Corsa degli Usa verso terapia anti-Covid con anticorpi

giovedì 8 ottobre 2020


Gli Stati Uniti provano lo sprint nella corsa verso una terapia anti-Covid a base di anticorpi monoclonali: i risultati preliminari dei test sull’uomo sono così incoraggianti che due aziende farmaceutiche, Regeneron ed Eli Lilly, hanno richiesto all’agenzia del farmaco americana (Food and Drug Administration, Fda) l’autorizzazione all’uso di emergenza dei loro prodotti.

Un segnale positivo anche per gli altri gruppi di ricerca che stanno lavorando sugli anticorpi nel resto del mondo, Italia inclusa, mentre Donald Trump insegue il vaccino in vista delle elezioni e la Commissione europea firma un nuovo accordo commerciale per una terza fornitura di vaccini, in attesa di conoscere a giorni i primi risultati dei test su quello sviluppato a Oxford. La corsa mondiale all’antidoto contro il virus SarsCoV2 continua così tra procedure burocratiche accelerate e pressioni politiche. È lo stesso presidente degli Stati Uniti Trump, in un video su Twitter, a citare gli anticorpi prodotti in laboratorio da Eli Lilly e Regeneron: confida nel via libera dell’Fda al loro utilizzo e racconta la sua esperienza personale con il cocktail della Regeneron che gli è stato somministrato nei giorni scorsi.

“È stato incredibile, mi sono sentito bene subito”, dice Trump, annunciando di voler offrire gratuitamente la stessa cura agli americani. Tutto questo clamore non piace agli esperti, incluso il virologo Anthony Fauci che invita alla cautela, ma è un dato di fatto che gli anticorpi monoclonali rappresentino ormai una delle armi più promettenti contro Covid-19. Numerose le ricerche in corso in tutto il mondo, anche in Italia: dovrebbero cominciare entro fine anno i test clinici sui tre anticorpi monoclonali sviluppati a Siena dal team di Rino Rappuoli alla Fondazione Toscana Life Sciences (Tls), mentre la Regione Lazio intende sostenere con 2 milioni di euro la ricerca su quattro anticorpi messi a punto dall’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con quella di Toronto. Precisi, efficaci ma molto costosi, gli anticorpi monoclonali potrebbero rappresentare una svolta nella lotta alla pandemia, nell’attesa di vaccini davvero protettivi e sicuri che possano essere prodotti e distribuiti su larga scala. Trump, in piena campagna elettorale, sostiene che l’America avrà il suo vaccino entro le elezioni: “La Food and Drug Admistration sta agendo in fretta come non mai, abbiamo accelerato i tempi”, dice il presidente Usa. Da questa parte dell’oceano, invece, l’Europa è in attesa dei primi risultati dei test sul vaccino di Oxford che dovrebbero arrivare settimana prossima, secondo il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi. Intanto la Commissione Ue continua la sua strategia commerciale per cercare di opzionare i vaccini più promettenti. Dopo gli accordi con Astra Zeneca e Sanofi-Gsk, ha approvato un terzo contratto con l’azienda farmaceutica Janssen, controllata dal gruppo americano Johnson & Johnson.

“Una volta che il vaccino risulterà sicuro ed efficace - si legge in una nota della Commissione - il contratto permetterà agli Stati membri di acquistarne 200 milioni di dosi più eventualmente altri 200 milioni”.


di Redazione