lunedì 27 maggio 2019
Ultimamente, i rapporti di Seoul con i suoi vicini, Tokyo e Pechino non sono idilliaci a causa delle dispute militari degli ultimi mesi.
Il Korea Herald riporta che il ministero della Difesa sudcoreano ha fatto sapere che starebbe in contatto con entrambi i paesi per organizzare colloqui bilaterali tra il ministro della difesa di Seoul, Jeong Kyeong-doo, e le controparti cinesi e giapponesi alla conferenza “Shangri-La Dialogue 2019”, evento annuale dei ministri della Difesa dell’Asia Pacifica, che si terrà dal 31 maggio al 2 giugno a Singapore. I colloqui militari tra i tre paesi dovrebbero riprendere per risolvere le questioni in sospeso.
I rapporti tra Seoul e Tokyo sono ancora influenzati da diverse fratture di ordine storico, territoriale ed economico. Tra queste figurano le contese territoriali sulle isole Dokdo/Takeshima (presenza di gas naturale nel fondale marino dell’area) e quella delle cosiddette “donne di conforto” sudcoreane (schiave sessuali), crimine commesso dalle truppe di occupazione giapponesi durante la Seconda guerra mondiale: ma dalla fine dello scorso anno i legami militari tra la Corea del Sud e il Giappone sono diventati molto tesi, da quando Tokyo aveva accusato una delle navi da guerra di Seoul, un cacciatorpediniere, che avrebbe bloccato il suo radar di mira su un aereo di sorveglianza giapponese.
Seoul, oltre a negare, aveva criticato Tokyo per aver sorvolato con un suo aereo da pattugliamento marittimo a bassa quota una nave da guerra sudcoreana nelle acque al largo della costa sudoccidentale della penisola coreana. Il ministro della Difesa giapponese, Takeshi Iwaya, si è detto entusiasta di incontrare il ministro della difesa sudcoreano per discutere su come migliorare i legami tra i due paesi e cooperare sulla questione delle armi nucleari della Corea del Nord.
Per quanto riguarda la Cina, i legami bilaterali con la Corea del Sud si erano deteriorati a seguito della decisione di Seoul di installare il sistema antimissile Thaad, (High Terminal Area Defense) nel 2016 per contrastare le continue provocazioni di Pyongyang. Pechino aveva protestato con veemenza la decisione e in segno di protesta aveva portato avanti un’aggressiva campagna di rappresaglie economiche che includeva anche una diminuzione del turismo verso la Corea del Sud per un periodo. Le relazioni economiche tra Cina e Corea del Sud sono caratterizzate da un’immensa asimmetria nei livelli di dipendenza: la Corea del Sud dipende molto più dalla Cina di quanto la Cina dipenda dalla Corea del Sud. Per Pechino, la pressione economica è senz’altro un mezzo significativo da utilizzare per arrivare a una soluzione sulle varie questioni tra i due paesi.
Oltre ai diritti di pesca nel Mar Giallo, che hanno rappresentato anche un motivo di nervosismo tra i due paesi, ci sarebbe anche un’altra questione aperta tra Cina e Corea del Sud, la Zona di Identificazione della Difesa Aerea della Korea (Kadiz) che più di una volta è stata violata da aerei cinesi. Nel mese di dicembre 2017 due bombardieri, due aerei da combattimento e un aereo da ricognizione cinesi erano entrati nella zona d’identificazione della difesa aerea coreana dalla parte sud occidentale di Socotra, per 2 ore e 40 minuti. Mentre il 27 febbraio 2018, le autorità di difesa sudcoreane avevano riferito che un aereo militare cinese era entrato nella zona d’identificazione della difesa della Corea del Sud, a circa 55 chilometri, a nord-ovest dell’isola di Ulleung (isola sudcoreana nel mar del Giappone), e vi era rimasto per oltre quattro ore senza dare una notifica preventiva.
Inoltre, come riportato in un articolo sul Nodo di Gordio lo scorso anno, Socotra, uno scoglio sommerso, denominato (Suyan in cinese e Ieodo in coreano), situato a 287 km dalla Cina e 149 km dall’ultima isola sudcoreana, sarebbe oggetto di una disputa marittima principalmente tra Corea del Sud e Cina. Funge da base per una stazione di ricerca sudcoreana. Lo scoglio sarebbe un pretesto per rivendicare una Zona Esclusiva Economica (Zee).
Il Kadiz (Korea Air Defense Identification Zone), vicino all’isola di Ieodo, a sud della penisola, si sovrappone alle zone di difesa aerea designate da Cina e Giappone, fonte di potenziali tensioni territoriali tra le potenze regionali. Con potenziali riserve petrolifere in gioco, Cina, Giappone e Corea cercano tutti di attirare a proprio favore l’opinione pubblica internazionale sui confini marittimi nel Mar Cinese orientale.
Il ministero della Difesa di Seoul ha detto che avrebbe anche “normalizzato” la linea diretta militare con la Cina, istituita il 31 dicembre 2015, per rafforzare la cooperazione tra Cina e Corea del Sud su questioni di sicurezza regionale e per prevenire scontri militari accidentali. Dalla disputa sul sistema Thaad le due parti non avevano nemmeno provato a verificare se la linea diretta funzionasse.
Durante il forum a Singapore è previsto anche un incontro tra il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Patrick Shanahan, e il ministro della difesa cinese, in un momento particolarmente teso tra Pechino e Washington.
Il “Dialogo Shangri-La” viene tenuto a Singapore dal 2002 dall’Istituto internazionale di studi strategici. In passato, all’evento, hanno partecipato come relatori primi ministri e alti esponenti governativi provenienti da Cina, India, Corea, Giappone, Malesia, Australia e altre potenze regionali, oltre agli Stati Uniti. Il Forum è indubbiamente un evento unico dove i ministri discutono delle sfide più stringenti per la sicurezza della regione, utilizzando soprattutto i colloqui bilaterali, importantissimi per la soluzione di tanti problemi.
(*) Country Analyst del think tank “Il Nodo di Gordio”
di Elvio Rotondo (*)