martedì 16 marzo 2021
Secondo i nuovi dati statistici diffusi dal governo tedesco, il numero dei crimini di odio di matrice antisemita commessi in Germania nel 2020 ha raggiunto il livello più alto dal 2001. L’antisemitismo nel Paese è cresciuto costantemente negli ultimi anni, alimentato in parte da attivisti anti-Israele dell’estrema sinistra e dalla migrazione di massa dal mondo musulmano. Il problema è ora aggravato dalla pandemia di coronavirus, che i cospirazionisti di estrema Destra imputano agli ebrei e a Israele.
Nel 2020, secondo i dati preliminari forniti dal governo federale, la polizia tedesca ha segnalato complessivamente 2.275 crimini di odio di matrice antisemita: una media di sei al giorno. Ciò indica un aumento di oltre il 10 per cento rispetto al numero di crimini antisemiti segnalati nel 2019, un anno record per tali reati. I numeri ufficiali si riferiscono solo ai crimini segnalati dalla polizia e il numero effettivo di episodi è presumibilmente ben maggiore.
I nuovi dati, pubblicati l’11 febbraio dal quotidiano Tagesspiegel, rilevano che la polizia è riuscita a identificare 1.367 sospetti, ma alla fine ne sono stati arrestati solo cinque. Le statistiche mostrano anche che 55 (circa il 2,5 per cento) dei crimini sono sfociati in violenza. Ciò implica che la maggior parte degli altri episodi sembra includere discorsi di incitamento all’odio antisemita su Internet, danni alla proprietà o reati di propaganda come i graffiti antiebraici.
Il numero di crimini antisemiti registrati nel 2020 è stato il più alto da quando l’Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt, Bka) ha introdotto nel 2001 il cosiddetto sistema di registrazione della Criminalità Politicamente Motivata (Politisch motivierte Kriminalität, Pmk).
Identificare gli autori dei crimini
Non è chiaro perché così pochi criminali abbiano affrontato le conseguenze penali per i crimini commessi, soprattutto quando i funzionari di governo affermano ripetutamente che la lotta all’antisemitismo è una priorità assoluta. Una ragione potrebbe essere che è politicamente scorretto identificare i veri sospettati.
Le statistiche sull’antisemitismo diffuse nel 2020 non contengono informazioni sulle origini dei perpetratori. Tagesspiegel, come fanno comunemente i media tedeschi, ha accusato automaticamente l’estrema Destra: “Dal punto di vista della polizia, la maggior parte dei crimini antisemiti può essere attribuita a perpetratori di estrema Destra. Gli hater islamisti, di Sinistra e altri ebrei sono solo una piccola minoranza nelle statistiche”.
Tuttavia, studi indipendenti hanno rilevato che i fanatici di estrema Destra sono responsabili di solo una minima parte degli attacchi antisemiti compiuti in Germania negli ultimi anni. Il Dipartimento per la Ricerca e l’Informazione sull’Antisemitismo (Recherche-und Informationsstelle Antisemitismus, Rias), ad esempio, ha reso noto che l’estrema Destra era responsabile di meno del 20 per cento dei crimini di odio antisemita commessi a Berlino nel 2018.
Un sondaggio del 2017 sugli ebrei tedeschi dell’Università di Bielefeld ha rilevato che il 60 per cento degli attacchi antisemiti sarebbe stato perpetrato da musulmani, rispetto al 19 per cento compiuto da fanatici dell’estrema Sinistra, e il 19 per cento da aggressori di estrema Destra. Viene anche affermato che i musulmani sono responsabili dell’81 per cento degli attacchi antisemiti che comportano violenza fisica. Dal sondaggio è emerso che il 70 per cento degli ebrei tedeschi ritiene che la migrazione di massa dal mondo musulmano abbia alimentato l’antisemitismo in Germania.
Tuttavia, la polizia tedesca, forse su ordine delle autorità politiche, attribuisce sistematicamente i crimini di odio antisemita irrisolti all’estrema Destra. In un caso ben noto, la polizia ha accusato i fanatici dell’estrema Destra di aver inneggiato lo slogan nazista “Sieg Heil” a una manifestazione di Al-Quds a Berlino.
Il direttore del Rias, Benjamin Steinitz, ha dichiarato che slogan come “Sieg Heil” o “Ebrei fuori”, che vengono automaticamente attribuiti all’estrema Destra, sono popolari anche negli ambienti islamisti. E ha aggiunto che la maggior parte degli episodi antisemiti viene attribuita ai cittadini tedeschi, ma le statistiche non rivelano se si tratti di immigrati musulmani che hanno ottenuto la cittadinanza tedesca.
Un rapporto dell’aprile 2017 del Gruppo di Esperti Indipendenti sull’Antisemitismo (Unabhängigen Expertenkreises Antisemitismus), istituito per informare il governo tedesco, ha rilevato: “I crimini xenofobi e antisemiti vengono sempre attribuiti all’estrema Destra, se non possono essere individuati ulteriori dettagli e per i quali non sono state identificate persone sospette. Ciò potrebbe tradursi in un’immagine distorta della motivazione del crimine e dei suoi autori”.
Nel maggio 2019, dopo che il Ministero dell’Interno tedesco aveva incolpato i perpetratori “di destra” del 90 per cento degli attacchi antisemiti compiuti in Germania, il blog tedesco Tichys Einblick ha scritto:
“Il numero di episodi antisemiti compiuti in Germania è aumentato raggiungendo un livello preoccupante. (...) Tali episodi includono graffiti antisemiti o lesioni, minacce contro gli ebrei o aggressioni fisiche e violente. L’antisemitismo è vergognoso per l’intero Paese. Nelle statistiche, il 90 per cento dei crimini viene commesso da estremisti di Destra. Ma (...) la maggior parte dei perpetratori è anonima e non viene mai catturata. Come si fa a sapere se un graffito con la svastica o un insulto lanciato contro gli ebrei provenga da perpetratori tedeschi di Destra? La polizia si limita a ‘sospettare’.
“Solo di recente un’inchiesta parlamentare ha rivelato che nelle statistiche gran parte dei crimini antisemiti commessi nel Paese – 120 su 253 casi – sono stati attribuiti alla ‘Destra’, sebbene le motivazioni dei perpetratori fossero sconosciute...
“Il celebre storico ed esperto di antisemitismo Michael Wolfssohn ha definito l’antisemitismo musulmano la minaccia più pericolosa per gli ebrei in Germania e in Europa.
“Perché la maggior parte degli episodi antisemiti viene attribuita a perpetratori tedeschi di ‘Destra’? Dietro tutto questo si può ravvisare una motivazione politica: il crescente antisemitismo può essere usato politicamente come un’arma ‘contro la Destra’”.
Nel luglio 2019, dopo che la polizia aveva consegnato al Senato tedesco statistiche imprecise sugli autori dei crimini di odio antisemita, il quotidiano Die Welt ha scritto: “Da molto tempo vengono mosse delle critiche da parte di esperti in merito al fatto che l’attribuzione della stragrande maggioranza dei casi di antisemitismo a perpetratori dell’estrema destra è sbagliata e che nei confronti di altri responsabili, ad esempio coloro che appartengono ad ambienti islamisti e musulmani, non viene rivolta sufficiente attenzione”.
Nel gennaio scorso, il Ministero israeliano per gli Affari della Diaspora ha scritto in merito all’antisemitismo in Germania: “La polizia a volte non interviene nemmeno negli episodi di antisemitismo e rimane invece a guardare. Nella maggior parte dei casi, non reagisce perché non riconosce un atto antisemita o non capisce che esprimere affermazioni antisemite è un problema, e pertanto non ravvisa alcun motivo per intervenire. Questa mancanza di consapevolezza comporta il fatto che la maggior parte delle denunce da parte delle vittime di reati antisemiti non viene presa in considerazione dalla polizia. Inoltre, la polizia continua ad attribuire gli episodi di antisemitismo alla ‘Destra’, quando non ha individuato ulteriori dettagli e i sospetti sono sconosciuti. I rapporti del Bundestag, che si basano sui dati forniti dalla polizia, attribuiscono la stragrande maggioranza (il 94 per cento) degli episodi a motivazioni della Destra. Come negli anni precedenti, questo numero viene contestato da organizzazioni che monitorizzano l’antisemitismo, i politici, i leader e gli esperti ebrei, così come il Commissario Federale per l’Antisemitismo, che affermano che il sistema utilizzato dalla polizia di classificare i casi porta a un’immagine distorta riguardo al movente e all’ambito dei perpetratori, e quindi ostacola un processo decisionale efficace”.
Nel 2020, il più celebre episodio di antisemitismo accaduto in Germania ha coinvolto il rabbino capo di Monaco, Shmuel Aharon Brodman. Il 9 luglio, mentre scendeva da un tram, Brodman è stato aggredito verbalmente da quattro uomini che lo hanno insultato e hanno espresso commenti sprezzanti sullo Stato di Israele. Secondo il rabbino capo, gli uomini parlavano sia in inglese sia in arabo. La polizia ha successivamente affermato che i presunti sospetti avevano un’età compresa tra i 20 e i 30 anni ed erano di origine araba.
Di certo, l’estrema destra è responsabile degli episodi di antisemitismo in Germania, ma non lo è interamente, come spesso si afferma. Monica Schwarz-Friesel, uno dei principali esperti di antisemitismo in Germania, ha osservato che ciò che rende l’estrema destra particolarmente inquietante – e quindi più degna di nota – è il fatto che non nasconda affatto il proprio odio per gli ebrei e per Israele. Al contrario, ha affermato la studiosa, gli hater dell’estrema sinistra mossi da sentimenti antiebraici tendono a nascondere il loro antisemitismo dietro la maschera dell’antisionismo e dell’attivismo palestinese.
L’antisemitismo associato al coronavirus
L’ondata di antisemitismo che si è scatenata in Germania nel 2020 è altresì correlata alla pandemia di Covid-19, che i gruppi estremisti utilizzano come un pretesto per diffondere le teorie cospirazioniste antisemite. Alcune di queste teorie consistono in un capro espiatorio medievale, un processo di colpevolizzazione lanciato contro gli ebrei, riconfezionato per una pandemia moderna. Un’affermazione comune è che gli ebrei hanno creato il coronavirus per favorire il loro presunto controllo mondiale.
La maggior parte dell’antisemitismo correlato al coronavirus è diffusa su Internet. Una valutazione completa di tale antisemitismo può essere trovata nel Rapporto annuale del 2020 sull’Antisemitismo pubblicato il 27 gennaio 2021 dal Ministero israeliano per gli Affari della Diaspora:
“Nel 2020, 42mila 300 post tedeschi, scritti da 11mila 240 utenti sono stati classificati come antisemiti dall’Acms [Antisemitism Cyber Monitoring System]. Il nuovo antisemitismo [manifestatosi come opposizione al sionismo e alle critiche mosse al governo israeliano] (39,1 per cento) e l’antisemitismo classico [manifestatosi come demonizzazione degli ebrei, delle teorie cospirazioniste ebraiche e come invito ad esercitare violenza contro gli ebrei] (40,5 per cento) rappresentavano pressoché la stessa percentuale del discorso antisemita, mentre la negazione e la distorsione della Shoah rappresentavano il 24,4 per cento...
“Il numero di post che caratterizzano la banalizzazione della Shoah e delle teorie cospirazioniste antisemite che fanno riferimento al Covid-19 sono in aumento da marzo. La tipologia più comune di post antisemiti riguarda diverse forme di teorie cospirazioniste e tra essi il 53,4 per cento aveva contenuti di antisemitismo classico...
“Altri codici antisemiti alterati includono teorie sulla ‘influenza ebraica’ e affermano che la pandemia serve agli ebrei per accumulare enormi profitti dai vaccini e conquistare così l’economia mondiale, e alla fine, avere il dominio del mondo...
“Famose personalità ebraiche come i membri della famiglia Rothschild o George Soros vengono additate come sostenitori, menti o profittatori della pandemia a causa della loro presunta influenza sull’industria farmaceutica.
“Anche gli anti-vax paragonano presunti ‘luoghi di vaccinazione’ ad Auschwitz e affermano che la polizia sta sviluppando una dittatura che perseguiterà coloro che rifiuteranno il vaccino mandandoli nei campi di concentramento...”.
Proteste contro il coronavirus
Come accade in altri Paesi europei, in Germania, i governi centrali e locali hanno cercato di contenere la pandemia con i lockdown e imponendo altre severe restrizioni alla circolazione delle persone. Le prorogate misure di distanziamento sociale, che hanno causato un diffuso disagio economico e finanziario, hanno scatenato una serie di proteste contro il governo.
I tedeschi contrari ai lockdown imposti dal governo provengono da tutto lo spettro politico: non si tratta di una questione prettamente di destra o di sinistra, ma di libertà di espressione e di riunione per protestare contro quello che molti percepiscono come un massiccio assalto del governo alle libertà civili.
Alcune delle proteste sono organizzate da un piccolo ma crescente movimento di base chiamato Querdenker (“Pensatori non convenzionali” o “Pensatori fuori dagli schemi”) che si oppone alla ‘dittatura del Merkill Corona’ della cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il movimento Querdenker è stato fondato da Michael Ballweg, un imprenditore di un’azienda di software con sede a Stoccarda, per esercitare pressioni sul governo Merkel affinché revochi le misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19 ai diritti costituzionali fondamentali. Il manifesto del movimento afferma: “Insistiamo sui primi 20 articoli della nostra Costituzione: diritti umani; diritti personali; libertà di credo e di coscienza; libertà di opinione; libertà di riunione; libertà di movimento. Siamo apartitici e non escludiamo alcuna opinione”.
Il movimento, che ora ha 70 sezioni in tutta la Germania, ha organizzato più di un centinaio di proteste contro il coronavirus, alle quali, secondo il gruppo, hanno partecipato almeno 100mila persone.
Una delle più grosse manifestazioni di protesta organizzate da Querdenker si è svolta a Berlino il 29 agosto 2020. Si stima che 40mila persone – libertari, costituzionalisti, Verdi, esoterici, naturopati, attivisti LGBT, negazionisti della pandemia, no-vax, attivisti contro l’uso della mascherina e famiglie con bambini – si sono riuniti per protestare contro le politiche sul coronavirus attuate dal governo. Le proteste sono diventate violente dopo che si erano infiltrate diverse centinaia di agitatori di estrema destra che sventolavano bandiere di epoca nazista.
Da allora, durante tali manifestazioni sono state segnalati decine e decine di episodi antisemiti. Alcuni manifestanti sono stati visti indossare magliette con impresse stelle gialle di era nazista in cui la parola “ebreo” è stata rimpiazzata da “non vaccinato”. Altri hanno mostrato cartelli con la scritta “La vaccinazione ti rende libero”, un riferimento allo slogan posto all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Qualcuno ha fatto riferimento alla “soluzione finale della questione del coronavirus” come pure alla “vaccinazione a Dachau”.
Altri manifestanti tedeschi anti-lockdown hanno banalizzato la Shoah mettendosi sullo stesso piano degli ebrei perseguitati dal regime nazista e si sono definiti combattenti della resistenza che si oppongono a un presunto governo antidemocratico. Qualche manifestante ha dichiarato che le quarantene imposte dai governi sono equivalenti ai campi di prigionia dell’epoca nazista. Qualcun altro ha detto che dopo essere stato in quarantena, ora sa come si sentisse Anna Frank.
“Paragonando le misure prese per contenere la pandemia con la Shoah, quest’ultima viene banalizzata”, ha affermato Alexander Rasumny del Rias. “Qualcosa del genere è offensivo per tutti coloro che hanno un punto di riferimento personale nella Shoah, di fatto, per tutti gli ebrei”.
Il ministro degli Esteri Heiko Maas di recente ha messo in guardia sul fatto che molte delle teorie cospirazioniste sulla pandemia di coronavirus avevano indicato chiaramente: “Anche oggi, l’antisemitismo non è solo un fenomeno delle frange estremiste di destra. Si estende al centro della nostra società”.
Il commissario del governo tedesco responsabile della lotta all’antisemitismo, Felix Klein, ha avvertito che la pandemia di Covid-19 sta diventando un terreno fertile per l’agitazione antiebraica:
“Purtroppo, non sorprende affatto che ebrei e Israele siano obiettivi primari. L’incitamento all’odio antisemita si diffonde rapidamente su Internet e in particolare sulle comuni piattaforme dei social media.
“Stiamo parlando di una scalata ebraica dell’economia mondiale, di profitti ebraici da un possibile vaccino, di armi biologiche sviluppate da Israele o di un tentativo ebraico di ridurre la popolazione mondiale. Stanno scoppiando le forme più crude di antisemitismo.
“Il passato ha tragicamente dimostrato che le parole possono diventare fatti. Ogni individuo è qui sfidato a intervenire e a segnalare diffamazioni antisemite agli operatori della piattaforma”.
Il ministro della Giustizia Christine Lambrecht ha annunciato un giro di vite contro le affermazioni antiebraiche su Internet. “Richiederemo maggiore responsabilità da parte delle piattaforme online. Non devono permettere di essere utilizzate impropriamente per sobillare e lanciare teorie cospirazioniste”.
Parallelamente, l’analista tedesco Stefan Frank ha spiegato in dettaglio come i media di Sinistra in Germania e altrove siano altresì responsabili di spingere ai meme antisionisti e contro Israele legati alla pandemia: “Gli attivisti anti-Israele nei media stanno conducendo una vera e propria campagna di fake news volta a dare al pubblico la falsa notizia che i palestinesi non stanno ricevendo vaccini e che la colpa è di Israele. Non solo sono coinvolti Ap e Zdf, ma anche numerosi altri... Dietro questo non c’è soltanto un’avversione generale nei confronti di Israele, ma anche la strategia consapevole di non riportare mai nulla di positivo su Israele. Se in Israele sono iniziate le vaccinazioni, i lettori potrebbero pensare che questo sia una buona cosa. Ecco perché il messaggio deve essere trasformato nel suo opposto omettendo informazioni rilevanti, distorcendole e dicendo menzogne”.
Selezionare i commenti
Il Rapporto Annuale del 2020 sull’Antisemitismo pubblicato il 27 gennaio 2021 dal Ministero israeliano per gli Affari della Diaspora osserva: “Nel 2021, la Germania festeggerà 1700 anni di vita ebraica nel suo territorio [la prima prova documentale dell’insediamento di comunità ebraiche a nord delle Alpi risale al 321. In un editto, l’Imperatore Costantino consentì al magistrato di Colonia di accogliere membri della comunità ebraica], ma sta ancora lottando contro l’antisemitismo... Abbiamo identificato un massiccio aumento di teorie cospirazioniste che affermano che gli ebrei hanno cercato di trarre profitto dal coronavirus dall’industria farmaceutica, che gli ebrei erano responsabili in maniera sproporzionata della diffusione del virus o che gli ebrei stanno usando il virus per creare un Nuovo Ordine Mondiale che farà loro rafforzare la presa sulle economie mondiali. Gli anti-vax hanno indossato magliette con stelle gialle durante le manifestazioni di protesta e hanno postato le immagini sui loro profili sui social media; hanno paragonato le restrizioni imposte a causa del coronavirus a quelle naziste imposte agli ebrei durante la Shoah, affermando di essere stati condotti ad assumere il vaccino ‘come pecore al massacro’”.
Il presidente del Consiglio Centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha dichiarato: “Alla luce dei numerosi episodi di antisemitismo verificatisi alle manifestazioni di protesta di negazione del coronavirus dell’anno scorso e dei miti cospirazionisti su Internet, era purtroppo prevedibile che il numero dei crimini antisemiti sarebbe aumentato di nuovo. Ora è una triste certezza. Le statistiche preliminari mostrano che la radicalizzazione della società avanza e il rispetto per le minoranze sta diminuendo”.
Il commissario del governo tedesco responsabile della lotta all’antisemitismo, Felix Klein, ha aggiunto: “L’aumento dell’antisemitismo deve essere un monito per noi. Nel corso delle cosiddette proteste contro il coronavirus, i limiti di ciò che si può dire sono stati cambiati, la Shoah è stata relativizzata e le immagini di odio antisemita sono state rinnovate. L’aumento dei reati è un chiaro segnale che la democrazia deve mostrarsi sulla difensiva, specialmente in crisi come la pandemia in corso. La coesione sociale viene valutata soprattutto qui in Germania da quanto fermamente ci schieriamo contro l’odio per gli ebrei”.
In un articolo apparso su Die Welt titolato “Più di duemila crimini, ma solo cinque arresti?”, l’editorialista Henryk Broder afferma: “Con l’eccezione di Brema e Amburgo, ogni Stato federato ha un ‘ufficiale per la lotta contro l’antisemitismo’, e a Berlino ce ne sono anche quattro. E sono tutti d’accordo nel dire: ‘Non c’è posto per l’antisemitismo in Germania’. Le conseguenze negative dell’Illuminismo? Le persone che si aggrappano alle teorie cospirazioniste potrebbero essere tentate di credere in una correlazione, forse in una casualità: più si combatte l’antisemitismo più si diffonde. Anche le campagne di sensibilizzazione possono avere conseguenze negative. Le persone fanno esattamente ciò che sono avvertite di non fare. Fumare, bere, fare sesso non protetto, seguire una dieta non salutare, guidare un’auto più velocemente di quanto consentito. Ecco perché, ad esempio, le notizie dei suicidi vengono segnalate con molta cautela e nessuno dovrebbe essere incoraggiato a imitarli. Se così fosse anche per l’antisemitismo, il concetto di antisemitismo dovrebbe essere rivisto. Le tradizionali ricette si sono rivelate di scarso aiuto: leggere i diari di Anne Frank, Elie Wiesel e di Imre Kertész, visitare i campi di concentramento, parlare con testimoni contemporanei. Il film ‘Schindler’s List’ è arrivato nei cinema tedeschi nel 1994 e ha avuto più di sei milioni di spettatori (!). Questo film ‘ha cambiato l’immagine della dittatura nazista e la consapevolezza storica del massacro degli ebrei europei’ (Deutschlandfunk Kultur). In quest’ottica, la Germania avrebbe dovuto essere a lungo una zona indenne dall’antisemitismo, un modello per tutto il mondo, con un ministro degli Esteri che ‘è entrato in politica per Auschwitz’. È davvero terribile non poter forzare la realtà a comportarsi come vorrebbe la teoria”.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Soeren Kern (*)