mazzata per Hamas e potrebbe rivelarsi un punto di svolta nel conflitto. Ha anche inviato un forte messaggio all’Iran e a Hezbollah sulle conseguenze che subirebbero se attaccassero Israele utilizzando il loro arsenale di decine di migliaia di missili stoccati nei depositi nel Libano meridionale.
L’operazione dell’Idf è stata una combinazione attentamente coordinata di intelligence, monitoraggio, conoscenza delle tattiche nemiche, inganno, sorpresa e di una forza schiacciante precisamente mirata. Di tutto questo, l’inganno e la sorpresa sono stati gli elementi chiave. Il fattore sorpresa è un principio di guerra nelle forze americane, britanniche e in molte altre. Il Manuale Usa per la condotta delle operazioni militari definisce il fattore sorpresa come “colpire il nemico in un momento, in un luogo o in un modo per il quale è impreparato”. Il manuale prosegue dicendo: “L’inganno può contribuire alla probabilità di sfruttare il fattore sorpresa”. Nel corso della storia della guerra, la sorpresa ottenuta con l’inganno ha portato a molte vittorie militari sbalorditive, spesso contro ogni previsione.
L’operazione d’inganno dell’Idf ricorda il famoso stratagemma utilizzato dal personaggio biblico e giudice israelita Gedeone contro i Madianiti, Gedeone chiese ai suoi soldati di suonare le trombe, accendere le torce e lanciare gridi di battaglia, simulando una forza molto più numerosa e facendo così fuggire dal campo l’esercito nemico di gran lunga superiore. Giovedì scorso, l’Idf ha ammassato carri armati, artiglieria e veicoli da combattimento di fanteria al confine di Gaza, con i motori che rombavano come le trombe di Gedeone. L’operazione non è sfuggita a Hamas ed è stata ampiamente riportata dai media internazionali come un’imminente invasione di terra. Come i Madianiti, centinaia di combattenti di Hamas si sono precipitati a rifugiarsi all’interno della rete di tunnel detta “metro”. Costruiti da Hamas dopo il conflitto del 2014 per ospitare strutture di comando, immagazzinare armi e facilitare il movimento protetto, questi tunnel coprono dozzine di chilometri sotto la Striscia di Gaza. Lì i combattenti sono rimasti intrappolati quando le bombe Jdam tuonavano dall’alto. Emergendo per combattere l’invasione che non è mai avvenuta, le squadre anticarro e quelle mortai sopravvissute sono state colpite dal cielo.
Questo capolavoro di sincronizzazione tattica, con tutti i suoi elementi complessi, simboleggia gli attacchi di precisione dell’Idf lanciati durante questa campagna, denominata Operazione Guardiano delle Mura, che hanno già inflitto danni dai quali Hamas non si riprenderà per anni. L’Idf ha imparato molte lezioni dai precedenti scontri a Gaza e dal 2014 raccoglie con determinazione informazioni e lavora per sviluppare piani di battaglia e soluzioni tecnologiche per affrontare Hamas e la Jihad Islamica Palestinese, suo partner.
Hamas non può competere con l’Idf e potrebbe essere sconfitto rapidamente e a minor costo da una forza militare bruta e schiacciante, se non fosse per una cosa: la necessità israeliana di ridurre al minimo la perdita di vite civili. E Hamas questo lo sa. Sa che non può prevalere sull’Idf e non intende nemmeno provarci. La sua strategia è quella di attaccare i centri abitati israeliani usando razzi, droni kamikaze e tunnel, al fine di attirare contrattacchi dell’Idf che uccideranno i loro stessi civili per diffamare e isolare Israele in tutto il mondo e ottenere il sostegno internazionale per la propria causa. Con gli scudi umani come elemento fondamentale di ogni operazione, Hamas è il primo “esercito” nella storia a usare le vite della propria popolazione civile come armi da guerra.
La strategia di Hamas ha avuto un triste successo. Nel corso dei numerosi anni di conflitti a Gaza, la maggior parte dei media mondiali ha riportato con entusiasmo la morte di civili palestinesi come se fossero l’oggetto deliberato del modo insensibile e indifferente della guerra di Israele. Questa propaganda palesemente falsa è stata ripresa dai sostenitori di Hamas e dagli “utili idioti” in Occidente. In tutto il mondo, i gruppi per i diritti umani hanno fatto lo stesso. Questa propaganda palesemente falsa è stata ripresa dai sostenitori di Hamas e dagli “utili idioti” in Occidente. La scorsa settimana, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Europa, abbiamo visto centinaia di manifestanti anti-israeliani brandire striscioni palestinesi, bruciare bandiere israeliane, sputare il loro odio per lo Stato ebraico e gridare contro i baby-killer dell’Idf. Le calunnie di Hamas offrono un ricco filone di materiale agli accademici nelle università e ai docenti nelle scuole superiori occidentali che detestano Israele e che utilizzano le false accuse di Hamas allo scopo di indottrinare generazioni di studenti.
I gruppi per i diritti umani in tutto il mondo hanno fatto lo stesso. Ci sono state decine di risoluzioni anti-israeliane all’Onu, che spesso hanno attinto alla narrazione di Hamas, stravolgendo ogni aspetto dei conflitti a Gaza. Il premio è stato la decisione di quest’anno della Corte Penale Internazionale di avviare un’indagine approfondita con la speranza di trascinare soldati, funzionari e politici israeliani sul banco degli imputati dell’Aja.
Negli ultimi 15 anni, ho preso parte a tutte le sessioni del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e ai dibattiti di emergenza sui conflitti di Gaza. La deliberata ignoranza combinata con la malevolenza è sempre stata sorprendente. Ogni commissione d’inchiesta ha determinato la colpevolezza di Israele prima ancora che si riunisse per la prima volta. Ogni dibattito e voto hanno affermato in modo schiacciante e ovviamente falso i presunti crimini di guerra di Israele e quelli contro l’umanità. Mentre i molteplici e attuali crimini di guerra di Hamas sono stati accantonati.
La realtà è molto diversa dalle menzogne che provengono da queste moderne Torri di Babele. L’attacco della scorsa settimana lanciato dall’Idf alla rete di tunnel detta “metro” è dipeso da un blitz e dal coordinamento di 160 aerei che hanno attaccato una piccola area in un brevissimo lasso di tempo. Accanto a queste incredibili complessità, l’Idf ha fatto tutto il possibile per garantire la minima perdita di vite umane selezionando obiettivi in cui livello minimo di innocenti sarebbe stato danneggiato, come le strade vuote sotto le quali passavano i tunnel, e mantenendo una stretta sorveglianza per accertarsi che un autobus carico di civili apparisse all’improvviso. L’Idf ha finora distrutto diversi grattacieli contenenti infrastrutture militari chiave di Hamas, nonché uffici e appartamenti civili. Sorprendentemente, tutti questi sono stati abbattuti senza che siano state riportate vittime civili.
Come nei precedenti conflitti a Gaza, l’Idf ha fatto trasmissioni radio in arabo, ha inviato messaggi sms e ha perfino telefonato ai civili all’interno della Striscia per avvertirli di imminenti attacchi, avvertendoli dove recarsi per essere al sicuro e su quali strade prendere. Gli abitanti di Gaza hanno rilasciato interviste che lo confermano.
Quando i civili non lasciano l’edificio designato come bersaglio, talvolta l’Idf rilascia munizioni a bassa esplosività appositamente progettate (dette “bussare sul tetto”) per incoraggiarli a uscire. Con un’accurata vigilanza delle zone bersaglio, l’aviazione israeliana interrompe frequentemente le sortite pianificate se c’è il rischio di perdite civili.
In un conflitto pianificato da Hamas per massimizzare le morti civili, alcune sono inevitabili. È troppo presto per valutare accuratamente il numero delle vittime o il rapporto tra civili e combattenti uccisi, ma le valutazioni attuali stanno a indicare che l’Idf ha avuto ancora più successo nel ridurre al minimo le vittime civili durante questa campagna rispetto ai precedenti scontri a Gaza.
Molti nei media, nei gruppi per i diritti umani e negli organismi internazionali si sono affrettati a definire tutte le perdite tra i civili (diverse da quelle inflitte da Hamas, ovviamente) come crimini di guerra. Ma le Convenzioni di Ginevra non sono d’accordo. Infliggere perdite civili non è illegale a condizione che un’operazione militare sia necessaria per il proseguimento di una guerra, che tali perdite non siano sproporzionate rispetto ai vantaggi militari pianificati e che i comandanti combattenti non prendano di mira intenzionalmente i civili, facendo tutto il possibile per evitare di colpirli.
I media considerano autorevoli e obiettivi i rapporti del Ministero della Salute di Gaza. Questo è falso e loro lo sanno. Il Ministero della Salute è controllato da Hamas e segue ogni suo ordine. Ad esempio, dei circa 2mila razzi lanciati finora da Hamas in questo conflitto, circa 400 non sono riusciti a raggiungere il bersaglio, atterrando all’interno di Gaza. Alcuni di questi hanno ucciso civili e il Ministero della Salute ha attribuito tutte queste perdite all’azione dell’Idf.
Il mezzo più efficace per salvare vite civili di Gaza è stato il sistema antimissile israeliano Iron Dome. Nonostante gli sforzi di Hamas per sopraffarlo, l’Iron Dome ha avuto un tasso di successo del 90 per cento nell’impedire ai missili di Gaza di colpire i loro obiettivi. Non solo esso ha salvato la vita di innumerevoli civili israeliani, ma ha anche permesso alla campagna dell’Idf di essere più deliberata, discriminante e precisa. Se centinaia di israeliani fossero morti sotto i razzi di Hamas, l’Idf non avrebbe avuta altra scelta che colpire Gaza con molta più ferocia e le forze di terra sarebbero già entrate nella Striscia di Gaza, causando inevitabilmente molte più vittime civili di quelle che abbiamo visto finora.
Ciononostante, come ci mostrano incessantemente i media, le vere vittime di questa campagna sono state proprio i civili di Gaza. Ma di solito i media hanno torto a determinare la causa. Tutte le vittime sono state provocate dall’aggressione immotivata di Hamas contro Israele. Non ce ne sarebbero state, altrimenti. Una volta terminato questo conflitto, Hamas lavorerà per recuperare meglio la prossima volta, ossia rigenerando le proprie capacità militari piuttosto che le infrastrutture civili. Se i governi occidentali, gli organismi internazionali e i gruppi per i diritti umani sono sinceramente interessati a evitare la sofferenza a Gaza, dovrebbero iniziare adesso, sforzandosi di porre fine al regno del terrore di Hamas piuttosto che sostenerlo ripetendo a pappagallo la loro narrazione funesta.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Richard Kemp (*)