Spagna: indipendentisti catalani progettavano un attentato. Ma a Sánchez importa?

mercoledì 25 settembre 2019


Per la prima volta è stato scoperto in Spagna un gruppo terrorista catalano pronto a compiere un attentato. Fino a pochi giorni fa, di terrorismo di matrice separatista catalana non si era mai sentito parlare, fino a quando la Guardia Civil, a seguito di una serie di perquisizioni ha arrestato nove persone (poi, due sono state rilasciate, imputate a piede libero) a Sabadell, vicino Barcellona, e altri paesini dell’area, con l’accusa di terrorismo, ribellione e detenzione di armi: preparavano una serie di attentati con esplosivi fatti in casa da effettuarsi fra l’1 ottobre, anniversario del referendum indipendentista convocato dal governo catalano contro gli ordini di quello spagnolo. Sono tutti appartenenti ai Cdr, Comitati di difesa della Repubblica, gruppi di indipendentisti vicini alla sinistra della Candidatura d’Unitat Popular che negli ultimi anni hanno partecipato a manifestazioni a favore dell’indipendenza catalana e contro la detenzione e il processo dei leader indipendentisti.

La Spagna presto andrà a nuove elezioni e gli spagnoli dovranno decidere se tenersi i terroristi vecchi (l’Eta) e nuovi (separatisti catalani) nella Moncloa, il parlamento spagnolo, oppure no. I separatisti catalani hanno mostrato questo profilo stragista che non sorprende vedere dopo l’odio e la violenza espressi durante la manifestazione di novembre dello scorso anno dove a una signora i manifestanti per l’indipendenza che avevano bloccato il traffico non permisero di accompagnare il figlio in ospedale dove assolutamente doveva eseguire delle terapie; un ragazzo malato di tumore venne obbligato a stare in mezzo al traffico provocato dai manifestanti indipendentisti che inneggiano alla Llibertat.

Di contro, mentre Sánchez litiga con i barricaderos di Podemos e gli enigmatici Ciutadanos, i terroristi baschi, famiglie e amici festeggiano con applausi, bandiere, striscioni, celebrazioni, o ongi etorri (come dicono in Euskadi), i membri dell’Eta usciti dal carcere, assassini - oltre 850 vittime - che godono di santi in Parlamento: i membri del partito di sinistra Euskal Herria Bildu (Eh Bildu), partito ultrasecessionista che raccoglie voti tra gli aficionados dell’Eta, gli stessi che non dovrebbero più esistere visto che la lotta dell’Eta e la stessa Eta sono sparite eppure riappaiono. E spesso riappaiono al momento giusto: durante la mozione di sfiducia approvata nel 2018 contro il governo conservatore di Mariano Rajoy, Pedro Sánchez ottenne la maggioranza sufficiente a diventare nuovo primo ministro grazie all’appoggio di diverse forze nazionaliste, tra cui gli indipendentisti catalani ed Eh Bildu.

Adesso, la preoccupante scoperta di separatisti catalani pronti a fare attentati, i terroristi dell’Eta vivi e vegeti, los reconquistadores islamici già sporchi di sangue spagnolo (Cambrils, Barcellona, Madrid...), la Moncloa è un campo minato. Dunque, ricorda Sánchez: perseverare è diabolico.


di Costantino Pistilli