Spagna: la polizia marocchina apre le porte ai migranti di Ceuta

mercoledì 19 maggio 2021


Lo scorso 25 aprile Rabat ammoniva Madrid: “Il Regno del Marocco deplora l’atteggiamento della Spagna, che ha accolto sul suo territorio Brahim Ghali, leader delle milizie separatiste del Polisario, ricercato per gravi crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani… per il Ministero marocchino l’atteggiamento spagnolo suscita grandi incomprensioni e legittime domande: perché Brahim Ghali è stato ammesso di nascosto in Spagna e con un passaporto falso? Perché la Spagna ha ritenuto utile non avvisare il Marocco? Perché è stato ammesso sotto falsa identità? E perché la giustizia spagnola non ha ancora reagito alle tante denunce presentate dalle vittime?”.

Il Re del Marocco ha richiamato il suo Ambasciatore in Spagna mentre da lunedì migliaia di marocchini –la maggior parte minorenni – hanno invaso Ceuta e Melilla, enclaves spagnole in territorio marocchino, “città autonome”, che hanno uno statuto specifico nel territorio spagnolo. Ad oggi, secondo il ministero dell’Interno spagnolo, sono più di 8mila i marocchini entrati a Ceuta illegalmente (secondo fonti della polizia presenti a Ceuta potrebbero essere anche 10mila) fra questi vi sono circa 1500 minori mentre almeno 85 sono riusciti stamane ad entrare illegalmente dal Marocco nell’enclave spagnola di Melilla, sempre sulla costa nordafricana. Un record senza precedenti, ripetono in continuazione i vari telegiornali spagnoli (quelli marocchini non ne hanno fatto cenno, almeno quelli dell’ora di pranzo).

Nelle due città spagnole i migranti marocchini sono arrivati a nuoto, con piccoli canotti, con mezzi di fortuna e altri a piedi approfittando della bassa marea (devono percorrere circa trenta metri e attraverso acque alte un metro) e dell’aiuto delle autorità marocchine che hanno semplicemente aperto loro le porte della frontiera (qui il video). In pieno giorno, con agenti spagnoli come testimoni, i membri della gendarmeria marocchina hanno aperto uno dei cancelli nella loro area di recinzione di frontiera per consentire l’accesso a dozzine di immigrati clandestini. In una zona di confine ad accesso riservato alle sole forze di polizia, due agenti marocchini hanno aperto una porta consentendo diverse decine immigrati per entrare. Ma fonti della polizia spagnola confermano che questo passaggio non è “abilitato” come accesso per i civili. Le immagini sono state registrate da agenti spagnoli che, sbalorditi, assistono alla scena.

Questo è un punto importante: testimonianze di poliziotti spagnoli, immagini, video, dimostrano la complicità della polizia marocchina nel far entrare le migliaia di immigrati a Ceuta, in Spagna, in Europa. I cittadini di Ceuta e Melilla sono terrorizzati da questa improvvisa orda che ha invaso le loro città, hanno chiuso tutti i negozi e si sono ritirati in casa per la paura di furti e soprattutto di contrarre il Covid: quasi tutti gli immigrati marocchini non hanno una mascherina. A Ceuta la polizia spagnola ha dovuto sedare differenti risse scoppiate tra immigrati e gente del posto, resistere alla pioggia di sassi arrivata dai marocchini pronti ad attraversare la frontiera mentre sulla spiaggia della città centinaia immigrati riusciti ad arrivare in suolo spagnolo cercano di scappare alla polizia, supportata dall’esercito: il Grupo de Regulares de Ceuta n. 54, la Legión Española (Legione straniera: un’unità militare scelta!), mezzi militari blindati.

Ma l’esercito, Legione, polizia, non hanno spaventato gli immigrati, né la loro massiccia presenza è riuscita a bloccarne l’arrivo. Tanto quanto i toni fermi del premier Pedro Sánchez: “L’integrità territoriale delle frontiere di Ceuta e Melilla, che sono anche le frontiere dell’Ue, sarà difesa dal Governo spagnolo in ogni momento, in qualsiasi circostanza e con tutti i mezzi necessari”. Né tantomeno l’urgente arrivo di Sánchez a Melilla ha rassicurato i propri concittadini: è stato accolto con fischi, insulti e alcuni del “comitato di benvenuto” hanno preso a calci l’auto su cui viaggiava per spostarsi dall’eliporto da dove è atterrato (è la sua prima visita a Ceuta come premier) insieme al ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, il quale assicura che almeno 4mila persone sono già state rimpatriate in Marocco. Una notizia poco rassicurante, visto che i rimpatri avverranno attraverso quelle stesse frontiere da dove sono stati fatti deliberatamente uscire.

Mentre qui in Spagna ci si domanda perché Sánchez abbia permesso a Brahim Ghali di entrare in nella penisola iberica con documenti falsi ed essere stato poi ricoverato in un ospedale di Logroño, a nord del Paese. Il Governo Pedro Sánchez potrebbe aver accettato il suo ricovero allospedale su richiesta dellAlgeria, partner di grande valore strategico, primo fornitore di gas del mercato spagnolo.

Il leader del Partido Popular, Pablo Casado, ha accusato il Governo di essere l’artefice di questa crisi diplomatica che è stata “ignorata e nascosta”, riferendosi al numero uno del gruppo separatista Polisario che rivendica la scissione del Sahara Occidentale dal Marocco con il sostegno dell’Algeria, il quale dal 2016 è ufficialmente ricercato dalle autorità giudiziarie di Madrid perché accusato di vari crimini: terrorismo, violazioni dei diritti umani, torture, stupri, sequestro di ostaggi e deviazione degli aiuti umanitari internazionali.

Intanto, il giudice dell’Audiencia Nacional (Tribunale Nazionale) Santiago Pedraz ha deciso di riaprire un processo contro Ghali per presunti crimini di tortura o genocidio. Mentre il Governo spagnolo in parte ha ceduto al Regno del Marocco: è stato approvato lo stanziamento di 30 milioni di euro per aiutare Rabat nel suo spiegamento di polizia contro l’immigrazione irregolare, per finanziare le spese derivate dal pattugliamento e dalla sorveglianza delle frontiere marittime, per la manutenzione e la riparazione delle attrezzature e per pagare le indennità alle forze di sicurezza marocchine, le stesse che aprono le porte della frontiera ai migranti usati come proiettili. Come la Turchia, il Marocco sa ben maneggiare l’arma dell’immigrazione per ricattare i Paesi europei.


di Costantino Pistilli