La strage in Sri Lanka e i Fratelli musulmani

venerdì 26 aprile 2019


La realtà della linea rossa del jihad si è manifestata in tutta evidenza con il massacro terroristico avvenuto il giorno di Pasqua in Sri Lanka. Da Doha a Istanbul fino all’Oceano Indiano: è questa la traiettoria seguita dai Fratelli Musulmani nel caso degli attentati suicidi che hanno distrutto chiese e alberghi nella capitale sinalese Colombo lo scorso 21 aprile, provocando oltre 367 morti e altre centinaia di feriti.

Nessuna speculazione, nessuna fake news o narrativa di comodo. Il mandante morale e ideologico della strage, lo sanno tutti, è lo sheikh del terrore Yusuf Al Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli Musulmani di tutto il mondo, nella Turchia islamista di Erdogan come in Italia e nel resto d'Europa, in Medio Oriente, Africa e Nord Africa, e ora sappiamo bene anche in Asia. Cittadino onorario del Qatar da oltre 50 anni, è venerato come un papa dagli emiri Al Thani che siedono sul trono di Doha e che hanno messo a sua disposizione la potenza mediatica di Al Jazeera affinché potesse divulgare il messaggio estremista della Fratellanza urbi et orbi.

Questo messaggio ha raggiunto anche lo Sri Lanka e ne è prova una recente fotografia che ritrae Al Qaradawi nel suo ufficio di Doha con, alla sua sinistra, Zahran Hashim, il leader del National Tawheed Jamaat, il gruppo terroristico autore della carneficina di Pasqua secondo le autorità dello Sri Lanka, l'unico ad avere il volto scoperto tra i terroristi nell'immagine con cui l'ISIS ha rivendicato la paternità degli attacchi. Hashim sarebbe morto facendosi esplodere al Shangri-La Hotel.

Sulla destra di Al Qaradawi, è invece possibile riconoscere il fondatore del National Tawheed Jamaat indiano, di cui quello sinalese è una ramificazione: si tratta di Abdul Rahman Al Nadwi Al Hindi, noto anche come Salman Al Nadwi, uno dei tanti accademici e presunti esperti di scienze islamiche prodotti dal vivaio di Al Qaradawi, definito dal discepolo “l'indiscusso Imam dei musulmani”.

Al Nadwi ha già fatto più volte parlare di sé. In un video risalente al 2014 ha giurato fedeltà al califfo Al Baghdadi e non ha mancato neppure d'incitare all'uccisione dei non-Musulmani, sulla scia del maestro Al Qaradawi: “Se sei nella posizione di poter uccidere un americano o un europeo, un francese o un australiano, un canadese o un indù, che ha dichiarato guerra allo Stato Islamico, allora fallo”.

Al Nadwi si è anche ben guadagnato i favori del Qatar e della Turchia. Nel settembre 2017 si trovava in Oman per tenere un discorso presso un istituto di studi religiosi, ma venne espulso per le sue dichiarazioni al veleno contro i paesi del Quartetto anti-terrorismo arabo, accusati di aver posto il Qatar sotto embargo nel tentativo di “prosciugare le fonti finanziarie dei Fratelli Musulmani”.

Ecco dunque aprirsi per lui le porte di Doha, che ospitandolo non ha fatto altro che comprovare le accuse di sostenere l'estremismo mosse dal Quartetto. In quel di Doha, Al Nadwi ha effettuato numerosi incontri con Al Qaradawi, a cui ha partecipato anche Hashim. Ed era lo stesso Al Qaradawi a pubblicizzarli con immagini sui suoi social networks personali.

Sul fronte turco, Al Nadwi si era espresso pubblicamente su Twitter a favore dell'elezione di Erdogan alla presidenza nelle elezioni del giugno 2018: “Noi rappresentiamo i popoli musulmani e milioni di musulmani indiani. Noi vogliamo che i turchi si schierino al fianco di Recep Tayyip Erdogan e il suo partito”. Per la cronaca, il figlio di Al Nadwi, Yunus, risiede a Istanbul per motivi di studio ed è ospite fisso come relatore alle conferenze del South Asia Strategic Research Center, presieduto da un uomo politico legato a doppio filo a Erdogan, Ali Sahin, attualmente vice ministro per gli affari europei.

La deriva jihadista esplosa a Colombo il 21 aprile affonda pertanto le sue radici nella predicazione estremista di Al Qaradawi e prende le mosse dagli incontri svolti nel suo ufficio di Doha con Al Nadwi e Hashim. Era anche a conoscenza della preparazione degli attacchi terroristici di Pasqua? Non è da escludere e non si può escludere neppure un coinvolgimento degli apparati di Qatar e Turchia. Al Qaradawi andrebbe comunque interrogato dalle autorità dello Sri Lanka come persona informata dei fatti, in quanto ispiratore dell'operato di Al Nadwi e Hashim.

La linea del jihad è tutta qua e dopo la strage di Colombo è sempre più rossa del sangue delle vittime del terrorismo dei Fratelli Musulmani. A quando la prossima carneficina?


di Souad Sbai