Venezuela, tensione infinita tra Lega-M5s

martedì 5 febbraio 2019


L’Europa “riconosce” ufficialmente Jean Guaidò. L’Italia, no. Il presidente ad interim venezuelano è al centro di una disputa interna al governo gialloverde. La situazione è di assoluta impasse. Al momento, il nostro Paese non ha preso una posizione ufficiale. Eppure, secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “non ci può essere incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato e dall’altro la violenza della forza”. Una nota della presidenza del Consiglio sostiene che “l’Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione. L’Italia parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale”.

Ma per Matteo Salvini non ci sono dubbi. Il vicepremier, intervenuto nel corso del programma tivù “Quarta Repubblica”, in onda su Rete 4, ha detto che “non stiamo facendo una bella figura. Capisco che ci sono sensibilità diverse nel governo. Parte dei nostri alleati ritiene che dobbiamo essere più prudenti. Ma è la Costituzione venezuelana che dice che, finito il mandato di Maduro, dittatore rosso, entra in carica il presidente della Camera, Guaidò”. Per il ministro dell’Interno, “su Venezuela e Tav tra persone di buon senso l’accordo si trova”. Per l’ex parlamentare pentastellato Alessandro Di Battista, “ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli esportatori di democrazia. L’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi”.

Ma al numero due grillino replica personalmente Guaidò. Il presidente ad interim del Venezuela, intervistato da “Repubblica”, definisce Di Battista “ignorante”. “Questo signore – ha detto Guaidò – ignora cosa sta accadendo qui. Ma la sua ignoranza porta anche al disconoscimento della lotta di un popolo. Una lotta che oggi è riconosciuta da tutto il mondo, da 26 nazioni europee su 28, dai Paesi africani, in Oceania. Venisse qui a farsi un giro, a vedere qualche ospedale, o magari qualche città di frontiera, a Boa Vista, si facesse due chiacchiere con i parenti dei nostri prigionieri politici, dei nostri esiliati”. Guaidò ha detto che, in questi giorni, sta parlando con molti italiani. “Mi tengo in contatto con Salvini, e frequento gli italo-venezuelani. Il mio stupore nei confronti della posizione dell’Italia è anche il loro”. Intanto, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato che “la crisi politica interna in Venezuela può essere risolta solo dai venezuelani stessi. L’imposizione di qualsiasi soluzione o il tentativo di legittimare il tentativo di usurpazione del potere è, a nostro avviso, interferenza diretta negli affari interni del Venezuela”.

Frattanto, il discusso presidente Nicolás Maduro ha rilasciato un’intervista esclusiva a Sky Tg24. “Quando si parla di scegliere tra colpo di stato, intervento e dialogo, – ha detto – io scelgo il dialogo, sempre il dialogo, dialogo per difendere la democrazia, dialogo per difendere la pace e superare i problemi. Abbiamo vissuto molti episodi, il Venezuela ha una democrazia pulsante, se ce la misurassero per elezioni, in 20 anni in Venezuela abbiamo votato 25 volte. Di queste 25 elezioni, in 23 abbiamo vinto. Due elezioni sono state vinte dalla destra, abbiamo un vero potere, una forza reale”. Maduro ha inviato una lettera a Papa Francesco. “Spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, al Vaticano, dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto, in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo, come direzione. Io chiedo al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva”. Il leader chavista ha parlato anche del nostro Paese. “Che direi all’Italia? Che direi io all’Europa? Non vi fate trascinare dalle pazzie di Donald Trump. Non vi fate trascinare dalle politiche estremiste e interventiste, che cercano un colpo di stato in Venezuela ordinato e pianificato. Come già si sa, da Washington, dalla Casa Bianca. L’Europa deve mantenere una posizione di equilibrio, di rispetto e di collaborazione, cioè aiutare la pace in Venezuela”. Maduro non ha voluto rivolgersi a Guaidò. “Non manderei un messaggio a Guaidò direttamente, manderei un messaggio ai capi dell’opposizione, a quelli che sono nella condizione di avere questo ruolo. Il messaggio che manderei ai capi dell’opposizione è che riflettano, che cambino idea in tempo, il cammino di un colpo di stato che già è fallito non è il cammino per il successo del Paese. Fa danno al Paese, a livello nazionale e internazionale”.


di Ugo Elfer