giovedì 2 luglio 2020
Tra i dieci arrestati per le proteste ad Hong Kong figura anche una quindicenne. La ragazzina è accusata di aver violato la nuova legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina. La notizia, riportata dai media locali, rappresenta un inquietante monito per i manifestanti. La polizia sottolinea che sono circa 370 le persone fermate nel giorno del 23mo anniversario del passaggio dei territori da Londra a Pechino. Chi viola la nuova norma corre il rischio di incorrere in pene pesantissime. Addirittura, fino all’ergastolo. Intanto, l’indice Hang Seng alla Borsa di Hong Kong balza del 2,85 per cento, guadagnando 697 punti fino a terminare ai massimi intraday a quota 25.124,19.
La Cina prenderà “misure adeguate” se il governo britannico procederà con il suo piano di facilitare il regime dei visti verso gli abitanti di Hong Kong dotati dello status di British overseas, in modo di aprire per loro la strada verso la piena cittadinanza del Regno. Lo ha reso noto oggi l’ambasciata cinese a Londra. Boris Johnson ha confermato ieri alla Camera dei Comuni le intenzioni del governo in risposta all’introduzione da parte di Pechino della legge sulla sicurezza nazionale nell’ex colonia. A Washington la Camera Usa approva il progetto di legge che autorizza sanzioni contro le banche che fanno affari con i funzionari cinesi coinvolti nella legge per le sicurezza nazionale a Hong Kong. La misura passa ora in Senato, che ha approvato un testo simile ma non identico nei giorni scorsi. Se verrà approvata arriverà sul tavolo di Donald Trump.
Intanto l’ordine degli avvocati hongkonghesi torna a criticare la legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina sull’ex colonia, dicendosi “fortemente preoccupato” e mettendo in guardia dal pericolo di perdita dell’autonomia giudiziaria e delle libertà finora garantite. I timori, secondo una nota diffusa questa mattina, tengono conto “sia dei contenuti della legge sia i modi della sua introduzione”.
di Lia Faldini