Trump: “Oms succube della Cina”

martedì 19 maggio 2020


Sale il livello dello scontro tra gli Stati Uniti e la Cina. Donald Trump minaccia la sospensione definitiva dei fondi all’Organizzazione mondiale della sanità e l’uscita di Washington se non si impegnerà “a importanti miglioramenti sostanziali” entro trenta giorni. È quanto si legge in una lettera di 4 pagine che il presidente americano ha inviato al direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha condiviso sul suo account Twitter. Nella lettera diffusa mentre è in corso l’Assemblea dell’Oms a Ginevra, Trump denuncia “i ripetuti passi falsi” del direttore generale nella risposta alla pandemia, che “sono stati estremamente costosi per il mondo”.

Nel ripercorrere tutti passaggi dall’inizio della crisi in Cina, “le pressioni” di Pechino sull’Oms e le dichiarazioni dell’Organizzazione, “inaccurate o fuorvianti”, il presidente lancia un ultimatum e avverte che gli Stati Uniti potrebbero rendere permanente il congelamento temporaneo dei fondi e riconsiderare la loro adesione se entro un mese non ci saranno miglioramenti: “L’unico modo di procedere per l’Oms è se può dimostrare indipendenza dalla Cina”.

Le discussioni sulla riforma dell’organizzazione sono già iniziate, ma “un’azione è necessaria con urgenza – ha attaccato il tycoon – Non abbiamo tempo da perdere. Non posso permettere che i dollari dei contribuenti americani continuino a finanziare un’organizzazione che, allo stato attuale, chiaramente non sta servendo gli interessi americani”. Nella lettera, di quattro pagine e 14 punti, si registra un riferimento all’epoca della Sars e a un’ex direttrice dell’Oms, la norvegese Gro Harlem Brundtland, in carica dal 1998 al 2003.

“Forse – si legge – peggio di tutti questi errori”, elencati nei 14 punti, “c’è il fatto che sappiamo che l’Oms avrebbe potuto fare di meglio”. “Solo pochi anni fa, sotto la direzione di un diverso direttore generale, l’Organizzazione ha dimostrato al mondo quando ha da offrire”, prosegue il documento che fa riferimento al 2003, alla Sars, alla Brundtland e al primo “alert” per i viaggi in 55 anni di storia. “Lei non esitò neanche a criticare la Cina per aver messo in pericolo la salute globale tentando di coprire l’epidemia con la solita strategia di arrestare i whistleblower e censurare i media – incalza – Molte vite avrebbero potuto essere risparmiate se aveste seguito l’esempio della Brundtland”.


di Ugo Elfer